Un percorso costituito da disegni, dipinti e sculture che nasce dalla pratica del ritratto. L'artista costruisce un'installazione site-specific che diventa una vera e propria architettura.
Scoprire negli altri i tratti di una personalità a noi estranea induce il più delle volte ad un confronto riflesso sulla qualità dei propri valori, sul modo in cui il proprio stesso percorso umano si sia sviluppato, inducendo a vedere, attraverso il prossimo, come in uno specchio magico, nuovi spazi, nuove idee, nuovi sentimenti, nuove dimensioni dell'essere umano a cui tendere per una condizione più vicina alla vera essenza della vita.
Attraverso un percorso che nasce dalla pratica del ritratto come spunto Michele Ciacciofera elabora una nuova serie di opere raccolte in una installazione site-specific, progettata per Magazzini dell'arte contemporanea, spazio per la creatività nel cuore di Trapani.
Il progetto già ospitato in una diversa formulazione al Palazzo di Giustizia, nell'ambito degli eventi celebrativi in memoria del giudice Ciaccio Montalto, voleva, in quel luogo istituzionale, contrapporre il dubbio alla certezza (li rappresentata dal diritto), come fatto insito in modo inestinguibile per sua natura nell'essere umano e nella sua posizione sociale. La complessità della personalità' degli esseri umani assume quindi nel progetto "tell me a story" il ruolo di denominatore comune per una indagine sugli aspetti più profondi della psicologia dell'individuo, senza tuttavia astrarlo da uno dei temi di ricerca più' cari all'artista: la partecipazione del singolo alla massa, intesa come aggregazione portante del mondo contemporaneo, capace di generare fenomeni molto articolati e talvolta imprevedibili.
Attraverso un percorso costituito da disegni, dipinti e sculture assemblate in una complessa installazione che diventa una vera e propria architettura, Ciacciofera vuole reinterpretare lo spazio fisico ma anche l'essenza di questo luogo dove per un giorno il pubblico dovra' confrontarsi con delle immagini al limite dell'astrazione, per sviluppare quel processo empatico tra l'opera ed il suo fruitore a cui il titolo dell'installazione invita.
Ritornare sul genere del ritratto, analizzandolo e reinventandolo nell'ottica di sovvertire la tradizione figurativa per evidenziare quelle che a volte possono essere scomode considerazioni sulla condizione umana e' uno degli obiettivi di fondo di questa ricerca che attraverso immagini, forme, in definitiva figure, che appaiono in tutta la loro fragilità, consente all'artista di insistere su uno degli spunti cruciali della sua ricerca: la natura del potere.
Si sviluppa così un'indagine introspettiva che coinvolge l'autore innanzitutto, il quale stabilendo una sorta di reciprocità' sociale, richiama lo spettatore ad un'empatia immediata e ad un dialogo con l'opera.
L'uso di materiali non convenzionali come scarti di lavorazioni prodotte in studio od anche più' semplicemente oggetti ed elementi trovati casualmente (sassi, candele, corde, sabbia etc), appositamente assemblati e deformati, forniscono all'artista il pretesto per uno studio su nuove forme visuali. Reinterpretando la funzione o la natura degli oggetti stessi infatti l'autore altera e stravolge il modo di fare scultura, costruendo l'immagine secondo un linguaggio estremamente contemporaneo.
La mostra curata dal direttore artistico di Magazzini Antonio Sammartano restera' aperta sino alla seconda meta' di marzo e sta registrando sin dalla sua apertura, il 26 gennaio, una forte affluenza di pubblico.
Magazzini dell'Arte Contemporanea
via Custonaci 5, 91100 Trapani