Natura morta. Un suggestivo e inquietante percorso tra opere scultoree in marmo e gesso e installazioni che prendono in prestito materiali comuni per ridefinire il concetto di natura morta come immortalita'.
a cura di Marco Pomara
Il tema della natura morta è particolarmente ricorrente nelle varie tappe della storia dell’arte non solo italiana, rappresentando un genere altamente simbolico, in ossequio al quale i dipinti assurgono a uno scopo spesso decorativo e la tecnica stessa della natura morta diventa oggetto di studio delle discipline artistiche, assumendone così un ruolo innanzitutto didattico.
Nel progetto di Luigi Citarrella, giovane e talentuoso scultore palermitano, il significato di “natura morta” si svincola da quello tradizionale per contenerne uno nuovo: l'immortalità.
Per assurdo, infatti, la morte è sublimata dalla bellezza travolgente delle forme e dalla accuratezza dei dettagli plastici, celando dunque il triste racconto e la drammaticità della realtà.
I calchi vengono realizzati da Citarrella direttamente su modelli che arrivano direttamente da macelli e mattatoi. In questa maniera agnelli, teste di mucca e di maiali, conigli, uccelli diventano monumenti all'immortalità, fissati nel loro ultimo sospiro vitale e resi eterni.
Ma Citarrella va oltre…
La sua natura morta è un inno alla morte, alla morte di un mondo, della sua Terra e degli esseri che la abitano; un macabro ed accorato appello all’uomo, anch’esso “reso” natura morta, in quanto produttore primo di quella Natura Morta che annerisce la luce ed annienta la vita del Pianeta.
Il bianco dei corpi esanimi si contrappone all’oscurità delle anime andate.
Il respiro che non c’è più lascia percepire un lento soffocamento di innocenti vite che mai hanno contribuito al dissolvimento di quella stessa natura che un tempo era viva e Vita, ma che oggi ritroviamo morta.
La personale di Luigi Citarrella, curata da Marco Pomara, è un suggestivo ed inquietante percorso tra opere scultoree in marmo e gesso ed installazioni che prendono in prestito materiali comuni.
Cenni biografici
Luigi Citarrella è uno scultore nel senso più “classico” del termine.
Nasce e si forma a Palermo. Il suo percorso fin dagli inizi risente di un’innata predisposizione verso la materia e la modellazione.
È giovanissimo quando comincia a farsi le ossa nei laboratori e nelle fonderie.
Frequenta prima il Liceo Artistico e poi la scuola di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo.
Cresce a stretto contatto con maestri del calibro di Domenico Zora, Salvatore Rizzuti e Giuseppe Agnello, riconosciuti artisti da cui impara la tecnica ed il rigore, perché da subito diventano per lui importanti figure di riferimento, capaci di trasmettergli il formalismo, la disciplina e l’incanto della scultura. Durante i suoi studi, le sue basi si fanno più solide e si arricchiscono di diverse culture e nuovi spunti, aprendosi così ad un’armoniosa unione tra la sua formazione tradizionale e un pensiero sempre più rivolto verso i linguaggi della contemporaneità e del realismo interpretativo.
Citarrella scolpisce il marmo di Carrara e modella le sue sculture con il carattere di un artista ben formato e l’ambiziosa aspirazione di un maestro del Rinascimento, arrivando a combinare matrici classicistiche con il carattere più pop per sfociare in opere che riescono a tirar fuori stimolanti e suggestivi linguaggi fatti di forza e sentimento.
Oggi troviamo questo giovane scultore, instancabile nel suo laboratorio, a modellare argilla, con l’unico obiettivo di creare e produrre per poi stupire ed emozionare
Inaugurazione: sabato 15 dicembre h.19
Spaziobquadro
via 12 Gennaio 2, Palermo
Orari: 17-20
Ingresso libero