Andy Warhol
Vincenzo Accame
Alberto Algardi
Roberto Comini
Francesco Correggia
Elio Marchegiani
Giorgio Milani
Lamberto Pignotti
Stelio Maria Martini
Adriano Spatola
Agostino Ferrari
Umberto Mariani
Magdalo Mussio
Enrico Cattaneo
Roberto Cuoghi
Giorgio Zanchetti
Laura Calvi
Milovan Farronato
"Andy Warhol's Stardust" e' un percorso espositivo cronologico con le serigrafie degli anni '70 e '80: una produzione seriale di stampe realizzate dagli assistenti della Factory che Warhol rifiniva con spasmodica attenzione. La donazione Spagna Bellora presenta 21 opere del gallerista Gianfranco Bellora, ricerche verbovisuali di diversi artisti, insieme a 50 fotografie delle inaugurazioni dello Studio Santandrea. Per "Arimortis" Milovan Farronato ha invitato Roberto Cuoghi a rileggere i materiali dell'Archivio DOCVA: il risultato e' un'intricata ricatalogazione di dati.
Andy Warhol’s Stardust
Stampe dalla collezione Bank of America Merrill Lynch
Il Museo del Novecento, dopo la riuscita esperienza
dello scorso anno con la mostra fotografica
Conversations, è lieto di annunciare una seconda
collaborazione con Bank of America Merrill Lynch –
sponsor principale del museo, insieme a Finmeccanica
– attraverso un’esposizione dedicata a una delle icone
internazionali dell’arte del dopoguerra, Andy Warhol
(1928-1987).
Curata da Laura Calvi, Andy Warhol’s Stardust sarà
inaugurata il 5 aprile 2013 e resterà aperta fino all’8
settembre 2013.
Lo spazio espositivo del museo ospiterà alcune
delle stampe più significative dell’artista provenienti
dalla collezione Bank of America Merril Lynch, che
attua il prestito nell’ambito del programma Art
in Our Communities®.
La polvere di stelle evocata dal titolo non è solo
la polvere di diamante utilizzata in molte stampe,
ma è la capacità di Warhol di creare icone scintillanti
e immortali.
Attraverso un percorso espositivo cronologico che
inizia con le serigrafie degli anni settanta e si conclude
con quelle create nel corso degli anni ottanta, la mostra
è un’occasione per tornare su alcune delle tappe
salienti della produzione artistica di Warhol.
A partire dalle celebri serie di stampe tra la fine degli
anni sessanta e i primi anni settanta come Campbell’s
Soup, Flowers, Sunset, fino a Grapes, Space fruits, il
percorso mette in luce la produzione seriale di stampe
realizzate in gran parte dagli assistenti della Factory
e nate per essere vendute, ma che Warhol rifiniva e
ritoccava con spasmodica attenzione. “La mia filosofia
è: fare un quadro al giorno” affermava Warhol, e così
è stato dall’inizio degli anni settanta e per tutti gli
anni ottanta, quando ritrova vigore la sua produzione
pittorica, orientata soprattutto alla ritrattistica.
Da Muhammad Alì, a Marilyn Monroe, alle copertine
di “Interview” “i suoi ritratti non sono documenti
del presente quanto icone in attesa di futuro”, come
ha scritto David Bourdon nel 1975.
I volti e i nomi che Warhol rappresenta, esposti
in mostra, non appartengono solo a persone:
nel ventaglio dei suoi soggetti compaiono anche
personaggi mitici - Myths -, eroi dei fumetti e dei
cartoni animati per i quali la tecnica, il formato,
il taglio dell’immagine e la tavolozza sono i medesimi
utilizzati per le persone reali. Il metodo è lo stesso:
una visione orizzontale che non percepisce
Attraverso un percorso espositivo cronologico che
differenze di trattamento, ad esempio, tra i pensatori
e protagonisti della cultura del XX secolo – tra cui
Freud, Einstein, Gertrude Stein –, le drag queen della
New York più mondana, Babbo Natale e Superman.
L’approccio di Warhol uniforma e ridistribuisce
i pesi, perchè fermarsi alla superficie rende tutti
sufficientemente attraenti e, soprattutto, importanti
allo stesso modo.
Rena De Sisto, International CSR e Global Arts &
Culture Executive di Bank of America Merrill Lynch
afferma: “La nostra azienda è impegnata nell’aiutare
ad avvicinare le persone e le culture di tutto il mondo
attraverso il linguaggio potente e condiviso dell’arte.
Questa mostra, unica e dinamica, raccoglie una
splendida selezione della produzione artistica di
Warhol, offrendo ai visitatori una visione approfondita
dell’opera di uno dei protagonisti della Pop Art.
La realizzazione della mostra Andy Warhol’s Stardust.
Stampe dalla Collezione Bank of America Merrill
Lynch in collaborazione con il Museo del Novecento
è un capitolo estremamente gratificante del nostro
programma Art in Our Communities e rafforza
ulteriormente il nostro impegno verso le arti e la
cultura in Italia, dove siamo orgogliosi di operare
da più di 50 anni.”
Per la mostra non sono stati realizzati pannelli
e didascalie, ma solo brevi testi con informazioni
flash che appaiono sui muri come piccoli pop up,
permettendo diversi livelli di lettura attraverso
nozioni storiche su Warhol e la Pop art, notizie sul
contesto socioculturale e curiosità. L’allestimento
a cura di Fabio Fornasari sottolinea la produzione
seriale, attraverso l’allineamento delle stampe che
si susseguono su un corridoio come la corsia di un
supermarket dell’arte dove ogni opera ha lo stesso
valore e diventa oggetto di consumo.
Il sabato e la domenica, nei mesi di aprile, maggio
e giugno Civita organizzerà per i bambini dai 6 ai
12 anni, oltre alla visita didattica, laboratori specifici
sui temi della mostra. Inoltre, la compagnia di danza
contemporanea Progetto D’Arte proporrà una serie
di laboratori nello spazio espositivo della mostra,
per avvicinare i bambini e soprattutto gli adolescenti,
alle tematiche di Warhol, attraverso un lavoro sul corpo
e una performance adatta ai giovanissimi.
Alcune delle attività proposte coinvolgeranno bambini
e adolescenti anche nel periodo estivo, grazie alla
collaborazione con i servizi del Settore Educazione
del Comune di Milano.
Sabato 11 e domenica 12 aprile la Fondazione Cineteca
Italiana, in collaborazione con il Museo del Novecento,
proietterà alcuni film di Andy Warhol; sabato 11
alle ore 14 presso il Museo Interattivo del Cinema
il film “Empire” (1964) sarà visibile gratuitamente
e coloro che presentano il biglietto del Museo avranno
uno sconto sulle altre proiezioni.
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La donazione Spagna Bellora
Dal 5 aprile all’8 settembre il Museo del Novecento
ospita la mostra La donazione Spagna Bellora,
curata da Giorgio Zanchetti con la collaborazione
di Silvia Colombo, che documenta l’attività di gallerista
e di promotore culturale di Gianfranco Bellora (Trecate
1930 - Milano 1999), attraverso una selezione di opere
della sua collezione donate nel 2012 al Museo del
Novecento dalla moglie Anna Spagna Bellora.
Nel 1969, dopo aver maturato alcune esperienze
collezionistiche e di mercato, Bellora aprì a Milano
una propria galleria, lo Studio Santandrea, presentando
le ricerche italiane e internazionali del de-collage,
della Mec Art e del Nouveau Réalisme, ma anche
mostre personali e collettive di alcuni protagonisti
italiani dell’astrazione e della neoavanguardia post-
informale. Con l’inizio del nuovo decennio, e grazie
alla fondamentale mediazione di Emilio Isgrò, Bellora
cominciò a raccogliere ed esporre sistematicamente
l’opera dei principali autori italiani e stranieri delle
più recenti ricerche verbovisuali, avvalendosi spesso
della collaborazione di critici particolarmente attenti
al fenomeno, come Migliorini e Menna. Allineava
così, tra il 1970 e il 1981 un’intensa serie di esposizioni
personali e collettive che vedevano la presenza di
tutti i principali esponenti di quelle ricerche. L’attività
di studio e di promozione di questi artisti proseguì
negli anni Ottanta, prima attraverso la collaborazione
di Bellora con la Galleria Annunciata, poi, dalla
fine del 1986 a tutto il 1991, attraverso l’attività del
Centro Culturale d’Arte Bellora, in via Borgonuovo.
Erano gli anni della consacrazione e della prima
“sistemazione storica” delle ricerche verbovisuali
della neovanguardia e Gianfranco Bellora diede
un fondamentale contributo a questo processo di
riconoscimento organizzando numerose mostre
personali e collettive e pubblicando accurate edizioni
come Segnoepoesia (1987) e Milano et mitologia (1989).
È questo versante degli interessi di Gianfranco Bellora
ad essere rappresentato dalle 21 opere donate al Museo
del Novecento dalla moglie Anna.
In mostra saranno presenti opere di Lamberto
Pignotti, Stelio Maria Martini, Adriano Spatola, Elio
Marchegiani, Alessandro Algardi, Vincenzo Accame,
Agostino Ferrari, Umberto Mariani, Magdalo Mussio.
Saranno esposte anche 50 fotografie originali di Enrico
Cattaneo che documentano le inaugurazioni dello
Studio Santandrea ed altri materiali dell’Archivio
Bellora, conservato presso il Museo del Novecento.
Oltre alle opere in mostra la donazione Spagna Bellora
comprende anche opere di Anna Spagna, Roberto
Comini, Francesco Correggia, Fernando De Filippi,
Giorgio Milani, Sarenco (Isaia Mabellini).
Dopo la prematura scomparsa di Gianfranco Bellora la
moglie ha intrapreso un’opera di valorizzazione della
collezione, iniziata con una donazione al MART di
Rovereto e con un deposito presso il Museo di Vizzini.
Accompagna la mostra il catalogo edito
da Silvana Editoriale.
Promosso dal Comune di Milano
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Archivi del Novecento
Ettore e Claudia Gian Ferrari
Arimortis
a cura di Roberto Cuoghi e Milovan Farronato
Nell’ambito della collaborazione tra il Museo del
Novecento e DOCVA (Documentation Center for
Visual Arts), la Sala Archivi “Ettore e Claudia Gian
Ferrari” ospita la mostra Arimortis, in occasione della
quale Milovan Farronato per Viafarini ha invitato
l’artista Roberto Cuoghi a proporre una lettura
personale dei materiali dell’Archivio, a compimento
del suo impegno dal 2006 al 2012 presso il DOCVA.
Arimortis è la richiesta di una pausa. Ci si riallaccia
le stringhe allentate delle scarpe sospendendo
temporaneamente il gioco. Il termine che dà il titolo
alla mostra - spesso abbreviato in “arimo” - è infatti
usato convenzionalmente tra i bambini durante
il gioco, per chiederne una sospensione.
Nelle vetrine della Sala Archivi del Museo del
Novecento la pausa consente “un’intricata, inusuale
e suggestiva catalogazione di dati: le opere convivono
con gli oggetti d’affezione, i “memorabilia” con
i tentativi faticosi - talvolta persino drammatici
- di esternare le proprie intime risposte emotive”.
Viafarini DOCVA dal 1991 raccoglie senza filtri i
materiali degli artisti italiani - o residenti in Italia
- che hanno manifestato un intento professionale
o in altri casi quasi compulsivo. Per la mostra - dopo
aver visionato integralmente i materiali raccolti in
quasi 4.000 portfolio archiviati presso la Fabbrica del
Vapore - sono stati avviati, laddove possibile, dialoghi
individuali con ciascuno degli artisti coinvolti allo
scopo di capire come l’universo ossessivo della loro
ricerca potesse “esplodere sotto vetro”. I curatori
hanno attinto a queste prospettive: non un hortus
siccus, ma fragranze caratterizzanti germogliate in
seno all’Archivio.
Per Arimortis non sempre sono state scelte opere
da esporre, talvolta sono stati avviati progetti in
collaborazione con altri specialisti, come nel caso
dell’artista siberiana Olga Schigal che partecipa
alla mostra aderendo e complicando il progetto
Madrelingua del musicista Saverio Lanza, o della
pittrice Lorenza Boisi che interpreta gli esiti di un
percorso di regressione personale accompagnato
dall’ipnotista Felice Perussia. Vera Morra e Katthy
Cavaliere - prematuramente scomparse - sono
presenti attraverso la rievocazioni di altre due artiste,
rispettivamente Chiara Fumai e Sabrina Sabato.
Sissi collabora con se stessa: Daniela Olivieri.
In mostra anche le dissolvenze incrociate di Gino
Lucente e l’allegorico funerale in papier maché
di Luigi D’Eugenio; le anamorfosi di Francesco
Mannarini e il pellegrinaggio di Giorgio Andreotta
Calò; la vita ritirata di Christian Tripodina e i fragili
equilibri di Manuel Scano; le confessioni di Betty Bee
e gli abiti nuziali di Paola Pivi e Karma Lama; i
crocefissi di Cecile Genovese e l’armatura di Carlo
Gabriele Tribbioli; i ricami di Maria Stella Tiberio
con il marito Michele Napoli e i residui della vita
troppo complicata di Giona Bernardi.
“Le opere esposte in mostra rappresentano un mondo
intenzionalmente pulsionale che forza i sigilli delle
algide bacheche in corian bianco e cristallo progettate
da Italo Rota: oltre la finitezza e la perfetta funzionalità
un vortice di “vetrofanie” fuori scala e fuori misura che
vira le prospettive di valutazione artistica per la durata
dell’esposizione”. Si manifesta così la presunzione
paradossale di costringere smisuratezze sotto teca,
di confinare attitudini pulsionali senza visione
d’insieme né progettualità.
Accompagna la mostra un approfondimento
monografico che intende riflettere sul valore e il
contenuto della smisuratezza. La pubblicazione, edita
da Mousse e prodotta da Fiorucci Art Trust, raccoglie
le riflessioni di Massimo Carboni, Roberto Cuoghi,
Michele Ernandes, Gian Antonio Gilli, Luciano
Manicardi, Luca Scarlini e Pier Paolo Tamburelli.
Sponsor principali
Bank of America Merrill Lynch
Finmeccanica
Visite guidate
Civita. Info e prenotazioni 02.43353522 museodelnovecento@civita.it
Daniela Bastianoni - Responsabile Didattica per il Museo del Novecento 02.88448150 daniela.bastianoni@comune.milano.it
Ufficio stampa
comune di milano Elena Conenna Tel. 02.884. 53314 elenamaria.conenna@comune.milano.it
electa Anna Salvioli Tel. 02.71046250 ufficiostampa.electa@mondadori.it
Responsabile Comunicazione Monica Brognoli Tel. 02.71046456 brognoli@mondadori.it
Conferenza stampa giovedì 4 aprile ore 12
Museo del Novecento
via Marconi 1, Milano
Apertura
lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30
giovedì e sabato 9.30 – 22.30
Biglietti
intero 5 euro
ridotto 3 euro (studenti universitari, over 65, dipendenti comunali)