Beyond reality. Oggetti quotidiani con contesti architettonici vengono trasformati in immagini fotografico-pittoriche.
a cura di Massimo Scaringella
Prima mostra in Argentina della fotografa americana Alyssia Lazin che sotto il titolo di “Beyond reality” presenta una serie di scatti che ben rappresentano le linee guida della sua ricerca estetica sempre elaborata guardando all’essenza della visione e alle possibilità infinite che la manipolazione sapiente della luce riesce a darci e tramite una raffigurazione sofisticata, oggetti quotidiani con contesti architettonici vengono trasformati in immagini fotografico-pittoriche. La mostra è curata da Massimo Scaringella. Come ben definito da Maurizio Vanni sul lavoro di Alyssia Lazin < La fotografia non corrisponde semplicemente a un’immagine che riproduce perfettamente la realtà di un certo momento, in un particolare luogo e per mezzo di una particolare rispondenza alla luce.
È qualcosa di più complesso e completo, una vera e propria struttura compositiva cercata dall’artista che indaga in modo soggettivo la verità e l’essenza delle cose. La rappresentazione che scaturisce dalla macchina fotografica si forma grazie all’effetto della luce su materiali fotosensibili che, per mezzo dell’azione e della reazione di alcune sostanze chimiche, strutturano un’immagine sopra un supporto di carta, plastica, legno, metallo, o altro. Quindi non possiamo parlare di un semplice scatto più o meno geniale, ma di una precisa volontà creativa legata all’artista che conosce i mezzi e gli elementi di sostegno in grado di metterlo in condizione di trovare personalissime soluzioni tecniche per giungere all’esito che desidera. Il segreto dei suoi lavori consiste proprio nell’utilizzare codici espressivi alternativi, ottiche non convenzionali, scatti trasversali in grado di farci percepire un particolare della realtà che, decontestualizzato dal suo insieme, perde la consistenza di oggetto diventando un nuovo soggetto da analizzare, un’inedita dimensione da percepire ex novo. Ne scaturiscono lavori legati a intuizioni personali capaci di decifrare quel senso di mistero percepito nel reale e sul reale attraverso elementi che perdono la loro sostanza materiale, che si aprono oltre la loro apparenza svelando la loro essenza e la loro anima. Il provvisorio e l’inatteso si trasformano, in modo naturale e spontaneo, in un’immagine senza tempo, in una struttura compositiva che va ben oltre l’oggetto di partenza, che supera il dato visivo iniziale per ammiccare a quell’oltre che non può essere connotabile con certezza o con il mero utilizzo della razionalità.
Inaugurazione ore 19 del 6 febbraio
Centro Cultural Borges
Viamonte 525 esq. San Martin - Buenos Aires
Dalle 12 alle 20 tutti i giorni