Galleria Caterina Tognon
Venezia
San Marco, 2746 (Campo San Maurizio)
041 5207859 FAX 041 5207859
WEB
Hubert Duprat
dal 4/5/2012 al 29/9/2012
mar - sab 10-13 e 15-19.30, chiuso in agosto

Segnalato da

Caterina Tognon



approfondimenti

Hubert Duprat



 
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4/5/2012

Hubert Duprat

Galleria Caterina Tognon, Venezia

Dai disegni della punta di una lancia del paleolitico a due murrine, realizzate dai maestri Mario e Antonio Dei Rossi prima come micromosaici, poi su due canne di vetro. In mostra anche un parallelepipedo di schiuma polimerica dove sono conficcate schegge di selce.


comunicato stampa

Hubert Duprat viene a Venezia nel febbraio del 2011, su invito della galleria e grazie al generoso suggerimento di Simone Menegoi. E’ una visita dedicata a Murano e alle sue fornaci, per conoscere le antiche lavorazioni del vetro soffiato. Tra i vari artigiani incontra l’ottantacinquenne Mario dei Rossi, ultimo maestro vetraio in grado di realizzare, con il figlio Antonio, le “murrine con composizione a freddo”. Sarà questa tecnica ad intrigare maggiormente l’artista.

Quasi un anno dopo, Duprat ricava da una vecchia enciclopedia due disegni tecnici, fronte e retro, che rappresentano la punta di una lancia in selce del paleolitico, e chiede di realizzare con questi disegni due murrine. Inizia così il paziente lavoro dei Dei Rossi per comporre prima i micromosaici vitrei, poi per “tirarli” in fornace ottenenendo due canne che presentano i disegni originali, miniaturizzati, per tutta la lunghezza della canna.

Con quest’opera Hubert Duprat traspone, grazie alla sapiente opera dei due maestri, uno dei primi manufatti dell’uomo preistorico (la punta di una lancia in selce), in uno dei manufatti più complessi dell’artigianato veneziano: la Murrina.

La composizione chimica del vetro, che è per gran parte polvere di silice, chiude il cerchio. “L'opera di Hubert Duprat è per molti versi l’esplorazione dei confini, stabiliti storicamente e culturalmente, tra l’Arte e le sue forme minori: siano esse artigianali, tradizionali o decorative.

Nella sua opera l'artista fa più volentieri riferimento alla storia delle arti applicate e delle tecniche, che non alla storia delle arti visive. Quando prende a prestito un modello o una tecnica - cui non saranno risparmiate molteplici metamorfosi – si rivolge all'affresco, all’arazzo, alle luminarie, all'oggetto decorativo, non già al dipinto o alla scultura. Così mette in gioco pratiche relative ai metodi di produzione delle cosiddette “Arti minori”, relegate fuori dei confini dell’Arte moderna e contemporanea [...] Etimologicamente, l'artigiano è "colui che esercita un mestiere". Il modello di produzione artigianale sottintende delle abilità manuali collegate alla ripetizione di precisi esercizi. Sono spesso le competenze tecniche di questo tipo, con un alto grado di meticolosità, quelle che Duprat cerca per la produzione delle sue opere. L’artista, tuttavia, tende a mantenere la distinzione, in vigore dalla metà del XVI secolo (quando il termine “artigiano” fu introdotto), tra questa pratica e quella dell'artista. Egli affida il grosso della realizzazione di un’opera alle mani esperte di un artigiano, scelto a seconda delle difficoltà specifiche che il lavoro comporta. Uno dei maggiori ostacoli che incontra è proprio quello di trovare degli artigiani (o altre figure che ne possano fare le veci) disposti a mettere le loro competenze al servizio di lavori che appaiono assurdi. L'artista lascia un margine creativo ridottissimo ai suoi collaboratori [...]. Attualizzando alcuni processi che furono abbandonati nel XX secolo _ e sotto questo profilo lo si può definire un artista della postmodernità_ Hubert Duprat riesce nell’intento di conciliare arte e artigianato. Con lui, la nuova creazione non si contrappone alla tradizione, né l’Arte si contrappone al mestiere. Grazie al contributo del suo lavoro, la questione del rapporto artista/artigiano viene ricondotta alla questione più ampia del rapporto tra ciò che si può definire artistico e ciò che si può definire artigianale.”
Les métiers d’Hubert Duprat di Natacha Pugnet da Les Figures de l'art, n°7, 2004

Come nella murrina, anche in Sans Titre, Dés et Uléxite, osserviamo una composizione creata per permettere all’immagine di “viaggiare”. Su ciascuno dei sei lati dei dadi sono stati incollati dei pezzi di ulexite. Questo minerale, molto particolare, reperibile in natura solamente in una regione degli Stati Uniti, ha la speciale proprietà di trasportare un’informazione visiva senza trasformarla. In questo modo, il valore riportato sulla superficie dei dadi resta visibile, senza alcuna modificazione di scala, a prescindere dallo spessore della pietra.

L’esposizione in galleria presenta una seconda opera inedita, Sans Titre, composta da un parallelepipedo di schiuma polimerica dove sono conficcate numerose schegge di selce, che l’artista si procura nell’area di Grand-Pressigny.
L’opera combina un elemento minerale rigido, la selce, con un elemento sintetico estremamente cedevole, la spugna per composizioni floreali.

Saranno in mostra anche “Larve Aquatique de Trichoptère avec son Etui”. Questa opera, con cui Hubert Duprat esordì negli anni Ottanta, continua ad avere grande risonanza per la sua complessità concettuale. Si tratta di un lavoro d’ispirazione entomologica dove la larva di un insetto acquatico, il tricottero, viene spostata dal suo habitat naturale in un habitat artificiale fatto di pagliuzze d’oro, piccole perle, pietre preziose. In questo modo, l’insetto, invece di costruirsi il proprio astuccio protettivo con i detriti raccolti dal letto del fiume, si vede costretto ad utilizzare i nuovi materiali di cui è circondato, creando delle preziose microsculture.

Hubert Duprat,1957, vive nel sud della Francia.
Artista autodidatta è attivo già dalla metà degli anni Ottanta.
Si è da poco conclusa una sua personale alla galleria Art Concept di Parigi.
Espone, fino al 12 maggio, in “Micromania” presso la galleria Gagosian di Parigi: una mostra sulla scultura di piccole dimensioni con opere dei maggiori artisti del XX e XXI secolo.
Il 4 giugno, all’Ecole des Beaux Art di Ginevra, inaugura a cura di Christian Besson: “Le miroir du trichoptère” esposizione dedicata alla enorme collezione bibliografica e documentativa sui tricotteri raccolta dall’artista stesso.

Inaugurazione: sabato 5 maggio 2012 alle ore 18

Caterina Tognon
Palazzo da Ponte in calle del Dose
(Campo San Maurizio) San Marco 2746 30124 Venezia
Orario: da martedì a sabato 10-13 / 15-19 (chiuso in agosto)

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