Andrea Casciu
Veronica Gambula
Vincenzo Grosso
Andrea Hilger
Caterina Lai
Ignacio Llamas
Gabriella Locci
Paolo Ollano
Roberto Puzzu
Giovanna Secchi
Alberto Spada
Andrea Spiga
Anna Maria Montaldo
Gabriella Locci
Segni del paesaggio urbano. L'esposizione e' il risultato dei lavori di un gruppo selezionato di artisti chiamati, durante un workshop curato da Casa Falconieri, a guardare la citta' cercando una nuova visione ispirata a Giovanni Battista Piranesi.
a cura di Anna Maria Montaldo e Gabriella Locci
Un artista visionario e una riscoperta che ha generato un volano di sinergie creative e
istituzionali. Dal ritrovamento del corpus di acqueforti di Giovanni Battista Piranesi custodite
nella Biblioteca del Dipartimento di Architettura dell’Università di Cagliari, circa milletrecento
stampe dimenticate in un cassetto, un consistente fondo di incisioni tornate alla luce dopo
quasi cento anni, sono nati tre progetti legati a doppio nodo. Al Museo di Bellas Artes di
Bilbao, con l’esposizione di oltre 250 stampe del fondo cagliaritano “Giovanni Battista
Piranesi. La memoria visionaria”, al centro comunale Il Ghetto “Piranesi ritrovato. L’ideologia
del bene comune per la città” e la mostra “Piranesi ritrovato-Segni del paesaggio urbano”
curata da Anna Maria Montaldo e Gabriella Locci che sarà di scena al Palazzo di Città dal
13 dicembre fino al 14 aprile 2013. Giovanni Battista Piranesi (Mogliano Veneto 1720-Roma
1778), acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, è considerato uno dei
più grandi esponenti dell’incisione topografica. Un artista immaginifico e visionario, creatore
moderno, dotato di un’ineguagliabile tecnica. Le sue opere drammatiche e inquietanti
mostrano la consapevolezza di quanto sia difficile ridefinire la città e hanno la capacità di far
rivivere la grandezza del passato con occhi moderni.
L’esposizione “Piranesi ritrovato-Segni del paesaggio urbano” nasce da un percorso
di ricerca che ha portato dodici giovani artisti a guardare a Piranesi e alla città, durante un
work shop curato da Casa Falconieri. Un’indagine che si è mossa sui grandi territori dell’arte
che ha portato gli artisti a interpretare i segni di un gigante della storia dell’arte italiana e
le molteplici suggestioni architettoniche, sensoriali ed emotive del paesaggio urbano di
una città di mare. Un itinerario che ha portato alla rilettura di Cagliari da un nuovo angolo
di riflessione. Dodici gli artisti protagonisti: Andrea Casciu, Veronica Gambula, Vincenzo
Grosso, Andrea Hilger, Caterina Lai, Ignacio Llamas, Gabriella Locci, Paolo Ollano, Roberto
Puzzu, Giovanna Secchi, Alberto Spada, Andrea Spiga, che hanno dato vita a dodici opere
originali e di grande qualità, frutto di ricerca pittorica, scultorea, grafica o di design.
Memoria di viaggio – Rosso dentro, di Gabriella Locci, è un percorso interiore sulle
memorie di un passato remoto dove l’incisione diventa architettura e spazio. Nel trittico
di Andrea Casciu si colgono i segni di un paesaggio urbano, percorso distrattamente.
Vincenzo Grosso usa il carborundum e nel suo Uninhabited, Disabitato, sfrutta al massimo
le potenzialità espressive di questo materiale. Alberto Spada nello sfondo monocromo (la
scelta del blu non è casuale), colloca la perfetta geometria di un prisma complicatissimo.
Un gioco di luci che deforma il “riconoscibile” fino a fargli assumere una nuova identità
nell’opera di Andtrea Hilger, che da anni si occupa di scenografia, coreografia e di light-
graphic. Il richiamo al mare e alla spiaggia nella creazione di Caterina Lai, dove i segni di
un’antica erosione e le scritte dell’uomo si sovrappongono sul bucchero, materiale prediletto
dall’artista. Una tecnica più tradizionale come la puntasecca serve ad Andrea Spiga per
restituirci un’inquietante “dimensione umana” della città, e a Veronica Gambula che ci
racconta la città del Maestrale, l’energia di quel vento che imprigiona i cagliaritani in un
rapporto di odio e amore. Le ricerche sulla spazialità e il colore e le carte traforate sono il
segno distintivo dell’olbiese Giovanna Secchi nelle sue Cartoline da Cagliari. Legno, fango,
grafite e fumo compongono il paesaggio desolato dello spagnolo Ignacio LLamas, una
creazione a metà strada tra la scultura e l’installazione. Paolo Ollano che da qualche anno
affianca l’uso di tecniche miste alla fotografia. In Fabbrica si coglie l’anima di Cagliari, quella
più antica, distrutta dai bombardamenti della guerra e mai ricostruita. Roberto Puzzu con
l’uso di moderne tecnologie, dischiude come delle finestre sul presente, sul passato e sul
futuro.
La mostra, che vanta anche l’importante collaborazione tra istituzioni pubbliche e private
italiane e internazionali, potrà essere visitata al Palazzo di Città tutti i giorni dalle 10 alle 18,
tranne il lunedì.
Conferenza Stampa: 12 Dicembre ore 11
inaugurazione: 13 Dicembre ore 18
Antico Palazzo di Citta'
Piazza Palazzo, 6 - Cagliari
Ingresso intero 4 euro, ridotto 2.50
intero 4 euro, ridotto 2.50