Speculazioni formali. L'artista prosegue nella sua personale trasfigurazione della forma effettuata attraverso lo specchio come strumento di scomposizione e deformazione dell'immagine.
Paolo Avanzi prosegue nella sua indagine su quella che potremo chiamare la “trasfigurazione della forma”, una trasformazione cioè della forma nella sua essenza figurativa, effettuata attraverso lo specchio come strumento di scomposizione e deformazione dell’immagine.
Nelle opere più recenti la “trasfigurazione” si compie secondo linee geometriche, come nel periodo iniziale avviato su questo filone; a differenza però delle opere precedenti in queste ultime il fattore distorsivo, all’interno del singolo frammento, è accentuato da una tensione quasi istintiva e gestuale. La razionalità dell’insieme (scomposto in una logica architettura) cede il passo all’impulso di scombinare la micro immagine (del singolo tassello) obbedendo ad una esigenza di ritorno all’informale, che è quello che aveva caratterizzato la iniziale produzione polimaterica dell’artista.
In ciò ci sembra di leggere il tentativo di trovare un connubio fra razionalità (esteriore) e irrazionalità (interiore), fra logica (del generale) e instintualità (nel particolare).
Al di là di questa interpretazione estetica, è comunque sempre percepibile in Paolo Avanzi la volontà di cogliere una molteplicità di prospettive non solo visuali ma anche psicologiche nel soggetto rappresentato, e questa valenza psicologica la si può riscontrare anche nel particolare inanimato dello sfondo, sia esso oggetto di arredamento o scorcio di paese, come a voler ricreare una dimensione di esistenza autonoma anche per gli aspetti che fanno da corollario alla figura umana.
Come si può notare dalle opere in esposizione (che coprono il periodo dal 2006 ad oggi), l’iter che ha seguito Paolo Avanzi è sempre stato quello di mantenere una propria linea stilistica inconfondibile e identificabile, nello scenario della pittura contemporanea, pur evitando il rischio di cadere nella ripetitività della routine del mestiere cui non sono immuni anche maestri conclamati.
Un’ultima considerazione, più generale, riguarda ciò che l’artista vede nella pittura, e senza il timore di essere banali, si potrebbe dire “un mezzo di espressione”, così come lo è la scrittura e la musica.
Alla base dell’approccio di Paolo Avanzi con l’arte c’è questa voglia di mettersi in gioco, senza timori reverenziali magari sfruttando in positivo il fatto di non avere alle spalle una preparazione accademica tradizionale.
Ed è questa voglia di mettersi in gioco che lo ha portato cimentarsi nella produzione di romanzi e racconti e poesie che hanno riscosso apprezzamento di pubblico e di critica.
Da citare a questo proposito la recente silloge di poesie “Confessioni apocrife” edito da Tracce di Pescara che sarà presentato durante il periodo espositivo.
A completare il vernissage l’artista si esibirà in una performance jazz al pianoforte che sarà registrata e messa in rete su youtube.
Franca Doriguzzi
Inaugurazione 27 gennaio ore 18
Spazio Intelvi 11
via Valle Intelvi, 11 - Dizzasco (CO)
16 - 19 sabato e su appuntamento