PArCo - Galleria d'arte moderna e contemporanea Armando Pizzinato
Pordenone
viale Dante, 33
0434 392916, 0434 392918
WEB
Armando Pizzinato
dal 7/2/2013 al 8/6/2013
mar - sab 15.30-19.30, dom 10-13 e 15.30-19.30, chiuso lunedi, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno
0434 392935

Segnalato da

Assessorato alla cultura Comune di Pordenone




 
calendario eventi  :: 




7/2/2013

Armando Pizzinato

PArCo - Galleria d'arte moderna e contemporanea Armando Pizzinato, Pordenone

Nel segno dell'uomo. La retrospettiva, nella ricorrenza del centenario della nascita dell'artista, propone in diverse sezioni il cammino artistico e umano del pittore anche attraverso lettere, fotografie e articoli di giornali.


comunicato stampa

Da febbraio a giugno, l'Amministrazione Comunale e il Centro Iniziative Culturali Pordenone, con la collaborazione dell'Archivio Armando Pizzinato di Venezia, organizzano due grandi mostre dedicate all’artista, uno dei protagonisti dell’arte italiana del Novecento.

Dal 9 febbraio al 9 giugno, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea che all’artista è dedicata, propone l’organica antologica “Armando Pizzinato. Nel segno dell’uomo” e, dal 16 febbraio al 9 giugno, la Galleria Sagittaria del Centro Culturale Casa A. Zanussi, sempre a Pordenone, propone “Armando Pizzinato. Il contesto pordenonese (1925 – 1940)”.

Intorno alle due mostre, l’Omaggio della Città al Maestro si completa con una serie di iniziative, incontri, visite guidate, testimonianze. Per riscoprire l’artista e l’uomo e per approfondire decenni davvero fondamentali nella storia dell’arte italiana del Novecento.

Armando Pizzinato (1910-2004). Nel segno dell’uomo

con la collaborazione dell'Archivio Armando Pizzinato, Venezia

a cura di Casimiro Di Crescenzo

La mostra Armando Pizzinato (1910-2004). Nel segno dell’uomo, a cura di Casimiro Di Crescenzo, nasce dalla stretta collaborazione dell'Archivio Armando Pizzinato di Venezia con l'Amministrazione Comunale di Pordenone che, nel 2010, nella ricorrenza del centenario della nascita dell'artista, gli ha voluto intitolare la nuova sede della Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea.
A questo progetto partecipa anche il Centro Iniziative Culturali Pordenone (CICP), profondamente legato alla figura dell'artista, che ospiterà una mostra degli artisti pordenonesi degli anni ’20-’30 curata da Giancarlo Pauletto e il fondo di grafica della collezione del Museo Civico di Pordenone.

L'Archivio Pizzinato, costituitosi nel 2005 per volontà della figlia Patrizia, custodisce il ricchissimo materiale conservato dall'artista sulla sua opera completa. Anche il Museo Civico di Pordenone, che è il museo italiano che vanta nella propria collezione il maggiore numero di opere di Pizzinato, possiede un ricco fondo di documenti, donati dall'artista stesso nel 1985.

Avvalendosi, in primo luogo, di testimonianze e documenti inediti - lettere, fotografie, articoli di giornali - è volontà di questa retrospettiva, e anche una delle sue finalità principali, di rivelare al grande pubblico in generale, e agli studiosi in particolare, la ricchezza del cammino artistico di Pizzinato.

La prima sezione della mostra donerà particolare importanza agli anni giovanili di formazione per legare l'opera di Pizzinato con l'ambiente artistico di Pordenone. Si potrà così seguire la vocazione del pittore che dimostra precocemente la sua passione per il disegno. Passione che la difficile situazione economica creatasi dopo il suicidio del padre e l'ostilità della madre bloccheranno senza riuscire a spegnerla. Pizzinato, che entra come apprendista non pagato nella bottega di Tiburzio Donadon, sarà presto notato per le sue qualità. Quando è impiegato in una Banca locale, continua a dipingere motivi della campagna friulana en plein air. Sarà il direttore della Banca a scoprire questa sua passione e a pagare a Pizzinato le ore di lezioni di pittura presso il pittore Pio Rossi, suo primo maestro. Solo nel 1930, riuscirà a iscriversi all'Accademia di Belle Arti di Venezia sotto la guida di Virgilio Guidi, iniziando così il vero percorso di maturazione artistica. La vincita nel 1936 della Borsa di studio Marangoni gli permetterà di lasciare Pordenone e di vivere per tre anni a Roma dove incontra gli artisti della Cometa e, in particolare, diventa amico di Renato Guttuso. Lo scoppio della guerra obbliga Pizzinato a rientrare a Pordenone, ma, nel 1940, inizia la sua carriera di artista con la scelta di vivere e lavorare a Venezia, Nel 1941, la prima mostra personale alle Botteghe d’Arte di Venezia suscita interesse nel pubblico e grandi lodi dalla critica.

Questa sezione continua con il periodo della Resistenza, quando dall'autunno del 1943 fino al 1945 interrompe l'attività di pittore e partecipa attivamente alla lotta antifascista. Questo periodo, i cui ultimi mesi sono trascorsi in carcere dopo l'arresto da parte dei fascisti, è vissuto dall'artista come un momento di rinascita morale che, cambiandolo come uomo, lo costringe a cambiare come artista. A conclusione della sezione sono poste le più importanti opere del dopoguerra e quelle più significative create durante l'adesione al movimento artistico del Fronte Nuovo delle Arti, di cui è uno dei fondatori e tra i maggiori promotori.

La seconda sezione è dedicata all'adesione di Pizzinato al Realismo Italiano, tormentata decisione scaturita dalla polemica tra astrattisti e realisti nata a seguito del violento articolo contro l'astrattismo attribuito a Togliatti e pubblicato su "Rinascita" nell'autunno del 1948. Nel marzo del 1950 il Fronte si scioglie e in quell'anno Pizzinato espone Un fantasma percorre l'Europa nella sala dedicata al Realismo alla XXV Biennale. Persi i vecchi amici di tante lotte in comune, Pizzinato cerca di creare una personale estetica che sappia coniugare le istanze dell'Umanesimo socialista - l'uomo nuovo rappresentato dai lavoratori - con le esigenze ideologiche del Partito Comunista. L'esperienza fondamentale di questi anni è la decorazione della Sala Consiliare della Provincia di Parma, che lo impegnerà dal 1953, anno in cui vince il concorso, fino all'ottobre del 1956, quando l'opera sarà ufficialmente inaugurata. Fedele alla rappresentazione della nuova realtà sociale, proletaria e contadina, rappresentata politicamente dal Partito Comunista, rimane legato al movimento realista fino al 1962, molti anni dopo la brutale sconfessione operata dalla Commissione Cultura del Partito dopo i fatti di Ungheria; da questa data Pizzinato vive in una forzata solitudine accettata con rassegnato stoicismo.

La terza sezione si apre con l'improvvisa morte della moglie Zaira, nel dicembre del 1962, che provoca una profonda crisi artistica e l'esaurirsi dell'esperienza realista. Il fecondo dialogo con Bepi Mazzariol, amico e storico dell'arte, lo porta già nel marzo del 1963 al periodo neonaturalista, iniziato dalla felice serie "Dal giardino di Zaira", con la quale giunge a una piena libertà espressiva utilizzando forme sia dinamiche, sia astratte o figurative ma sempre fedele a una concreta visione della realtà. A questa rinnovata felicità nell'arte non è estranea, nella vita, l'incontro nel febbraio del 1966 con Clari, che diventerà la sua seconda moglie, nuova modella per una ricca serie di ritratti e figure, e feconda musa ispiratrice di fortunati motivi, tra i quali la serie di dipinti "Gabbiani", "Betulle", "Venezia". Questo è anche un periodo di grandi riconoscimenti ufficiali. Oltre alla partecipazione, con una sala monografica, alla edizione della Biennale di Venezia del 1966, ricordiamo, tra la mostre più significative, quella alla Bevilacqua La Masa del 1962, le grandi retrospettive a Mosca e a Leningrado nel 1967 e a Berlino e a Dresda nel 1968, le mostre a Pordenone del 1970 e del 1973 e quella al Museo Correr del 1981, che rappresentò la sua definitiva consacrazione. Pizzinato non si ferma qui, ma la ricerca di nuovi orizzonti, il raggiungimento di una piena libertà interiore, lo spingono verso ulteriori traguardi. Inizia così quello che sarà l'ultimo ciclo della sua pittura, con critica intelligenza definito da Mazzariol il "Preludio per un quarto tempo": sono grandi dipinti portatori di una nuova astrazione costruita su rigorose geometrie. Il libro Poffabro luogo magico, dedicato al suo Friuli e pubblicato nel 1992, può essere considerato come il suo testamento spirituale ed è posto a conclusione della sezione. Pacificato col proprio animo, riannodati i legami con la propria terra natale, con la "forza magica" così ben descritta nella sua poesia da Andrea Zanzotto, eleva un alto monito a difesa del rispetto dei luoghi e della loro memoria, mescolando ricordi autobiografici alla denuncia costruttiva contro la speculazione edilizia e restauri architettonici dissennati.

Un'idea di paesaggio come patrimonio collettivo che trova le sue radici nel ricordo delle persone che lo hanno abitato e che esalta lo stretto connubio con quelle che lo abitano e che desiderano tramandarlo alle generazioni successive come un valore comune, suggello di una più alta civiltà.

Immagine: Dragamine e faro (1947)

Vernice per la stampa venerdì 8 febbraio 2013, ore 11.00

Inaugurazione sabato 9 febbraio 2013 ore 17.30

PArCo - Galleria d’arte moderna e contemporanea di Pordenone “A. Pizzinato”
viale Dante 33, Pordenone
Orario: da martedì a sabato 15.30-19.30
domenica 10.00 - 13.00 e 15.30-19.30
chiuso i lunedì, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno
Biglietti: Intero € 5, Ridotto € 3
Gratuito fino a 18 anni

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