Marina Filomena
Silvana Chiozza (p
Irma Carolina Di Monte
Marcela Szurkalo
Yanina Lombardi
Yamila Suarez
Sofía Karakachoff
Paola de Pascale
Nadia Merica Formentini
Adriano Rizzo
Vincenzo Padiglione
Carmela Spiteri
Ines Grion
Leticia Marrone
Marina Rivera
La sezione Idee Migranti della mostra "[S]oggetti migranti: dietro le cose le persone" accoglie le proposte di artisti, ricercatori e associazioni che hanno partecipato al concorso lanciato nel 2012. Vengono qui presentate tre nuove installazioni e una mostra multimediale.
La sezione “Idee Migranti” della mostra [S]oggetti migranti: dietro le cose le persone intende accogliere, nel periodo dell’esposizione (fino al 2 aprile 2013), le proposte di artisti, ricercatori, associazioni, centri di ricerca, ecc. che hanno partecipato al concorso lanciato dal Museo “Luigi Pigorini” nel luglio 2012.
“Idee Migranti” è un ampliamento della mostra [S]oggetti migranti e della sua missione: aprire gli spazi museali al dialogo tra diversi attori del territorio nazionale per rafforzare la vocazione del museo ad essere contenitore e catalizzatore di multivocalità, prospettive critiche, contaminazioni di linguaggi.
• Mujeres argentinas (si) raccontano. Artiste dietro le quinte
A cura di Inés Grión, Leticia Marrone e Marina Rivera
Mostra multimediale/fotografia/video/performance - Soppalco Oceania
L'arte è sempre dietro le quinte, perchè osserva il mondo e lo restituisce nuovo, attraversato da tante possibilità trasformative. Una mostra di documentazione audiovisiva è una prova dell'esistenza di mondi possibili e che possiamo guardare anche noi, lontani e protetti dalle riduzioni e dalle manovre spesso strumentali dei media.
La mostra delle Mujeres argentinas si propone di documentare e raccontare il percorso artistico e di vita di 7 donne argentine emigrate in Italia. Utilizzando la tecnica del reportage audiovisivo nasce una vera e propria mostra multimediale che permetterà al pubblico un ingresso nuovo, insolito, straordinario nelle vite di donne che emigrando in un nuovo paese, ne toccano un centro vitale, il cuore immaginativo e quello reale, e che si narrano in presa diretta guardando ed essendo guardate.
Le artiste intervistate sono: Karina Filomena (ballerina), Silvana Chiozza (pittrice), Irma Carolina Di Monte (attrice), Marcela Szurkalo (cantante e ballerina), Yanina Lombardi (musicista), Yamila Suárez (attrice) e Sofía Karakachoff (videomaker e musicista).
La scenografia non è quella esterna, condizionata dai punti di vista estranei e dispersivi, ma quella del soggiorno di un’abitazione, dunque di uno spazio intimo, vitale, scelto dalle protagoniste come punto di partenza per un viaggio che non suggestiona solo la vista ma anche la memoria, l'immaginazione, la riflessione su quanto di noi dimora nella casa dell'altro.
Uno sguardo di donne rivolto alle donne che si diffonderà fino al coinvolgimento diretto. Infatti, le donne argentine che visiteranno la mostra, potranno portare la propria foto “nel salotto mostra” dove, all'interno di cornici “ancora” vuote potranno inserire una loro immagine, una foto, un disegno, contribuendo alla costruzione di una immagine corale, di un ritratto di famiglie sui generis coinvolgendo dal vivo la comunità femminile e argentina in generale. Perchè in quelle case dove le donne argentine vivono, ci siamo anche noi, alleati e complici di una storia di una educazione sentimentale e civile dei nostri tempi.
Gruppo di lavoro:
Ideazione e realizzazione del progetto
Inés Grión, Marina Rivera, Leticia Marrone
Video
Regia: Sofía Karakachoff , Ines Grion e Marina Rivera
Produzione: Ines Grion e Marina Rivera
Riprese: Sofía Karakachoff
Montaggio: Sofía Karakachoff, Mariana Ferrato e Marina De Pedro
Ringraziamenti
Cecilia Chiapero, Lidia Riviello, Francesca Bellino, Francesca Caprini, Andrea Tavilla
In collaborazione con
Network Mujeres Argentinas in Italia
Con il patrocinio di:
Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia - Ufficio culturale
• Coesistenze identitarie di Paola de Pascale
Installazione – Atrio Vetrata
Soggetti e oggetti che pur mantenendo la loro integrità storica si affiancano, dove il colore simboleggia ognuna di queste compresenze con il loro patrimonio culturale, passato ma allo steso tempo attuale e futuribile. Identità, dinamismo umano, trasparenze che sono simbolo d’intercambio e chiarezza. L’opera segna una traccia, che verrà completata dalla performance dove il pubblico sarà chiamato a far parte dell’opera. Ogni rappresentante d’ogni continente, posto innanzi ad un foglio bianco, apporrà il proprio timbro/icona creando via via una sequenza e dando così vita a una comunicazione reale e visiva tra passato e presente.
• Il sigillo di Nadia Merica Formentini e Adriano Rizzo
Installazione – Soppalco Oceania
Il progetto nasce dall’incontro di due sensibilità artistiche, un poeta e un’artista, dalle origini diverse, in una rielaborazione del quotidiano milanese, luogo artificiale tanto per il poeta che per l’artista, entrambi emigranti (diretti o indiretti). Lui emigrato dal sud della Puglia, il Salento. L’incontro impone un’esigenza, quella di trovavare il significato della parola “emigrante” e “casa”. In questo work in progress, l’artista propone un’immagine al poeta e viceversa lui le suggerisce un testo.
• S/Oggetti disorientati. Fagotti e souvenir alla deriva di Vincenzo Padiglione e Carmela Spiteri
Installazione – Atrio Piano terra
La scena contemporanea approssima a noi mondi lontani. Nel renderceli vicini sollecita il movimento di afferrarli, di farne concretamente parte, di esserne tutt'uno. Rende così inquiete le appartenenze, irrequiete le genti come le idee, le cose come le immagini. Quante aspirazioni, sofferenze, ineguaglianze trasudano dai viaggi contemporanei! Quante illusioni di incontri salvifici vengono in essi riposti.
In cerca di lavoro e benessere, di emozioni ed esperienze, si spostano continuamente lungo lasse nord sud due differenti viaggiatori dal diverso potere contrattuale e dalla complementare destinazione. Non si incontrano e, se capita, si evitano. Sono l'Emigrante e il Turista.
L'installazione etnografica li rappresenta tutt'uno con il loro immediato contesto, li fissa - a terra spiaggiati - nei loro stereotipati ideal tipi, identificati nel bagaglio delle loro differenti aspirazioni: l'emigrante nascosto e, ad un tempo, reso espressivo dai quei fagotti che ne sono l'essenziale e umile fardello; il turista dal corpo stracolmo di souvenir, frammenti di esotismo acquistati a buon prezzo, predazioni e spoliazioni in nome dell'inesauribile voracità culturale.
Da una parte la nuda vita [cfr. G. Agamben, Homo Sacer 1995] di chi spesso senza neppure i documenti si espone a drammatiche fatalità solo contando su una disposizione a fronteggiare la cattiva sorte (chiamiamola “resilienza”) precocemente messa alla prova; dall'altra l'individuo possessivo [cfr. C. B. Macpherson, Liberta e proprietà alle origini del pensiero borghese, Milano, 1973] che si identifica nella sua collezione, una persona maschera che cercando altrove quel senso fuggito nella sua patria si nasconde a se stesso. Due umani alla deriva in tempi di crisi.
Inaugurazione: 9 marzo 2013, ore 16,00-19,00
Museo Nazionale Preistorico ed Etnografico Luigi Pigorini
piazza Guglielmo Marconi, 14, Roma
Orari: lun-sab 9-18, domenica 9-13.30
Ingresso libero