Museo del Novecento
Milano
via Marconi, 1
02 88444061
WEB
Tre mostre
dal 3/4/2013 al 7/9/2013
lun 14.30-19.30, mar, merc, ven e dom 9.30-19.30, gio e sab 9.30-22.30

Segnalato da

Ufficio stampa Electa




 
calendario eventi  :: 




3/4/2013

Tre mostre

Museo del Novecento, Milano

"Andy Warhol's Stardust" e' un percorso espositivo cronologico con le serigrafie degli anni '70 e '80: una produzione seriale di stampe realizzate dagli assistenti della Factory che Warhol rifiniva con spasmodica attenzione. La donazione Spagna Bellora presenta 21 opere del gallerista Gianfranco Bellora, ricerche verbovisuali di diversi artisti, insieme a 50 fotografie delle inaugurazioni dello Studio Santandrea. Per "Arimortis" Milovan Farronato ha invitato Roberto Cuoghi a rileggere i materiali dell'Archivio DOCVA: il risultato e' un'intricata ricatalogazione di dati.


comunicato stampa

Andy Warhol’s Stardust
Stampe dalla collezione Bank of America Merrill Lynch

Il Museo del Novecento, dopo la riuscita esperienza dello scorso anno con la mostra fotografica Conversations, è lieto di annunciare una seconda collaborazione con Bank of America Merrill Lynch – sponsor principale del museo, insieme a Finmeccanica – attraverso un’esposizione dedicata a una delle icone internazionali dell’arte del dopoguerra, Andy Warhol (1928-1987).

Curata da Laura Calvi, Andy Warhol’s Stardust sarà inaugurata il 5 aprile 2013 e resterà aperta fino all’8 settembre 2013.
Lo spazio espositivo del museo ospiterà alcune delle stampe più significative dell’artista provenienti dalla collezione Bank of America Merril Lynch, che attua il prestito nell’ambito del programma Art in Our Communities®.

La polvere di stelle evocata dal titolo non è solo la polvere di diamante utilizzata in molte stampe, ma è la capacità di Warhol di creare icone scintillanti e immortali.

Attraverso un percorso espositivo cronologico che inizia con le serigrafie degli anni settanta e si conclude con quelle create nel corso degli anni ottanta, la mostra è un’occasione per tornare su alcune delle tappe salienti della produzione artistica di Warhol.

A partire dalle celebri serie di stampe tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta come Campbell’s Soup, Flowers, Sunset, fino a Grapes, Space fruits, il percorso mette in luce la produzione seriale di stampe realizzate in gran parte dagli assistenti della Factory e nate per essere vendute, ma che Warhol rifiniva e ritoccava con spasmodica attenzione. “La mia filosofia è: fare un quadro al giorno” affermava Warhol, e così è stato dall’inizio degli anni settanta e per tutti gli anni ottanta, quando ritrova vigore la sua produzione pittorica, orientata soprattutto alla ritrattistica. Da Muhammad Alì, a Marilyn Monroe, alle copertine di “Interview” “i suoi ritratti non sono documenti del presente quanto icone in attesa di futuro”, come ha scritto David Bourdon nel 1975.

I volti e i nomi che Warhol rappresenta, esposti in mostra, non appartengono solo a persone: nel ventaglio dei suoi soggetti compaiono anche personaggi mitici - Myths -, eroi dei fumetti e dei cartoni animati per i quali la tecnica, il formato, il taglio dell’immagine e la tavolozza sono i medesimi utilizzati per le persone reali. Il metodo è lo stesso: una visione orizzontale che non percepisce Attraverso un percorso espositivo cronologico che differenze di trattamento, ad esempio, tra i pensatori e protagonisti della cultura del XX secolo – tra cui Freud, Einstein, Gertrude Stein –, le drag queen della New York più mondana, Babbo Natale e Superman.

L’approccio di Warhol uniforma e ridistribuisce i pesi, perchè fermarsi alla superficie rende tutti sufficientemente attraenti e, soprattutto, importanti allo stesso modo.

Rena De Sisto, International CSR e Global Arts & Culture Executive di Bank of America Merrill Lynch afferma: “La nostra azienda è impegnata nell’aiutare ad avvicinare le persone e le culture di tutto il mondo attraverso il linguaggio potente e condiviso dell’arte. Questa mostra, unica e dinamica, raccoglie una splendida selezione della produzione artistica di Warhol, offrendo ai visitatori una visione approfondita dell’opera di uno dei protagonisti della Pop Art. La realizzazione della mostra Andy Warhol’s Stardust. Stampe dalla Collezione Bank of America Merrill Lynch in collaborazione con il Museo del Novecento è un capitolo estremamente gratificante del nostro programma Art in Our Communities e rafforza ulteriormente il nostro impegno verso le arti e la cultura in Italia, dove siamo orgogliosi di operare da più di 50 anni.”

Per la mostra non sono stati realizzati pannelli e didascalie, ma solo brevi testi con informazioni flash che appaiono sui muri come piccoli pop up, permettendo diversi livelli di lettura attraverso nozioni storiche su Warhol e la Pop art, notizie sul contesto socioculturale e curiosità. L’allestimento a cura di Fabio Fornasari sottolinea la produzione seriale, attraverso l’allineamento delle stampe che si susseguono su un corridoio come la corsia di un supermarket dell’arte dove ogni opera ha lo stesso valore e diventa oggetto di consumo.

Il sabato e la domenica, nei mesi di aprile, maggio e giugno Civita organizzerà per i bambini dai 6 ai 12 anni, oltre alla visita didattica, laboratori specifici sui temi della mostra. Inoltre, la compagnia di danza contemporanea Progetto D’Arte proporrà una serie di laboratori nello spazio espositivo della mostra, per avvicinare i bambini e soprattutto gli adolescenti, alle tematiche di Warhol, attraverso un lavoro sul corpo e una performance adatta ai giovanissimi. Alcune delle attività proposte coinvolgeranno bambini e adolescenti anche nel periodo estivo, grazie alla collaborazione con i servizi del Settore Educazione del Comune di Milano.

Sabato 11 e domenica 12 aprile la Fondazione Cineteca Italiana, in collaborazione con il Museo del Novecento, proietterà alcuni film di Andy Warhol; sabato 11 alle ore 14 presso il Museo Interattivo del Cinema il film “Empire” (1964) sarà visibile gratuitamente e coloro che presentano il biglietto del Museo avranno uno sconto sulle altre proiezioni.

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La donazione Spagna Bellora

Dal 5 aprile all’8 settembre il Museo del Novecento ospita la mostra La donazione Spagna Bellora, curata da Giorgio Zanchetti con la collaborazione di Silvia Colombo, che documenta l’attività di gallerista e di promotore culturale di Gianfranco Bellora (Trecate 1930 - Milano 1999), attraverso una selezione di opere della sua collezione donate nel 2012 al Museo del Novecento dalla moglie Anna Spagna Bellora.

Nel 1969, dopo aver maturato alcune esperienze collezionistiche e di mercato, Bellora aprì a Milano una propria galleria, lo Studio Santandrea, presentando le ricerche italiane e internazionali del de-collage, della Mec Art e del Nouveau Réalisme, ma anche mostre personali e collettive di alcuni protagonisti italiani dell’astrazione e della neoavanguardia post- informale. Con l’inizio del nuovo decennio, e grazie alla fondamentale mediazione di Emilio Isgrò, Bellora cominciò a raccogliere ed esporre sistematicamente l’opera dei principali autori italiani e stranieri delle più recenti ricerche verbovisuali, avvalendosi spesso della collaborazione di critici particolarmente attenti al fenomeno, come Migliorini e Menna. Allineava così, tra il 1970 e il 1981 un’intensa serie di esposizioni personali e collettive che vedevano la presenza di tutti i principali esponenti di quelle ricerche. L’attività di studio e di promozione di questi artisti proseguì negli anni Ottanta, prima attraverso la collaborazione di Bellora con la Galleria Annunciata, poi, dalla fine del 1986 a tutto il 1991, attraverso l’attività del Centro Culturale d’Arte Bellora, in via Borgonuovo.

Erano gli anni della consacrazione e della prima “sistemazione storica” delle ricerche verbovisuali della neovanguardia e Gianfranco Bellora diede un fondamentale contributo a questo processo di riconoscimento organizzando numerose mostre personali e collettive e pubblicando accurate edizioni come Segnoepoesia (1987) e Milano et mitologia (1989).

È questo versante degli interessi di Gianfranco Bellora ad essere rappresentato dalle 21 opere donate al Museo del Novecento dalla moglie Anna. In mostra saranno presenti opere di Lamberto Pignotti, Stelio Maria Martini, Adriano Spatola, Elio Marchegiani, Alessandro Algardi, Vincenzo Accame, Agostino Ferrari, Umberto Mariani, Magdalo Mussio. Saranno esposte anche 50 fotografie originali di Enrico Cattaneo che documentano le inaugurazioni dello Studio Santandrea ed altri materiali dell’Archivio Bellora, conservato presso il Museo del Novecento.

Oltre alle opere in mostra la donazione Spagna Bellora comprende anche opere di Anna Spagna, Roberto Comini, Francesco Correggia, Fernando De Filippi, Giorgio Milani, Sarenco (Isaia Mabellini). Dopo la prematura scomparsa di Gianfranco Bellora la moglie ha intrapreso un’opera di valorizzazione della collezione, iniziata con una donazione al MART di Rovereto e con un deposito presso il Museo di Vizzini.

Accompagna la mostra il catalogo edito da Silvana Editoriale.

Promosso dal Comune di Milano

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Archivi del Novecento
Ettore e Claudia Gian Ferrari

Arimortis

a cura di Roberto Cuoghi e Milovan Farronato

Nell’ambito della collaborazione tra il Museo del Novecento e DOCVA (Documentation Center for Visual Arts), la Sala Archivi “Ettore e Claudia Gian Ferrari” ospita la mostra Arimortis, in occasione della quale Milovan Farronato per Viafarini ha invitato l’artista Roberto Cuoghi a proporre una lettura personale dei materiali dell’Archivio, a compimento del suo impegno dal 2006 al 2012 presso il DOCVA.

Arimortis è la richiesta di una pausa. Ci si riallaccia le stringhe allentate delle scarpe sospendendo temporaneamente il gioco. Il termine che dà il titolo alla mostra - spesso abbreviato in “arimo” - è infatti usato convenzionalmente tra i bambini durante il gioco, per chiederne una sospensione. Nelle vetrine della Sala Archivi del Museo del Novecento la pausa consente “un’intricata, inusuale e suggestiva catalogazione di dati: le opere convivono con gli oggetti d’affezione, i “memorabilia” con i tentativi faticosi - talvolta persino drammatici - di esternare le proprie intime risposte emotive”.

Viafarini DOCVA dal 1991 raccoglie senza filtri i materiali degli artisti italiani - o residenti in Italia - che hanno manifestato un intento professionale o in altri casi quasi compulsivo. Per la mostra - dopo aver visionato integralmente i materiali raccolti in quasi 4.000 portfolio archiviati presso la Fabbrica del Vapore - sono stati avviati, laddove possibile, dialoghi individuali con ciascuno degli artisti coinvolti allo scopo di capire come l’universo ossessivo della loro ricerca potesse “esplodere sotto vetro”. I curatori hanno attinto a queste prospettive: non un hortus siccus, ma fragranze caratterizzanti germogliate in seno all’Archivio.

Per Arimortis non sempre sono state scelte opere da esporre, talvolta sono stati avviati progetti in collaborazione con altri specialisti, come nel caso dell’artista siberiana Olga Schigal che partecipa alla mostra aderendo e complicando il progetto Madrelingua del musicista Saverio Lanza, o della pittrice Lorenza Boisi che interpreta gli esiti di un percorso di regressione personale accompagnato dall’ipnotista Felice Perussia. Vera Morra e Katthy Cavaliere - prematuramente scomparse - sono presenti attraverso la rievocazioni di altre due artiste, rispettivamente Chiara Fumai e Sabrina Sabato. Sissi collabora con se stessa: Daniela Olivieri. In mostra anche le dissolvenze incrociate di Gino Lucente e l’allegorico funerale in papier maché di Luigi D’Eugenio; le anamorfosi di Francesco Mannarini e il pellegrinaggio di Giorgio Andreotta Calò; la vita ritirata di Christian Tripodina e i fragili equilibri di Manuel Scano; le confessioni di Betty Bee e gli abiti nuziali di Paola Pivi e Karma Lama; i crocefissi di Cecile Genovese e l’armatura di Carlo Gabriele Tribbioli; i ricami di Maria Stella Tiberio con il marito Michele Napoli e i residui della vita troppo complicata di Giona Bernardi.

“Le opere esposte in mostra rappresentano un mondo intenzionalmente pulsionale che forza i sigilli delle algide bacheche in corian bianco e cristallo progettate da Italo Rota: oltre la finitezza e la perfetta funzionalità un vortice di “vetrofanie” fuori scala e fuori misura che vira le prospettive di valutazione artistica per la durata dell’esposizione”. Si manifesta così la presunzione paradossale di costringere smisuratezze sotto teca, di confinare attitudini pulsionali senza visione d’insieme né progettualità.

Accompagna la mostra un approfondimento monografico che intende riflettere sul valore e il contenuto della smisuratezza. La pubblicazione, edita da Mousse e prodotta da Fiorucci Art Trust, raccoglie le riflessioni di Massimo Carboni, Roberto Cuoghi, Michele Ernandes, Gian Antonio Gilli, Luciano Manicardi, Luca Scarlini e Pier Paolo Tamburelli.

Sponsor principali
Bank of America Merrill Lynch
Finmeccanica

Visite guidate
Civita. Info e prenotazioni 02.43353522 museodelnovecento@civita.it
Daniela Bastianoni - Responsabile Didattica per il Museo del Novecento 02.88448150 daniela.bastianoni@comune.milano.it

Ufficio stampa
comune di milano Elena Conenna Tel. 02.884. 53314 elenamaria.conenna@comune.milano.it
electa Anna Salvioli Tel. 02.71046250 ufficiostampa.electa@mondadori.it
Responsabile Comunicazione Monica Brognoli Tel. 02.71046456 brognoli@mondadori.it

Conferenza stampa giovedì 4 aprile ore 12

Museo del Novecento
via Marconi 1, Milano
Apertura
lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Biglietti
intero 5 euro
ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali)

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