Gabriele Arruzzo
Mattia Barbieri
Emanuele Becheri
Nicola Bolla
James Lee Byars
Juan Carlos Ceci
Marco Cingolani
Daniele D'Acquisto
Giorgio De Chirico
Gino De Dominicis
Lorenzo Di Lucido
Gabriele Di Matteo
Fulvio Di Piazza
Igor Eskinja
Andrea Facco
Matteo Fato
Angelo Filomeno
Giovanni Frangi
Giuseppe Gonella
Paolo Grassino
Dacia Manto
Carlo Maria Mariani
Andrea Mastrovito
Aldo Mondino
Giorgio Morandi
Luigi Ontani
Robert Pan
Simone Pellegrini
A.R. Penck
Massimo Pulini
Max Rohr
David Salle
Mario Sironi
Giovanni Termini
Wainer Vaccari
Dany Vescovi
Nicola Verlato
Alberto Zanchetta
(P)arerga & (P)aralipomena della (P)ittura. La collettiva e' una riflessione sul linguaggio pittorico e si snoda in 6 sezioni tematiche che presentano le opere di Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Gabriele Di Matteo, Matteo Fato, Dacia Manto e molti altri.
(P)
(P)ARERGA &
(P)ARALIPOMENA
DELLA (P)ITTURA
a cura di Alberto Zanchetta
Lo spazio post-industriale del BonelliLAB a Canneto sull’Oglio si fa nuovamente contenitore ideale per la pittura. Dal 13 aprile al
22 giugno 2013 la mostra (P), curata da Alberto Zanchetta, si snoda attraverso 6 sezioni tematiche, creando un articolato
percorso espositivo che è anche un’ampia riflessione sul linguaggio pittorico.
#1. FUNZIONE, FINZIONE E DEFINIZIONE DELLA PITTURA. Scriveva Tom Wolfe nel 1975: «Io desidero fare una predizione:
nell’anno duemila [...] i tre artisti che saranno messi in primo piano [...] non saranno Pollock, de Kooning e Johns, ma
Greenberg, Rosenberg e Steinberg. Alle pareti vi saranno dei testi esplicativi di grandi dimensioni, 2,60x3,30, che
presenteranno le frasi proteiformi di quel periodo [...]. A fianco vi saranno delle piccole riproduzioni dei più importanti illustratori
della Parola di quell’epoca, come Johns, Louis, Noland, Stella e Olitski». In apertura di questa mostra la predizione di Wolfe
trova finalmente la sua attuazione: alcune celebri frasi sono infatti accompagnate dalle riproduzioni di dipinti dell’epoca,
costringendo la pittura alla “finzione” esercitata dalla “funzione” e “definizione” del linguaggio.
#2. TRADIZIONE, TRADUZIONE E TRADIMENTO DELLA PITTURA. Nella prima sala lo spettatore è circondato da romanzi,
manuali e trattati vari sulla pittura, oltre che dalle parole incise da Georg Baselitz sul disco in vinile Das Rüstzeug der Maler.
Spetta quindi a Gabriele di Matteo e Andrea Facco il compito di “tradurre” in pittura le immagini pubblicate su cataloghi e riviste
d’arte, mentre un video di Wainer Vaccari fa da raccordo a una natura morta di Giorgio Morandi (paradigmatica per
comprendere le ragioni storiche della reiterazione concettuale della pittura). Nella seconda sala viene invece affrontato il tema
del “tradimento”, metaforizzato in un piccolo dipinto su legno, realizzato tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800, raffigurante il
suicidio di Giuda Iscariota. In apposite bacheche verranno presentati il racconto “Le parole” di Vercors (in cui vengono narrate
le gesta di un pittore nazista) e il catalogo dei dipinti di Adolf Hitler. Il Fhürer è il protagonista di uno dei due dipinti di Gabriele
Arruzzo, l’altro raffigura Jack lo Squartatore: figure emblematiche che inducono a riflettere sul luogo comune della “morte della
pittura”. Chiude la sezione un’opera di David Salle, che i critici d’arte avevano etichettato come l’assassino della pittura.
#3. EUFORIE, DISFORIE E DISTONIE DELLA PITTURA. Introdotte da vignette satiriche e da ironiche litografie, le “euforie” e
“disforie” del titolo si rifanno a quegli artisti che negli anni Ottanta non si ponevano limiti, misure o confini. Nella sala sono
esposte opere realizzate su supporti anomali, come il linoleum di Aldo Mondino e le radiografie di Massimo Pulini, assieme alla
pittura selvaggia di A.R. Penck e al manierismo di Carlo Maria Mariani.
#4. PITTURA POSSIBILE, PROBABILE, PLAUSIBILE (IL POSTMODERNO, PRATICAMENTE). James Lee Byars e Gino De
Dominicis dialogano in questa quarta sala, pensata come una “capsula del tempo” che riconnette l’attualità con l’antichità.
Appartenenti agli eroici anni del Postmoderno e del Ritorno alla pittura, i due artisti hanno saputo riscoprire l’aura magica e
primigenia della pittura.
#5. CONTIGUITÀ, CONFLUENZE E COINCIDENZE DELLA PITTURA. Questa sezione espositiva raccoglie le derivazioni e
diversificazioni del linguaggio pittorico, così come le sue differenze e diffidenze. Le opere di Giovanni Termini e Daniele
D’Acquisto sono la dimostrazione di come gli scultori interpretino la pittura; Igor Eskinja ricorre invece all’anamorfosi per
realizzare un cromatico tableau vivant; Matteo Fato si interroga sul concetto e la forma della pittura espansa, mentre Emanuele
Becheri ricorre alla pittoricità degli elementi naturali.#6. MUSURGIA: MUSEO E MONDO DELLA PITTURA. L’idea della pittura – intesa come “rifondazione del mondo” – instaura qui un rapporto tra l’opera e il museo. Quest’ultima sezione sfrutta da un lato un piccolo caveau della galleria, allestito
sull’esempio delle quadrerie sei e settecentesche, e dall’altro un ampio salone che ricorda un cabinet de curiosités. Nel caveau
trovano posto i quadri di Barbieri, Ceci, Di Lucido, Di Piazza, Frangi, Gonella, Manto, Sironi, Vescovi, che hanno per soggetto la
natura, o più precisamente la metapittura. All’ingresso del salone sono collocati un enorme corallo rosso di Grassino e un
cavalletto che Nicola Bolla ha intarsiato con degli Swarovski; i quadri alle pareti sublimano invece la pittura in una Musurgia –
che letteralmente significa “l’opera delle Muse” – ove le nove Muse saranno associate ad altrettanti artisti, che risponderanno
alle varie inclinazioni dell’ispirazione pittorica: De Chirico (Clio), Ontani (Tersicore), Pellegrini (Calliope), Mastrovito (Polinnia),
Verlato (Melpomene), Pan (Urania), Filomeno (Euterpe), Rohr (Erato), Cingolani (Talia). Infine, una grande composizione con
immagini e riproduzioni di dipinti ripercorrerà la millenaria storia della pittura, nella quale trovano posto anche gli artisti di questa
mostra.
In mostra, opere di: Gabriele Arruzzo, Mattia Barbieri, Emanuele Becheri, Nicola Bolla, James Lee Byars, Juan Carlos Ceci,
Marco Cingolani, Daniele D’Acquisto, Giorgio De Chirico, Gino De Dominicis, Lorenzo Di Lucido, Gabriele Di Matteo, Fulvio Di
Piazza, Igor Eskinja, Andrea Facco, Matteo Fato, Angelo Filomeno, Giovanni Frangi, Giuseppe Gonella, Paolo Grassino, Dacia
Manto, Carlo Maria Mariani, Andrea Mastrovito, Aldo Mondino, Giorgio Morandi, Luigi Ontani, Robert Pan, Simone Pellegrini,
A.R. Penck, Massimo Pulini, Max Rohr, David Salle, Mario Sironi, Giovanni Termini, Wainer Vaccari, Dany Vescovi, Nicola
Verlato.
Immagine: Matteo Fato, Senza titolo (Osservando la parola), cavalletto in legno con neon, dimensioni variabili
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inaugurazione: sabato 13 aprile, ore 18:00
BonelliLAB
Via Cavour 29, 46013 Canneto sull’Oglio (Mn)
da lunedì a venerdì 9.30-12.30 e 14.30-19.00; sabato 15.00-18.30