In mostra gli ultimi lavori di Luca Zampetti 'Storie di ordinaria follia', sospesi tra spaccati metropolitani, tra volti inquieti, tra figure disattente e perdute...
Luca Zampetti nasce a Camerino (Mc), dove vive e lavora, nel 1966.
Dopo gli studi classici consegue la laurea in giurisprudenza, ma segue il cammino dell’arte, intrapreso già in giovanissima età .
Artista autodidatta, nel 1981 inizia sperimentando suggestioni formali di varia matrice: cubismo analitico, espressionismo, influenze pop. Segue un periodo definito neometafisico, le cui opere, tutte di ampie dimensioni, hanno come protagonisti, degli interni caratterizzati dalla totale assenza dell’elemento umano, raccontato attraverso i luoghi in cui vive e gli oggetti di cui si circonda.
Successivamente, nel 1995, la sua ricerca si sposta verso un espressionismo di matrice esistenziale, in cui la figura umana ricompare come protagonista unica o centrale dell’opera, anche se attraverso inquadrature che escludono totalmente lo sguardo ed altre parti del corpo.
Nelle opere dell’ultimo periodo, i personaggi tornano ad essere ritratti i modo totale ed inseriti in scorci metrolitani, attraverso inquadrature di taglio cinematografico con singolari dissolvenze di fondo, grazie alle quali il clima delle vie metropolitane è riproposto con singolare realismo ed efficacia evocativa; anche i fondi realizzati ad encausto contribuiscono ad individuare la cromia portante delle opere.
Personalità artisticamente ed umanamente poliedrica e complessa, sperimenta linguaggi disparati come la scultura, la grafica e, primariamente, l’incisione calcografica.
Mostra a cura di Maurizio Sciaccaluga
''Non è ancora successo niente, forse non succederà assolutamente niente. Eppure, tra spaccati metropolitani ingrigiti dallo smog, dai cementi e dalla grafite, tra volti inquieti incupiti dalle cattiverie e dalle angherie della vita, tra figure disattente perdute in voglie e desideri destinati a rimanere incompiuti, i quadri di Luca Zampetti si presentano sempre quali storie d’ordinaria follia…
…Si tratta sempre, sulla scia degli insegnamenti d’Antonello da Messina, di placidi e distaccati ritratti d’anonimi – primi piani a mezzo busto o figure intere riprese al centro di un moderno paesaggio cittadino – ma l’impressione dello spettatore è quella di trovarsi nel bel mezzo del prologo d’un thriller alla Scream o alla Cape fear…
…L’autore opera sul pathos, e utilizzando un tratto sincopato e nervoso, un bianco e nero livido e cupo, una serie di sfondi impersonali e distaccati costruisce un crescendo di tensione che si presenta sul punto di esplodere, di deflagrare in un’azione o in un urlo di rabbia infinita. Non c’è nulla che non funzioni nelle scene del quadro, non ci sono sangue o violenza; eppure, sempre, ci sono quei pericoli che gravitano sopra, a bassa quota, la vita di tutti i giorni. Ci sono l’insofferenza per la presenza degli altri, l’invidia per il successo dei rivali, la gelosia per la bellezza delle estranee, la gola verso i loro beni e averi: ci sono, insomma, i peccati capitali della dottrina cattolica, ogni maledizione degna di Seven…
…Merito dell’artista è riuscire – con la sua tecnica atipica e tutt’altro che laccata, con il suo tratto grintoso e irregolare – a suggerire la pazzia senza dipingerla, a creare timore e inquietudine concentrandosi solo su minacce velate, su problemi possibili….''
Maurizio Sciaccaluga
inaugurazione: sabato 19 luglio 2003, ore 18
Della Pina Arte Contemporanea
Piazza Duomo, 11
Pietrasanta (LU)
tel.0584 792871