I loathe narcissism, but I approve of vanity. Fotografie 1998- 2004. I suoi scatti raccontano le storie del backstage e le vanita' di rigore che accompagnano l'universo della moda in Francia e in Italia.
a cura di Deanna Richardson
Non sono le solite fotografie di sfilate di moda. Le immagini di Stefano De Luigi presentate in I loathe narcissism, but I approve of vanity, raccontano le storie del backstage e le vanità di rigore che accompagnano l’universo della moda in Francia e in Italia. Gli invitati e gli stilisti vengono colti nei momenti più impensati, mentre le passerelle con le loro luci prendono le forme dei quadri astratti.
Un lavoro iniziato nel 1998 e premiato dalla giuria del World Press Photo nello stesso anno: un'opera inedita presentata dalla Galleria ILEX con una mostra che comprende 33 fotografie vintage in bianco e nero e 2 stampe in grande formato appartenenti alla stessa serie.
Biografia
Stefano De Luigi (Colonia, 1964) è fotografo professionista dal 1988. Ha esposto in collettive a Edinburgo (1988), Parigi (1993), Arles (1996), e personali: Braga (2001) e Savignano (2002). Nel 2000 riceve la Honorable Mention del Lieca Oskar Barnack Award e il suo lavoro è proiettato ad Arles. Nello stesso anno realizza il progetto “Pornoland”, un viaggio fotografico sul set della pornografia nel mondo. Nel 2004 “Pornoland” diventa un libro con testo di Martin Amis, pubblicato negli Stati Uniti e nel Regno Unito (Thames e Hudson), in Germania (Knessebeck), Francia (La Martiniére) e Italia (Contrasto). Il libro riceve nel 2005 il premio Marco Bastianelli. “Pornoland” viene esposto alla galleria REA (Francia 2004), alla Galleria Santa Cecilia (Italia, 2005) e al Festival Trans-Photographic (France 2007). Nel frattempo partecipa a mostre collettive: “Eurogeneration” (Milano 2004), Fotogiornalismo Italiano” (Torino 2006), “Beijing in & out” (Milano 2007).
Dal 2003 al 2006, in collaborazione con CBM Italia, Stefano De Luigi ha prodotto il progetto “Blindness”, riguardante la condizione della cecità nel mondo. Questo lavoro ha ricevuto il patroncinio di Vision 2020 del WHO e ha vinto il W.E. Smith Fellowshop Grant nel 2007. Ha vinto tre volte il World Press Photo (1998 – 2007 – 2010), cui si aggiunge nel 2009 il Moving Walls della Fondazione Soros ed il suo lavoro viene esposto a New York. Nel 2010 vince il Days Japan International Photojournalism Award ed il Getty Grant for Editorial Photography. Sempre nel 2010 il suo libro “Blanco” (ed. Trolleybooks 2010) diventa una mostra itinerante (New York-Roma-Ginevra). Nel 2011 il libro “Blanco” vince il POYi Best Photography Book Award.
* Diana Vreeland, capo-editore Vogue (US) 1963-1971
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Inaugurazione: venerdì 1 Febbraio ore 19
Aperitivo con l’artista: venerdì 22 febbraio, ore 19
Ilex
via in Piscinula, 21 (Trastevere) - Roma
lun-ven 15-19, sab 11-19
Ingresso libero