Pitture domestiche. L'artista elabora immagini scelte dal suo archivio in diversi strati di pittura che vengono poi trattati con la levigatrice in un gesto semi distruttivo. In collaborazione con Trieste Contemporanea e Studio Tommaseo.
Federico Luger è lieto di presentare Pitture domestiche, un progetto espositivo che realizza in collaborazione con Trieste Contemporanea e lo Studio Tommaseo di Trieste. Si tratta infatti di una co-produzione che espone un numero di opere del giovane esordiente bresciano appartenenti alla medesima serie, a cui Mattia Barbieri ha lavorato nell'ultimo anno. Pitture domestiche a Milano si svolgerà dal 10 aprile al 16 maggio ed è la prima mostra personale di Mattia Barbieri presso la nuova sede della galleria Luger. La seconda mostra, a Trieste, aprirà allo Studio Tommaseo il 25 maggio e si potrà visitare fino al 20 luglio. A corredo delle due esposizioni, verrà edito da Trieste Contemporanea un volumetto di approfondimento critico che conterrà un testo dedicato, come è intenzione di questa collana di piccole monografie, a un’opera/concetto o a una serie omogenea di opere/concetto, come, appunto, le Pitture Domestiche.
Il lavoro di Mattia Barbieri è prima di tutto un commento profondo sulla pratica pittorica stessa, pittura sulla pittura, come spiega l'artista. Barbieri ha costituito durante gli anni un archivio personale di immagini raccolte in cinque cartelle o "volumi", da cui estrapola ogni volta il materiale necessario alla creazione di un nuovo quadro. Questi soggetti provengono sia dall’iconografia della pittura antica, come ad esempio San Girolamo nello studio, che da giornali e riviste, ovvero tracce contemporanee della cultura di massa.
L'artista lavora sovrapponendo le immagini scelte in diversi strati di pittura che vengono poi consumati con la levigatrice in un gesto energico e semi distruttivo che rende fruibile solo una parte del lavoro svolto.
Nella composizione convivono una o più raffigurazioni, dipinti dentro il dipinto, che richiamano (in maniera ingannevole) l'idea di collage, quasi a evocare il principio del trompe-l'oeil, dove tutto, incluse le ‘fotografie’ e i ‘nastri adesivi’ che sembrano attaccarle al fondo, è Pittura.
La totalità dei segni pittorici, iconografici, fotografici entrano in un gioco reciproco senza che ci sia tra essi un rapporto di senso necessario.
Contemporaneamente gli oggetti-scultura presenti in mostra, fungono per l'artista da ‘strumenti di pittura’ ed agiscono come catalizzatori di idee e intuizioni che si animano all’interno del quadro. Lo stretto rapporto tra oggetti e dipinti, infatti, si percepisce immediatamente, completando senza dubbio la possibilità di seguire il percorso creativo all'interno della mostra.
Mattia Barbieri nasce a Brescia nel 1985.
Vive e lavora a Milano, dove, nel 2010, consegue il diploma di laurea in Arti Visive con specializzazione in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Durante il periodo degli studi in occasione del “Salon Primo“, concorso per giovani artisti, si aggiudica il primo premio.
L’esordio arriva nel 2006 con la mostra personale “Retrospettiva” presso la Federico Luger Gallery a Milano.
Nello stesso anno inaugura “Bicipiti di stracciatella” negli spazi della Galleria 42 del Contemporaneo di Modena dove, poco dopo, si ripropone con il progetto “Aperol’Barbieri” e più tardi con una nuova esposizione dal titolo “Dessert on desert”.
Oltre le mostre collettive nelle medesime sedi, si ricordano anche “Drawings” a cura di Jimi Bingsley presso la Pablo’s Birthday di New York e la partecipazione nel 2010 alla Seconda Biennale di Mosca per l’Arte Giovane “Qui Vive?”: ATTENTION! BORDER CROSSING presso il Winzavod Contemporary Art Center.
Nel dicembre 2012 è vincitore del Premio Lissone curato da Alberto Zanchetta.
Mattia Barbieri è membro attivo della rivista d’arte “ E il topo”.
Inaugurazione Mercoledì 10 aprile, ore 19:00
Federico Luger
via Circo, 1 20123 Milano
lunedì - venerdì ore 15 - 19, sabato su appuntamento