Doppia personale. I dipinti di Enza Cantelli in "Materia e Psiche", dialogano con le sculture di Galofaro riunite nell'esposizione dal titolo "Contrappunti di luce".
Marta Galofaro - Materia e psiche
Nella Ionia nel VI sec. a.C. iniziò quella serie di ricerche scientifiche che, per la prima volta nel Mondo Antico, sono
rivolte ad un sapere per lo spirito. I filosofi ioni ricercavano l’archè, il principio di tutto, nella materia, cioè in ciò di cui le
cose sono fatte. Talete riteneva che tale principio fosse da individuare nell'acqua. Anassimandro nell'infinito, apeiron,
Anassimene nell'aria. Per gli Ioni la materia era animata ed aveva una propria attività psichica: non vi era nella loro
concezione la dualità e la contrapposizione tra materia e spirito che caratterizzerà le epoche successive. Nelle opere di
Luigi Galofaro e di Enza Cantelli è protagonista la materia animata tanto da una propria attività psichica tanto dalla
psiche dell’artista. Sono molti e misteriosi i fattori che precedono la creazione artistica. L’anima, la psiche dell’artista
riesce a scoprire e a evidenziare gli archetipi che ciascuno ricerca ma in pochi trovano e in pochissimi sanno esprimere.
Enza Cantelli
Enza Cantelli è la poetessa che scrive la sua storia interiore mediante il colore. Quello che ne scaturisce è la storia di
una donna risolta per mezzo dell’arte che si fa canto dei moti del cuore, in cui approdano idee, pensieri, sentimenti,
sogni... Cantelli crea così il suo diario di immagini che emergono dal foglio, perché il silenzio bianco della carta grida e fa
più paura di mille pennellate di colore. Così la storia resta impressa nella materia della pittura, una materia sensibile,
malleabile, piena dell'eco della mano dell'artista. La materia è a tratti densa, a tratti rarefatta e crea sia terse superfici
sia apocalittici scenari vulcanici, sia oscure profondità, zone d'ombra e di luce. La luce si aggrega alla materia, la muta e
la modifica, dandole vita. Queste differenti intensità cromatiche sono la storia che la pittura racconta, raccogliendo la
sensibilità dell’arista che lascia le sue tracce così che la memoria possa conservarne i segni. La materia pittorica è
impressionabile, trattiene le sensazioni, gli stati d’animo, le passioni che vi si vogliono abbandonare per l’esigenza di
trasmettere una storia, una data, una sensazione, a tratti più o meno forti e decisi, anche quando la luce è solo il
barlume in una notte nera, comunque specchio della propria anima.
Luigi Galofaro
Le sculture di Luigi Galofaro sono geometrie situate nello spazio. Galofaro, nella duttilità dei metalli, più che le forme
ricerca le superfici che trova nei pieni e nei vuoti. Le lastre, lasciate a specchio o a effetto satinatura o ruggine,
obbediscono alla volontà, all’ idea, forgiata dalla mente dell’ artista alla quale fa seguito una grande ed intensa fatica
mentale e manuale, data da un lavoro costante e che non ha mai fine. In questa continua ricerca, Galofaro, attingendo
alla cultura plastica antica e moderna, pur essendo coerente, non è mai ripetitivo ma sempre innovatore. La luce viene
ricercata attraverso l’azione creativa sulla materia atta a farla sgorgare. Il risultato è la diversa variazione che scaturisce
dal rapporto fra: Materia (che si disgrega), Luce (che ne scaturisce) e Spazio (che è volume e contenitore). Non a caso i
suoi ultimi lavori hanno titolo Dialogo tra la Materia e la Luce. Nelle opere di Galofaro c’è il mondo, l’incognita
dell’esistenza, il labirinto della vita, di quella vita che, a forza, irrompe fra mille difficoltà, cerca e trova il suo percorso,
fra città, sogni, guerre, luci ed ombre dell’ esistenza... nella disperata ricerca di un Dio intangibile ma inevitabile. E
l’uomo - Galofaro attraverso l’arte e la scultura sconta la morte vivendo: un modo difficile, ma vero per cercare di
superare la fragilità di fronte alle infinite idee che gli si accavallano nella mente.
Milena Pelligra - Contrappunti di luce
“L'emozione è il germe, il pensiero è la sua fioritura. Quindi amo la regola che corregge l'emozione” ( Georges Braque ) -
Lascia ad infinite riflessioni questa citazione che io amo molto, germe è difatti rinascita, genesi; creativo è colui che ad
ogni istante si riveste di nuova luce, per sperimentare dal nulla la nascita di un'emozione. La luce e lo spazio sono
indagati, sviscerati, svelati nella materia. Il pensiero è dominante, condiviso e contrapposto, ciò che accomuna questi
due artisti sono sinergie, affinità concettuali, rafforzate da un dialogo che tra Luigi ed Enza è incessabile. E' un legame
che si rafforza nel tempo, intrecciato di stima e tessuto da una stessa visione dell'arte. Visioni comuni, linguaggi diversi,
definiscono percorsi paralleli, suggellati a volte in azioni simbiotiche. Per anni abbiamo riflettuto insieme sul
significato di confluenza, cercando di cogliere il senso di un legame artistico che ci accomuna, ma che nella precipua
diversità si rafforza, così, nel passato le risposte e nel presente una certezza d'intenti.
Luigi Galofaro
L'Opera di Luigi, di indiscussa contemporaneità si confronta contrapponendosi ad una realtà dalla forte tensione
figurativa strettamente legata al nostro territorio, costruendo ciò nonostante un' entourage di interesse nazionale.
Una realtà apparentemente statica che cela, attraverso lacerazioni, feritoie, il desiderio certo di indagare oltre lo
spazio, ora intrappolato tra linee monolitiche trova il dinamismo nella gestualità dei tagli, si sublima nelle morsure ,
come proto progetti si stagliano, si elevano indicandoci ciò che a noi pare lontano come limite fisico del confine divino
riportandoci poi alla nostra realtà terrena. Rende la penetrabilità della materia, trascinandoci in un gioco di interazioni
tra corpo scultura e corpo persona. Definisce un vuoto plastico, l'assenza diventa spazio, materia. Come un
contrappunto due melodie, le linee lavorate definiscono l'eterno dialogo elettivo tra ombra e luce, minimale ed
armoniosa l'essenza dell'opera. Nell'ultimo ciclo di opere il concetto spaziale diviene asciutto, essenziale, scevro da
orpelli decorativi, lasciando alle superfici, sublimemente lavorate, ora incise, ora corrose il pregio di una
comunicazione intima e raffinata. Impercettibili i mutamenti dettati da dettagli ossidi, segno di una mutua, ciclica
trasformazione, continuità e rinnovamento.
Enza Cantelli
Le mani di Enza sono come mirette, spatole, pennelli, corrono veloci sulla superficie, modellano. Azioni che si
reiterano in un rapporto fisico con la materia, tattile, olfattivo, istintuale, femminile. L'azione, il dripping , sono
predominanti, segni di un linguaggio espressivo che fa tesoro della memoria, valicando i riferimenti stilistici di
esperienze già percorse, la sua incalzante ricerca la rende forza vitale, unica, costruendo superfici, dialogando con la
luce. Lo spazio pittorico sfiora lo spazio plastico, stuzzica le provocazioni dei volumi che asserviti ad essa diventano
pittosculture. Ora l'opera pittorica sperimenta nuove dimensioni, completando il testo poetico intriso nella materia.
Quale confine dunque, non c'è un confine lì dove l'immaginario visionario si perde in vortici di astrazione pura, così
come nelle opere più recenti la simbologia si frappone ad essa, percettibile tentativo di offrire un alfabeto, un codice ,
un linguaggio che narri attraverso delicati sussurri, spiragli di introverse conversazioni. Enza scrive ed appunta,
descrive e ci racconta, attraverso i neri più profondi ai colori più accesi, pulsazioni vitali, battiti racchiusi , emozioni da
decifrare; emozioni che lavorano riversando dentro questa dimensione plastica un concetto nuovo e nel contempo
universale. Il colore di cui è costruito il quadro diviene un tutt'uno con la forma, creano in contrapposizione una dualità
formale come definizione di spazio-materia, luogo-assenza.
Note critiche: Marta Galofaro/ Milena Pelligra
Inaugurazione: 12 Dicembre ore 19
Spazio 12
via Calogero 12 - Comiso (RG)
Orario: mar-dom 18-00
Ingresso gratuito