Studio Luca G. Righini Arte Contemporanea
Milano
via Pergolesi, 22 (Sottoscala a sinistra, di fronte alla portineria)
340 8914746 FAX

Giorgio Celon
dal 6/3/2013 al 27/3/2013
su appuntamento

Segnalato da

Giorgio Celon



approfondimenti

Giorgio Celon
Kevin McManus



 
calendario eventi  :: 




6/3/2013

Giorgio Celon

Studio Luca G. Righini Arte Contemporanea, Milano

Solo bianco. L'artista parte da un'immagine fotografica rispondente a un genere consolidato come la veduta urbana, per poi rielaborarla pittoricamente.


comunicato stampa

a cura di Kevin McManus

Dove può portare, per un artista di oggi, l'osservazione, l'assimilazione e la rappresentazione della realtà? La lettura stereotipa della contemporaneità - stereotipa ma non priva di fondamento - ci vede immersi in un mondo (ri)fatto di immagini, riportati dall'ideale condizione di fruitori attivi, a cui le più recenti avanguardie hanno voluto condurci, a quella effettiva di spettatori, passivi e pertanto manipolabili, governabili da quell'aura della presenza mediale che condiziona le nostre scelte, dalla politica alla moda, dallo stile di vita all’arte. Forse l'esasperata pluralità che caratterizza le manifestazioni artistiche contemporanee è da ricondurre proprio a questa condizione, e ai diversi gradi di relazione che gli artisti hanno sviluppato con essa, dall'acritica accettazione (o addirittura celebrazione) all'altrettanto acritico rifiuto.

Giorgio Celon si colloca ben lontano da entrambi questi estremi, ugualmente pericolosi. Parte dall'immagine, e da un'immagine fotografica rispondente a un genere consolidato come la veduta urbana. La tecnica pittorica con cui la elabora, basata sull'uso esclusivo dell'acrilico bianco e della tela (o altri tipi di supporto) a vista, mantiene i suoi lavori in un'area opportunamente distante sia dalla retorica del “sublime di periferia” che dal vuoto compiacimento virtuosistico, ma anche dalla logica dello stile come "marchio" personale feticizzato. Punto su questo aspetto perché, al di là dell'indubbia suggestione delle tele di Celon, del poetico senso di straniamento che suscitano, della constatazione ammirata della perizia manuale necessaria a realizzarle, c'è un discorso tecnico che va oltre, portando l'attenzione sul mezzo e sulle sue possibilità linguistiche: in Celon il "segno" del pittore è capovolto, ossia è il supporto, con il suo colore neutro, a costituire la figura, mentre il colore, il bianco, ha il compito di allontanare il "fondo", progressivamente, attraverso le sue diverse gradazioni. Celon toglie ciò che non è segno attraverso il bianco, agisce per sottrazione, e così facendo rovescia la gerarchia più classica del medium pittorico, quella tra una parte neutra, vuota (il fondo) e un traccia attivata (la figura). Pur mantenendo il "positivo" dell'immagine (i rapporti tra luce ed ombra sono invariati), l'artista attua un'inversione tra segno e non-segno.

Che rapporto possiamo stabilire, dunque, con queste immagini? O meglio, che rapporto stabiliscono esse con noi? La loro rigorosa monocromia - che non è mai acromia, poiché se c'è un artista per cui il bianco è un colore, questo è proprio Celon - ci allontana dal soggetto rappresentato, impedendoci un'adesione ad esso, raffreddando la familiarità con questi luoghi che riconosciamo o crediamo do riconoscere. Al tempo stesso la ricostruzione ottica della tecnica e del processo esecutivo ci riavvicinano alla superficie dell'opera, ci fanno riacquisire la familiarità perduta attraverso il tempo che dedichiamo alla sua lettura. Se l'immagine di Celon ci appare come un fantasma, è però un fantasma estremamente nitido; non una riduzione del reale, ma la costruzione di una visione, che parte dal supporto e lo scava in profondità attraverso la poesia del bianco.

Kevin McManus

Inaugurazione 7 marzo ore 19

Studio Luca G. Righini Arte Contemporanea
via Pergolesi, 22 (Sottoscala a sinistra, di fronte alla portineria) - Milano
Su appuntamento

IN ARCHIVIO [16]
Piccole misure
dal 20/11/2013 al 19/12/2013

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede