L'esposizione dedicata a Carlo D'Orta, a cura di Gianluca Marziani, presenta 20 fotografie di architettura dell'artista fiorentino tratte dalle nuove serie Biocities e (Re)FineArt e 3 installazioni del ciclo (S)Composizioni. In mostra anche un'antologica della produzione pittorica di Biggi.
Gastone Biggi
Antologica
a cura di Gianluca Marziani
La storia della pittura italiana disegna costellazioni complesse e affascinanti. Se poi quella storia tocca Spoleto con le sue memorie evocative, le presenze informali, le mostre, il Premio Spoleto, il Festival dei Due Mondi, allora il passato diviene materia viva su cui disegnare una speciale galassia del presente. Gastone Biggi appartiene alle vicende metamorfiche del Dopoguerra, al momento in cui le diatribe tra figurazione e astrattismo tenevano banco teorico. Non è un caso che l’artista abbia sempre usato la scrittura come atto di sintesi critica e memoria dinamica, a conferma di una generazione che alimentava la pratica del dipingere con una seria militanza morale. Come artista della pittura Biggi si è affidato al concetto primordiale di punto, sviluppato in forma elastica, con profetica veggenza su stili e temi ancora oggi diffusi. Nei decenni quel punto si è trasformato in una matrice aperta da moltiplicare, colorare, vestire, allungare, costruire, spogliare, decostruire… in sintesi, un codice sorgente per ricalcare simbolicamente le azioni generali di una società civile, usato come modello espressivo per dare superficie, volume e pelle al punto da cui tutto si genera. Pensateci: cellula e punto sono le due partenze primordiali, gli elementi generativi che danno struttura alla vita (cellula) e alle esperienze che, durante la vita, determinano la nostra storia (punto). Dalla cellula si crea un organismo complesso, così come dal punto si edificano linee, curve, parallele, volumi e altre geometrie che nella traslazione incarnano i fatti del reale.
L’esperienza di Biggi implica il metabolismo della vita nella sua trasposizione pittorica: come se ogni ciclo nascesse da un’istanza organica del punto, da una spinta espansiva di un organismo monocellulare che ambisce ad organizzare strutture complesse. Il punto come segno inquieto, sintesi diaristica di un’ambizione evolutiva, archetipo mentale della mimesi davanti al mondo. Partire dall’informe per arrivare alla civiltà iconografica, ad un paesaggio pittorico che del punto conservi la trama originaria. L’antologica di Gastone Biggi ricalca il progetto del 2011 presso l’Urban Planning Exhibition di Shanghai. Anche a Spoleto si seguirà un andamento per cicli tematici, distribuiti con la progressione temporale della sua lunga carriera, coprendo un arco che parte dagli anni Sessanta e attraversa i decenni fino al presente. A chiudere la mostra il grande ciclo dedicato a New York, allestito nella lunga Galleria del Piano Mostre. Gastone Biggi nasce a Roma nel 1925.
Attualmente vive e opera a Langhirano (Parma). Catalogo Maretti Editore
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Carlo d'Orta
La biologia dell'inorganico
a cura di Gianluca Marziani
L’esposizione presenta venti fotografie di architettura dell’artista fiorentino, ma romano d’adozione, tratte dalle nuove serie Biocities e (Re)FineArt, e 3 installazioni del ciclo (S)Composizioni.
Dal 16 marzo al 26 maggio 2013, Palazzo Collicola di Spoleto ospita la personale di Carlo d’Orta, dal titolo La Biologia dell’Inorganico. L’esposizione, curata da Gianluca Marziani, direttore del Museo spoletino, proporrà 20 grandi fotografie di architettura delle nuove serie Biocities e (Re)FineArt e 3 installazioni del ciclo (S)Composizioni.
Questo nucleo di lavori rappresenta una ulteriore evoluzione della ricerca di Carlo D’Orta, dopo le mostre allo Spazio Oberdan di Milano e in spazi pubblici e privati in Germania. L’artista, pur attraverso l’uso del medium fotografico, approda a opere dalla forte sensibilità pittorica e scultorea, dotate di intensa valenza concettuale. Per tale ragione alcune immagini di Biocities sono state selezionate nel 2012 dal Sony World Potography Award nella categoria Professional-Conceptual.
Biocities indaga la superficie delle moderne architetture urbane per estrarne - mediante la scelta dei soggetti, il taglio delle inquadrature e la forte compressione della prospettiva – immagini in cui la riconoscibilità dell’edificio è quasi irrilevante rispetto alla trama e al tessuto di linee, forme e colori dello stesso, con risultati che spesso approdano all’astrazione geometrica.
La serie di installazioni intitolata (S)Composizioni costituisce l’evoluzione tridimensionale di Biocities. Carlo D’Orta segmenta l’immagine fotografica e ne ripropone le singole parti in forma di sculture su plexiglass. Come la fotografia aveva appiattito la prospettiva architettonica trasformando il soggetto in un quadro astratto geometrico, così le sculture in plexiglass ripristinano la tridimensionalità dell’architettura originaria, ricomponendola in modo nuovo, con un processo concettualmente analogo a quello della ricerca cubista.
Il ciclo (Re)FineArt propone provocatoriamente – sin dal gioco di parole del titolo, che unisce arte e processo industriale della raffinazione – una ricerca sulla bellezza architettonica della raffineria petrolifera OMV di Schwechat (Vienna). Anche qui l’occhio fotografico, sposandosi con la sensibilità pittorica dell’artista, approda a risultati poetici caratterizzati da un intenso lirismo che nasce dall’indagine iperrealista dei particolari e da prospettive di scatto e luci inconsuete.
Accompagna l’iniziativa un catalogo Romberg edizioni, con testi di Gianluca Marziani e Valerio Dehò e una intervista a D’Orta di Gaia Conti.
In contemporanea alla personale di Carlo d’Orta, a Palazzo Collicola si tengono due mostre: ‘Gastone Biggi. Antologica’ e ‘Ciogli. Nuova Memoria’
Note biografiche
Carlo D’Orta (Firenze, 1955), giurista, manager pubblico, viaggiatore, coltiva da 40 anni la passione per la fotografia. Nel 2003 incontra la pittura e frequenta corsi avanzati nell’ambito della Rome University of Fine Arts.
Nel 2012 è stato uno dei 130 fotografi su 15.000 selezionati dalla giuria del Sony World Photo Award 2012, (categoria “Professional-Conceptual”), ha vinto il Premio del Vetro di Murano 2012 come fotodesigner nella categoria “Vetrofusione”, in coppia con il maestro vetraio Flavio Fuga, ed è stato finalista nel Premio Combat.
Nel 2010, con la fotografia “Vibrazione FR8”, ha vinto il voto on line nel premio internazionale Celeste Prize ed ha partecipato alla mostra finale al “The Invisible Dog Art Center” di New York. Questa foto è stata scelta per scenografie d’ambiente nel film Usa Arbitrage (appena uscito in Italia col titolo La Frode) con regia di Nicholas Jarecki e interpreti principali Richard Gere e Susan Sarandon. Nel 2011 sue fotografie sono state finaliste nei Premi Ora e Massenzio Arte, mentre nel 2009 è stato selezionato dalla giuria del Premio Arte Mondatori.
Nel 2012 a Roma la mostra personale (Un)real city insieme a Claudio De Micheli presso lo Studio Transit Architettura, a cura di Italo Bergantini e Alessandro Trabucco, la personale Spiegelungen a Stoccarda presso la F75 Gallery, a cura di Wilfried Dechau, e la Solo Show nell’ambito della collettiva 7 Ways of Seiing presso Palazzo Zenobio a Venezia, a cura ancora di Italo Bergantini e Alessandro Trabucco. Sempre nel 2012 partecipa a fiere importanti come Milan Image Art (MIA), cui sarà presente anche nella edizione del maggio 2013.
Nel biennio 2010/2011 una selezione di immagini tratte dai progetti “Vibrazioni” e “Berlino” è divenuta, con il patrocinio del Ministero degli Esteri, mostra itinerante in Germania, con tappe a Monaco di Baviera, Stoccarda, Francoforte, Colonia, Berlino, Roma. Nel 2011 ha inoltre esposto allo Spazio Oberdan di Milano nella mostra Astrattismi paralleli, con Danilo Susi e Albano Paolinelli. Questa mostra è stata presentata nello stesso anno anche all’Aurum di Pescara.
Sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche della Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano (Venezia), dell’Istituto Italiano di Cultura a New York (USA), dell’Architektenkammer Baden-Württemberg di Stoccarda (Germania), dell’Istituto Italiano di Cultura a Monaco di Baviera (Germania), della Provincia di Milano e del Consiglio Regionale della Campania.
Di lui hanno scritto critici d’arte e artisti come Giovanni Benedicenti, Gaia Conti, Wilfried Dechau, Tullio de Franco, Valerio Dehò, Gianni De Mattia, Giorgio Giovanetti, Ann-Katrine Gunzel, Katharina Hausel, Gianluca Marziani, Alfio Mongelli, Carola Peter, Andrea Romoli Barberini, Loris Schermi, Alessandro Trabucco. (www.carlodortaarte.it)
Catalogo: Romberg edizioni
Immagine: Carlo D'Orta - (Re)FineArt - OMV 59
Ufficio stampa
CLP Relazioni Pubbliche
Silvia Cambiaggi
tel. 02 36 755 700
clp@clponline.it
www.clponline.it
Preview stampa: sabato 16 marzo 2013, ore 12:00
Inaugurazione: sabato 16 marzo 2013, ore 15:00
Palazzo Collicola
Piazza Collicola, 1 Spoleto
Orari: giovedì: 14.30-17.00
dal venerdì alla domenica: 10.00-13.00; 14.30 - 17.00
dal 1°aprile orario estivo
giovedì: 15.30-19.00
dal venerdì alla domenica: 10.30-13.00; 15.30-19.00
Ingresso: biglietto unico Palazzo (Museo Carandente, Appartamento Nobile, Mostre)
intero - € 9.00;
ridotto A - € 7.00 (dai 14 ai 25 anni, oltre 65 anni e oltre 15 persone)
ridotto B - € 3.50 (dai 7 ai 14 anni)
omaggio (fino a 6 anni)
Solo mostre:
intero - € 4.00
ridotto A - € 3.00 (dai 14 ai 25 anni, per gruppi oltre 15 persone e oltre i 65 anni)
ridotto B - € 1.50 (dai 7 ai 14 anni)
omaggio (fino a 6 anni)
residenti fino a 14 anni gratuito, oltre 14 anni € 1.50