Il cielo stellato sopra noi. Per l'esposizione l'artista propone una serie di lavori che si compongono per tagli geometrici e cromatici per rappresentare astri, galassie e masse stellari.
Sedotto dalla misteriosa bellezza del firmamento
Testo di Giuseppe Bilotta
A indurre Baum a comporre le sessantaquattro tecniche miste del ciclo, Il cielo stellato sopra di noi,sono state le
parole del grande naturalista tedesco Haeckel che definiva il libro di Bruno H. Burgel,Dai mondi lontani, “il migliore
messaggero popolare dei cieli”. Nell’opera di Burgel sono trattati in linee generali i problemi più interessanti del-
l’astronomia, l sua storia, il lavoro degli osservatori a potenti telescopi, la descrizione del cielo stellato, la vita delle
stelle e la struttura dell’universo come nei tempi più recenti si concepisce .Il libro di Burgel , al suo primo apparire,
ottenne un successo mondiale. Fu tradotto in molte lingue.
Naturalmente, Baum ha letto, entusiasta, anche lui il capolavoro dello studioso tedesco che gli ha schiuso lo sguar-
do all’eterna bellezza e grandiosità dei mondi sopra di noi e si è messo subito al lavoro dimostrando che anche il
suo genio è capace di alzare degnamente i suoi occhi alle stelle. Gli spettacoli, visti o immaginati, sono così affa-
scinanti che non si dimenticano più per il modo con cui sono artisticamente realizzati.
Gli elementi fondamentali che caratterizzano queste opus sono tre : un piano alto (costellazioni) e un piano basso
(terra, che può essere sia del nostro che di altri pianeti) e un altro di cui diremo più avanti.
Strutturalmente i primi due piani variano tra loro per equilibrio compositivo di soggetti e toni, per una parità estetica
di realtà prospettate. Il secondo piano è descritto come una possibile onda marina, una nube, un fondo cupo o co-
lorato, una formazione di sale, una lingua o frammento di fuoco, un chiarore inquietante, uno strapiombo glaciale,
una frana nevosa, un tratto sabbioso da deserto, uno squarcio tempestoso, un getto bianco di materia, un rosseg-
giare avanzante di teste rocciose antropomorfe, un profilarsi di bossolo o lume acceso, un affiorare di satellite da
un suolo lunare, un passaggio di figure vagamente geometriche di marrone scuro scortate da sequele di particelle
del medesimo colore, rocce purpuree in penombra davanti a piramide brunastra, strane e leggiadre forme di co-
lore bruno, rosa blu, bianco e verde che centralmente splendono su riva nera di aspetto bituminoso, potenti venti
radenti che lasciano tracciati bianchi nei loro attraversamenti di piatte pianure grigie, crateri come due occhiaie che
si stagliano su colline lunari o marziane ed altri segni che appaiono da fondi misteriosi.
Il terzo piano, più che materiale, è ideale : rappresenta la “visività” dei due primi elementi illustrati e si abbina alla
misteriosità che avvolge tutto il creato. Il numero “tre” accennato è la natura tripartita del mondo in quanto cielo,
terra ed acqua: è l’uomo in quanto corpo, anima e spirito.
In questi lavori di Baum tutto si illumina per tagli geometrici e cromatici. Ogni dettaglio luminoso desta meraviglia.
L’attenzione con cui si guarda ad ogni singola tavola è sempre gratificata da una cosmicità sorprendente, da una
temporalità assente.
Qui tutto si muove e splende senza un tempo matematicamente fissabile con precisione. Qui tutto è scoperta di
astri, galassie, masse stellari in aree spaziali di varia conformazione e colorazione. Nulla è prevedibile: ci si trova
sempre di fronte a volte diurne o notturne che sembrano risultare come scoperte di nuovi pianeti.
In questi risultati, che si “vestono” di un visionarismo che muta da un quadro all’altro, cresce, stupisce e attrae la
spettacolarizzazione oggettiva che Baum mette in mostra con una cultura visiva eccezionale e uno sconfinamento
universale che sbalordisce. La sua profonda conoscenza scientifica dell’universo, rimanda alla riflessione di La-
place che considera l’uomo come il centro del moto degli astri.Tale seducente illusione, dettata dall’amor proprio,
è come una piccola fiamma ancora accesa in un punto sensibile nell’immensità dello spazio.
Quel che appare egregiamente rappresentato in questo cielo di Baum è la regolarità e l’irregolarità di stelle tra cui
spiccano le pulsar che emettono onde elettromagnetiche che si ricordano come i fari dei porti. Le stelle più lumi-
nose sono nove e supernove. La loro luminosità può aumentare improvvisamente per poi svanire a poco a poco
come un caro ricordo, pur continuando ad esistere per un ceto periodo di tempo. La luce prodotta dall’esplosione
di una supernova può addirittura eclissare una intera galassia. La spettacolarità di tale deflagrazione fu registrata
per la prima volta nel 1054 d.C.
Tutte queste stelle, raggruppamenti apparenti, formano le costellazioni che in queste inquadrature di Baum varia-
no per estensioni e posizioni. Il loro fulgore, a volte, si unisce col fulgore di corpi astrali splendenti, di Ufo da cui
siamo costantemente costretti a difenderci dalla loro intrusione. Tra tutte queste opus create ci piace segnalare la
costellazione che sembra figurare la grande nebulosa di Orione che appare come un fantasioso spettacolo pirotec-
nico. Splendidamente realizzato è anche l’attraversamento luminoso d’ una cometa : forse quella di Halley, come
fu vista dalla terra la notte del 20 maggio 1910, o l’aspetto d’una parte della costellazione dei Gemelli. In un’altra
costellazione un grande disco tutto dorato si inarca a formare una sorta di cresta. In un’altra ancora miriadi di stelle
tendono a simmetricamente incupolarsi silenziosamente come anime migranti verso mete celesti. In questa rapida
rassegna- puramente indicativa rispetto alla quantità e la qualità dell’intera raccolta- è anche una costellazione che
presenta uno splendido fondo turchino cupo, in cui si vedono dondolare nubi di gas interstellare.
All’accennata descrittività di alcuni dettagli di questi firmamenti, che inclinano il fruitore ad ammirarli in silenzio,
bisogna evidenziare che l’intera realizzazione di ogni singola costellazione è graficamente seducente per come
Baum la interpreta e la esegue per compattezza formale ed eleganza di ricamo segnico: più che la contemplazione
di naturali volte notturne è la contemplazione di “ visioni” che ci stanno di fronte, è il frutto proibito di una visionarietà
interiore che prende corpo e ci ammalia.
Max Baum nasce il 3 ottobre 1939 a Klagenfurt, capitale del Land austriaco della Carinzia.Laureato in filosofia. La passione per
la pittura si manifesta fin dall’adolescenza alla quale aggiunge, più tardi quella per la scienza, astronomia e fisica .A ventisette
anni la sua prima personale di disegni e acquerelli in una galleria di Vienna, nei quali rivela un gran talento di artista aperto
a modelli astratti e fantastici. Seguono nel tempo altre mostre di opere grafiche e di pittura in Francia ed in Germania, in cui
maggiormente si affina il respiro poetico e scientifico. In Italia espone per la prima volta a Napoli, a cura di Giuseppe Bilotta,
la stupenda raccolta di tecniche miste, Il cielo stellato sopra di noi,create tra il 2009 e il 2011. In queste composizioni l’aspetto
che appare più particolarmente significativo e moderno è la correlazione tra forme geometriche,rappresentazione oggettiva e
la “negazione” del disegno: come si riscontra nel quadro di Klee, Monsieur Perlenschwein, 1925, opera programmatica che
singolarmente si distingue in tutta la produzione del grande artista elvetico.
Per dare un’idea visiva della sua persona fisica, ecco un breve ritratto. Max Baum è alto e snello. Fronte spaziosa, occhi gri-
gioverdi, naso aquilino. Figura da aristocratico. Modi gentilissimi. Sorriso accattivante. Voce ferma,chiara e squillante. E’ bello
ascoltarlo. Perfetto gentleman. Più che un mitteleuropeo, sembra un Lord inglese di campagna. Sua vaga somiglianza con
Ludwig Wittgenstein. Veste con sobria eleganza. È cordiale ed ospitale. Sensibilissimo. Fuma la pipa Sposato. Innamoratissi-
mo della moglie, Rosa, che nel suo studio conversa, sferruzzando, con lui a conclusione della mostra.
Giovedì 7 marzo 2013 ore 17
Reading di poesia; intervengono
Giuseppe Bilotta - Enza Silvestrini - Giuseppe Vetromile - Raffaele Urraro
Inaugurazione venerdì 15 febbraio 2013, ore 17. Interviene Antonio Filippetti
Movimento Aperto
via Duomo, 290 Napoli
Martedì e venerdì dalle 17.00 alle 19.00, giovedì dalle 10.30 alle 12.30 e su appuntamento.
Ingresso libero