Nuovo progetto fotografico dedicato a Milano
Arriva a Milano, allo Spazio Oberdan, su iniziativa della Provincia di Milano, in collaborazione con Contrasto, la mostra Parigi+Klein, un nuovo progetto fotografico di William Klein dedicato interamente alla sua città d'adozione.
Nella tradizione delle città fotografate e raccontate da Klein – New York, Roma, Mosca, Tokyo – ecco l'ultima tappa, inedita finora, del percorso artistico e visionario di un grande autore dei nostri anni.
William Klein, americano di nascita, ha scelto di vivere a Parigi da oltre 50 anni perché ama questa città e in tutti questi anni non ha smesso di percorrere le sue strade, conoscerne o riconoscerne gli abitanti, sentirsi osservatore distaccato ma partecipe della sua vita. Ed ecco il frutto del suo lungo rapporto, fatto di fascinazione e passione, con Parigi: una nuova, sorprendente raccolta di immagini che racconta cinquant'anni di vita e di osservazione di uno dei più importanti fotografi del secolo.
La mostra, più di cento scatti tra colore e bianco e nero, come il catalogo che lo accompagna, presenta immagini in grande formato che trascinano lo spettatore in un turbinio visivo assordante e di una intensità veramente incredibile: come sempre, Klein sorprende e affascina.
Questa mostra rende omaggio ad un autore che ha cambiato la fotografia e il modo di vedere, influenzando con il suo stile molti fotografi delle generazioni successive. Parigi+Klein è un puzzle di splendide immagini: la gente per le strade, l'ambiente della moda, i poliziotti, il mercato, i protagonisti della politica, i volti della metropolitana, il mondo del calcio: la vita di una città colta con lo sguardo unico di Klein. Uno sguardo vivo, a volte caldo, altre malinconico, ma sempre umoristico, ironico e anche commovente.
La mostra si avvale della collaborazione di CP Company e Club La Repubblica.
Nel corso della durata della mostra, presso la sala cinematografica dello Spazio Oberdan, si terranno alcune serate di proiezione dei film realizzati da Klein.
William Klein, pittore, fotografo, cineasta, grafico, sfugge a tutte le etichette e a tutte le categorie.
Nato a New York nel 1928 da una famiglia d'origine ungherese, Klein cresce nelle ''Main Streets'' di Manhattan. Terminata a 18 anni l'Università , passa due anni nell'esercito d'occupazione e si installa a Parigi per diventare pittore (lavora brevemente con Fernand Léger e utilizza le tecniche fotografiche per generare forme geometriche e concepire pannelli di vetro). In seguito,
è a Milano dove realizza una serie di pitture murali per degli architetti italiani assimilando l'intera evoluzione dell'arte plastica, da Masaccio alla Bauhaus.
Di ritorno a New York nel 1954, realizza un giornale di bordo fotografico che uscirà in volume due anni dopo: Life is good and good for you in New York (Premio Nadar, 1956) che lo rende famoso in tutto il mondo.
Il linguaggio visuale di Klein fin da subito rompe con la tradizione che voleva che il fotografo fosse una presenza discreta sulla scena, quasi invisibile. Lui, invece, fotografa nelle strade usando il grandangolo, sviluppa le immagini realizzando fotografie ''anarchiche'', distorte, sfuocate ma immediate, che non solo rivelavano ma enfatizzavano la presenza del fotografo sulla scena. Proprio dopo aver visto questo libro, qualche anno dopo la sua pubblicazione, Federico Fellini gli offre la possibilità di lavorare come assistente sul set. Per Klein è la possibilità di stare accanto ad un altro genio visionario e, contemporaneamente, di acquisire nuove immagini e nuove esperienze. Nascono i libri dedicati a Roma, a Tokyo, a Mosca.
Questa serie di libri dedicati alle città , con fotografie sorprendenti, crude e dall'impaginazione molto innovativa (anch'essa opera di Klein) provocano una vera e propria rivoluzione nel modo di fotografare e influenzeranno molto le generazioni successive di fotografi. L'attività di Klein è punteggiata da successi controcorrente. Fotografa per strada, a bruciapelo, le sue immagini sono ritenute troppo contrastanti, lavora nella metrò di Mosca (le sue fotografie sono mosse, con inquadrature instabili, cercando di cogliere il momento in cui l'apparecchio agisce come uno sguardo naturale). Vede le cose ''diversamente'', al contrario di come ce le aspettiamo, lo dice in modo chiaro, con uno stile al limite, più vicino alle libertà dell'arte contemporanea che agli stereotipi fotografici.
Fotografo inventivo anche nella moda, regista cinematografico (venti film tra cui: Muhammad Alì the Greatest 1965; Qui êtes-vous Polly Magoo?, 1966; Le couple témoin, 1976; The Messiah, dalla musica di Handel, 2000), autore di reportage, di pubblicità , autore di libri, Klein ritorna spesso al cuore del problema: una storia da raccontare, nel modo più conciso e più adeguato possibile. Nel 1995, viene presentata con grande successo in Italia la mostra, accompagnata dal libro, New York 1954-55.
Tra i tanti premi che gli sono stati assegnati, il Premio Hasselblad, il Guggenheim, il Grand Prix National in Francia, il Kutur Preis e il Premio Agfa –Erfurt.
Spazio Oberdan,
Viale Vittorio Veneto 2 Milano