Wood, Stone and Friends. La Sala Dorica di Palazzo Reale diviene uno spazio contemplativo in cui differenti sculture assemblate con il legno di quattro tipologie di alberi differenti, insieme a massi di pietra lavica e frammenti di metallo industriale, tendono a ricreare un ambiente surreale, a meta' fra la foresta e la fabbrica.
a cura della Fondazione Morra Greco
Sabato 15 dicembre, la Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli ospita la mostra
"wood, stone and friends" di Jimmie Durham, artista, saggista, poeta ed attivista
politico.
Alla base della sua pratica artistica c'è il tentativo di decostruire i concetti
cardine della cultura europea lasciando all'essenza stessa dell'oggetto la capacità
di raccontare la sua storia.
I principi di monumentalità celebrativa, permanenza e universalità di architettura e
scultura, considerata per secoli un mezzo per affermare l'identità di un popolo e
della sua cultura, vengono rifiutate per liberare l'oggetto dalla volontà dell'uomo
di controllarne la natura: la pietra lavica che compone l'emiciclo dorico di Piazza
del Plebiscito ha la capacità di autodescriversi e raccontarsi a prescindere dalla
caratterizzazione imposta dagli stili e le correnti artistiche che susseguendosi ne
hanno configurato la forma.
La Sala Dorica di Palazzo Reale diviene uno spazio contemplativo in cui differenti
sculture assemblate con il legno di quattro tipologie di alberi differenti, insieme
a massi di pietra lavica e frammenti di metallo industriale, tendono a ricreare un
ambiente surreale, a metà fra la foresta e la fabbrica. Le sculture sono ricavate
dal legno smembrato e riassemblato di due olivi millenari provenienti dalla puglia,
di un noce molisano, di un castagno e di vari alberi tropicali, mentre i massi di
pietra lavica conservano la loro forma originale. Il suggestivo spazio della sala,
già scandita dalle sue colonne-albero, si trasforma in un luogo in cui lo spettatore
è invitato ad immergersi per riflettere non sul significato simbolico che gli
oggetti possono assumere dopo la lavorazione dell'artista, ma sulla loro organicità.
La ricchezza del legno con i suoi odori, i nodi, le stratificazioni del tempo, la
varietà tattile della sua consistenza, riesce a comunicare l'essenza del proprio
essere e trasferire nello spazio in cui è collocato parte della storia dei luoghi da
cui proviene e degli accadimenti a cui ha assistito nello scorrere degli anni.
Lo spettatore può così esperire la realtà dell'ambiente creato grazie al rapporto
primordiale ed empatico che si sviluppa dal contatto con il materiale. Durham si
ispira, qui, al lavoro di Constantine Brancusi ed al suo tentativo di catturare e
riprodurre l’essenza delle cose attraverso un processo scultoreo che tende ad
evidenziarne la realtà effettiva: l’idea alla base dell’oggetto piuttosto che la sua
forma apparente. La pietra lavica infatti non viene lavorata perché la forza della
sua presenza fisica non necessita di una codificazione.
Antony Huberman, in un saggio sull'artista ha scritto: “Dimenticate che la storia è
una collezione di storie che danzano insieme?" La sala dorica di Palazzo Reale di
storia e di storie ne contiene tante, come i due ulivi bicentenari ed il magma
solidificato che vengono lasciati liberi di parlare silenziosamente allo spettatore,
facendo leva sulla sua capacità immaginativa. L‘atto dell’artista consiste
semplicemente nel ricreare l’ambiente naturale da cui gli oggetti messi in gioco
provengono, creando una foresta da ciò che già in sé ne è parte.
In una città le cui pietre su cui ogni giorno camminano milioni di persone parlano
lingue differenti e sono ricche di apporti e visioni che vengono tacitamente
rappresentate attraverso la loro presenza, dove gli archi e le volte sono state
strutturate dal susseguirsi degli stili architettonici ma hanno assunto naturalmente
forme e colori sempre differenti, la visione di Jimmie Durham può essere applicata
ad una consuetudinaria passeggiata nei vicoli del centro storico, dove basta
rimanere in silenzio ad osservare murales e panni stesi, per rendersi conto di
quanto il controllo dell'uomo e di qualsiasi forma di cultura, sia impotente
rispetto alla naturale evoluzione delle cose.
Info:
Fondazione Morra Greco - Napoli
largo Avellino, 17 081 210690
www.fondazionemorragreco.com info@fondazionemorragreco.com
Inaugurazione 15 dicembre ore 18
Sala Dorica di Palazzo Reale
piazza Plebiscito, 1 - Napoli
Orario: lun-dom 11.00 - 17.00
Ingresso libero