Newman: 'Un maestro del ritratto/Ritratti di maestri', con la sua macchina fotografica ha fotografato molti dei piu' importanti esponenti del XX secolo nell'arte, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella politica americana e internazionale. In contemporanea nelle sale al piano terra Davide Benati: nove visitazioni e un sogno che presenta dieci dipinti - acquerelli su carta tibetana incollata su tela - di grandi dimensioni
La mostra Arnold Newman. Un maestro del ritratto/Ritratti di maestri, promossa dalla Provincia di Reggio Emilia, in collaborazione con la Mission du Patrimoine Photographique del Ministero della Cultura di Francia, con il contributo della Fondazione Pietro Manodori di Reggio Emilia, di CCPL, Reggio Emilia, per la cura di Pierre Bonhomme, presentera' 150 scatti del piu' grande ritrattista di artisti e personalita' della seconda meta' del '900.
Arnold Newman registra la storia con la sua macchina fotografica. Non solo ha fotografato molti dei piu' importanti esponenti del XX secolo nell'arte, nella letteratura, nel cinema, nella musica, nella politica americana e internazionale, tra i quali Leonard Bernstein, Pablo Picasso, David Hockney, John F. Kennedy, Marc Chagall, Marilyn Monroe, Georgia O' Keeffe, Salvador Dali' e Andy Warhol, ma ha anche realizzato i ritratti di tutti i presidenti americani a partire da Harry S. Truman.
Il suo piu' famoso ritratto - una vera e propria icona della fotografia del Novecento - scattato a New York nel 1946, e' quello del compositore e direttore d'orchestra Igor Stravinsky. Stravinsky e' seduto nell'angolo sinistro inferiore della fotografia, e occupa uno spazio molto limitato rispetto al grande, curvo coperchio di un pianoforte a coda. In questa composizione, di fatto musicale, Newman ha collocato il compositore come un "dettaglio" di un grande spazio.
Newman ha fatto da pioniere nello sviluppo del "ritratto ambientato" , uno stile nel quale la cornice e' essenziale: l'artista nel suo studio; il politico nel suo ufficio o davanti a un edificio governativo; lo scienziato nel suo laboratorio. "Le persone esistono nello spazio", dice Arnold Newman, che mette assieme due delle maggiori tradizioni della fotografia americana: il ritratto di studio e la foto documentaria.
Nato a New York il 3 marzo 1918, Newman cominciò a fotografare a Filadelfia all'eta' di vent'anni. La Depressione degli anni Trenta fu un periodo duro e difficile negli Stati Uniti - anche per i suoi genitori che videro la loro attivita' inabissarsi. Nonostante ciò, Arnold Newman ebbe rapidamente successo e negli anni Quaranta apri' il suo studio a New York. Fu successivamente scoperto dallo storico della fotografia Beaumont Newhall e dal fotografo, proprietario di una galleria ed editore, Alfred Stieglitz. I suoi lavori furono dapprima esposti alla A.D. Gallery, e il Museum of Modern Art di New York acquistò la prima delle sue fotografie. L'incontro con Beaumont Newhall e Stieglitz catapultò Arnold Newman nel cuore degli eventi, ottenne importanti riconoscimenti e cominciò a lavorare per riviste di moda e di viaggio. Newman diventò una delle figure leggendarie della rivista LIFE, autore di reportage di qualita' nei quali i suoi ritratti in esterni riuscivano a catturare non solo la personalita' dei modelli ma lo spazio da essi abitato.
Nel catalogo che accompagna l'esposizione a Palazzo Magnani, con testi di Pierre Borhan e di Sandro Parmiggiani, ed una lunga, inedita intervista a Newman di Lars Schwander, Borhan osserva che "e' degno di nota che nella maggior parte delle sue opere, in cui l'interiorita' del modello e' inseparabile dal suo posto nella storia, Newman sarebbe riuscito a dare espressione visuale a un conciso e penetrante giudizio, o significato, e che questo giudizio, in virtu' delle sue qualita' artistiche, sarebbe stato convincente. Ecco perché, sebbene la maggior parte delle sue fotografie siano state commissionate dalla stampa, Newman e' un maestro del ritratto."
In contemporanea (21 settembre - 30 novembre), le sale al piano terra di Palazzo Magnani accoglieranno la mostra Davide Benati. Nove visitazioni e un sogno che presenta dieci dipinti - acquerelli su carta tibetana incollata su tela - di grandi dimensioni (cm. 200 x 300), realizzati negli ultimi sei mesi, nei quali Benati rivisita alcuni dei cicli su cui aveva lavorato negli anni Ottanta e Novanta, con sorprendenti innovazioni nella costruzione dell'immagine e dei colori, che esaltano ancora di piu' la forza espressiva e l'impatto visivo delle sue opere.
Davide Benati (Reggio Emilia, 1949) tiene la mostra d'esordio alla galleria "Il Giorno" di Milano nel 1972, ed espone successivamente in mostre personali e di gruppo, in spazi pubblici e in gallerie private, in Italia e all'estero, tra le quali vanno ricordate le due partecipazioni alla Biennale di Venezia (1982, in "Aperto", e 1990 con una sala propria) e le mostre personali a Modena (Galleria Civica, 1989) e a Reggio Emilia (Civici Musei, 1992).
Orari: 9.00 - 13.00; 15.00 - 18.30. Lunedi' chiuso
Biglietti: euro 5 intero; euro 4 ridotto; euro 2 scuole
Palazzo Magnani
Corso Garibaldi, 29
Reggio Emilia
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