Giuseppe Cassibba
Giovanni Guadagnoli
Luisa Pineri
Mario La Fortezza
Renato Cerisola
Elena Santoro
Emma Vitti
Roberto Mutti
In "Madre terra" Giuseppe Cassibba propone, oltre ai ritratti di persone, anche quello di alcuni animali in estinzione. In "Secondo Natura" gli artisti si confrontano sul tema del paesaggio.
Giuseppe Cassibba
Madre terra
Giuseppe Cassibba è un documentarista del presente. Dalla Sicilia, sua terra natale (Comiso), ha avuto in dono un punto d’osservazione eccellente sui cambiamenti sociali, ambientali, geopolitici ed economici in atto. Con la stessa delicatezza del poeta nell’uso delle parole e delle metafore per raccontare la vita anche nei suoi aspetti più duri, Cassibba usa acqua e pennello per illustrare i cambiamenti che sta subendo il Pianeta.
L’artista lo testimonia a modo suo, ritraendo le etnie che osserva approdare su quest’isola di confine tra il Nord e il Sud del mondo. Non usa la macchina fotografica per ritrarre i nuovi volti degli immigranti, ma il tocco lieve di un pennello di martora che si avvicina ai volti segnati con rispetto e attenzione. I suoi lavori sono stati scelti anche dal movimento “Primo marzo, un giorno senza Immigrati” e utilizzati a manifesto nel 2010.
Destino, quello dei popoli o di questa gente, in cerca di una vita migliore, comune però anche ad altri esseri viventi che abitano questo sofferente Pianeta del Terzo Millennio.
Nei lavori di Cassibba troviamo così, oltre ai ritratti di persone, anche quello di alcuni animali in estinzione o costretti a migrare per i cambiamenti climatici o, ancora, a vivere come randagi nella loro stessa terra, come i molti cani abbandonati nelle campagne siciliane, a cui Cassibba ha dedicato una mostra. Una condizione comune anche ai tanti disoccupati di oggi costretti a vivere di stenti, senza prospettive future, ai margini del sistema.
E’ questo il ritratto che Giuseppe Cassibba ha voluto fare di Madre Terra. Una Terra che è diventata inospitale per molti e su cui dobbiamo riportare attenzione. Purtuttavia non matrigna, ma semmai vittima.
La mostra si inserisce in un percorso artistico sul tema della Natura a Spazio Tadini che comprende, oltre alla mostra di Giuseppe Cassibba, “Madre Terra”, anche una collettiva fotografica, “Secondo Natura” a cura di Roberto Mutti. Entrambe propongono al visitatore due punti di osservazione sull’ambiente, quello dei fotografi, focalizzato sul paesaggio, quello del pittore sui suoi abitanti.
Melina Scalise
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Secondo Natura
a cura di Roberto Mutti
Artisti: Giovanni Guadagnoli, Luisa Pineri, Mario La Fortezza, Renato Cerisola, Elena Santoro, Emma Vitti.
Quello del paesaggio naturale è un tema classico con cui la fotografia si è misurata fin dai primordi, quando pareva inevitabile seguire le tracce indicate dalla pittura. Tutto si è fatto decisamente più interessante quando i fotografi hanno preso consapevolezza dell’autonomia del loro mezzo e della conseguente necessità di seguire nuove e più personali strade interpretative. Da ciò sono nate tendenze contemporanee capaci di misurarsi con la realtà indagandola fin nelle sue più nascoste pieghe per un verso (soprattutto nella grande scuola americana di Ansel Adams e Edward Weston) riscoprendone la bellezza spettacolare e i rimandi alla filosofia naturalistica, dall’altro lasciando che sia lo sguardo ad andare oltre. I sei autori qui presentati – Renato Cerisola, Giovanni Guadagnoli, Mario La Fortezza, Luisa Pineri, Elena Santoro, Emma Vitti – sono certamente diversi per età, formazione, scelte stilistiche ma ciò che li accomuna è la volontà di confrontarsi con il paesaggio facendosi guidare da una disponibilità, un desiderio di ricerca, una riflessione critica cariche di suggestioni. Per questa ragione, più che osservare in modo distaccato le loro immagini, i visitatori farebbero meglio a lasciarsi guidare alla ricerca dell’inconsueto e dell’inaspettato in cui inevitabilmente si imbatteranno. Scopriranno così la leggerezza che può caratterizzare dei semplici rami che, emergendo dall’acqua, vi si specchiano con esiti poetici come anche le vibrazioni grazie alle quali scorci altrimenti banali ci appaiono attraversati da un forte dinamismo cromatico. In altri casi il paesaggio naturale viene trasfigurato ed ecco che piccole colature di colore e tracce di scritture non precisamente decifrabili attraversano lo spazio fotografico conferendogli un’aura di mistero. In altri casi rami e foglie vengono osservati nella loro essenzialità fino a trasformarsi in veri e propri haiku visivi dove ogni traccia di superfluo è stata cancellata a vantaggio di un esito grafico di assoluta pulizia formale. Così è anche per l’immagine di un semplice sasso, ripreso però con tale intensità da conferire alla sua presenza un valore quasi ipnotico che ci costringe a guardarlo come se avesse assunto un qualche significato simbolico. Può, infine, succedere che un intero e complesso mondo si possa ritrovare in un bellissimo viaggio che sembra compiuto in lontani paesi esotici ed è invece realizzato puntando l’obiettivo su una pozzanghera che così si rivela come parte di un cosmo che talvolta ci si para innanzi misterioso ed enigmatico.
MOTUS ANIMAE
di Melina Scalise
Renato Cerisola è un fotografo con la straordinaria capacità di immortalare attraverso l’obiettivo della macchina fotografica ciò che guarda con la stessa dinamicità che usa il pittore nel riportare sulla tela le immagini colte dall’occhio e tradotte attraverso il gesto. La foto è per Cerisola il punto di partenza, lo strumento da cui attingere forme e colori. Il rigore della fotografia si perde attraverso i suoi interventi in ripresa. Così la linea sfuma i suoi contorni, l’oggetto si plasma, il colore di sfuma e addensa fino quasi a prevalere sulla forma. E’ come se Cerisola non ritraesse solo l’oggetto, ma lo sguardo stesso di chi lo osserva.
Il soggetto della foto è intriso dei movimenti dell’osservatore, del suo occhio che lo scruta da destra a sinistra, dall’alto in basso; dei suoi umori che cambiano la saturazione dei colori regalando generosamente blu e rossi e gialli. Nulla è statico, tutto si muove perché il cambiamento sta nella natura delle cose. Per Cerisola l’uomo non si libera da questa dinamicità neppure quando usa una macchina fotografica per cogliere l’attimo, per catturarlo per sempre. Lì, su quella foto il tempo scorre ancora, scorre sempre perché quell’oggetto è lì per chi lo guarda, per chi ne vuole sentire il suo profumo, per chi vuole sentire il suo calore, toccare la sua forma. Le foto di Cerisola non si possono solo vedere, ma anche ascoltare, perché la luce non imprimere solo la retina, ma tutto l’universo interiore.
SUL PHOTOFESTIVAL DAL 21 MARZO AL 30 APRILE 2013
La settima edizione di Photofestival, l’importante circuito che per oltre un mese vedrà coinvolte le più importanti gallerie d’arte ed alcuni spazi espositivi, attraverso un percorso di mostre fotografiche ed eventi collaterali che attraverserà capillarmente tutta la città. Promosso da AIF - Associazione Italiana Foto & Digital Imaging – in collaborazione con Camera di Commercio e Unione Confcommercio Milano - e nato come evento culturale in affiancamento all’edizione milanese di Photoshow, la manifestazione fieristica di riferimento in Italia dedicata all’Imaging, Photofestival è divenuto un appuntamento di richiamo culturale e turistico sempre più importante, assumendo dallo scorso anno una cadenza annuale.
Un percorso di crescita che, partendo dall’'impegno degli Enti promotori e del comitato scientifico, composto da Riccardo Costantini, Roberto Mutti e Giovanni Pelloso, ha visto il coinvolgimento di enti e istituzioni pubbliche, che ha portato alla creazione di un’' offerta di grande attrazione.
I lusinghieri risultati ottenuti nel corso degli anni hanno confermato l’idea che esiste un importante spazio per proporre a Milano una manifestazione di respiro internazionale, ribadendo un ruolo, quello di capitale della fotografia italiana, conquistato ormai sul campo.
La presenza di un numero elevato di gallerie dedicate alla fotografia, di spazi espositivi sempre più propensi a proporre scatti d’autore, di galleristi che si aprono ai fotografi, ha creato un vasto pubblico di interessati. Da un’iniziale curiosità, oggi la fotografia accoglie un pubblico numeroso e spinge appassionati, collezionisti ed esperti a premiare le iniziative più qualificate. La formula progettuale distintiva di Photofestival è la creazione di un network capace di coinvolgere la gallerie e gli spazi espositivi di Milano, che consente di offrire una proposta estremamente ricca e di grande interesse culturale. In particolare, per il terzo anno consecutivo si rinnova la collaborazione con STARTMILANO, importante associazione cittadina che riunisce 38 gallerie d'arte tra le più autorevoli e prestigiose sedi espositive per l'arte contemporanea.
Obiettivo di Photofestival è di “invadere la città” con una proposta sempre più ricca, innovativa e dinamica, che contempli un’anima culturale e di intrattenimento, di festa e di aggregazione
Inaugurazione 15 marzo dalle ore 18.30
Spazio Tadini
via Jommelli, 24 - Milano
mar-sab 15.30-19
Ingresso libero