Spazio espositivo Bipielle arte
L'arte nella fotografia. La luce nell'illuminazione dei volti rimanda ai quadri dei "grandi" del passato e anche nella silloge di "Buioreale"; la luce si fa stile, forma, vera e alta protagonista della scena.
A cura di Tino Gipponi e Mocarte Lodi
Baudelaire sostiene che la creazione artistica sia un fenomeno inteso a “créer une magie suggestive
contenant à la fois l’objet et le subjet, le monde extérieur à l’artiste et l’artiste lui mȇme”: con
questo riferimento al poeta francese, il critico curatore della mostra Tino Gipponi apre il catalogo
dedicato alla mostra “Riccardo Bagnoli. L’arte nella fotografia” allestita nelle sale dello spazio
espositivo Bipielle Arte, dal 13 aprile al 5 maggio 2013.
L’argomentazione baudelairiana è senza dubbio pertinente alla sensibilità pittorica del fotografo
fiorentino perché, mai come in questo caso, i risultati delle sue straordinarie raffigurazioni, quasi
dei “tableaux–vivants”, conducono al concetto unitario di arte e fotografia, anzi, alla
contaminazione della fotografia con il mondo dell’arte. Con la nascita della fotografia, quel
processo di mimesi o verisimiglianza di riproduzione naturalistica in atto con la pittura, si riduce o
addirittura si elimina, passando da una riproduzione della realtà come si vede a una riproduzione
della realtà come è.
Nelle opere di Bagnoli questa affermazione non è del tutto sostenibile, perché in tanti possono
schiacciare un clic o disporre di sofisticati strumenti tecnologici, ma non tutti sono ugualmente
artisti; pochi sono i fotografi che si elevano al di sopra della sapienza, abilità e mestiere nell’uso del
mezzo, e fra questi di sicuro rientra l’artista fiorentino. Le sue doti naturali di sensibilità, gusto,
capacità, unite a un particolare ‘quid’ come grado di percezione, si manifestano nella scelta creativa
del motivo di posa, di messa a fuoco nelle inquadrature, di cambiamento di taglio o della
composizione, suscitando il piacere e il godimento dello sguardo fruitore davanti ai suoi
sorprendenti ritratti.
La luce nell’illuminazione dei volti di Bagnoli, rimanda ai quadri dei “grandi” del passato e anche
nella silloge di “Buioreale”, la luce, compenetrata con l’oscurità, si fa stile, forma, vera e alta
protagonista della scena; una luce che emerge dal nero e non proveniente dall’esterno, esce quasi
d’incanto come un’apparizione dal fondo notturno. La luce assume anche la funzione di linea
marginale che contorna i limiti del soggetto per determinare la superficie e sottolineare, di contro, il
carattere volumetrico del volto e accentuare il virtuosismo, l’intensità analitica nei dettagli, ovvero
la descrizione sottile e accurata dei particolari. La magia della luce, unificatrice dello spazio,
riscatta il soggetto dal nero profondo dei fondi e da quello sontuoso dei particolari, e l’oscurità si fa
poesia.
I ritratti, nella loro immobilità, sono accompagnati dalla mobilità dello sguardo, dalla vitalità
espressiva e comunicativa dell’unità formale, in sintesi, un grande album di capolavori con il
richiamo alle qualità formali dell’arte: suggestive e superbe (nel senso di splendida bellezza) le
fotografie di Bagnoli si travestono da opere d’arte e diventando quadri.
Inaugurazione: sabato 13 aprile alle ore 18
Spazio espositivo Bipielle arte
via Polenghi Lombardo, 13, Lodi
Orari: da martedì a venerdì 16-19
sabato, domenica e festivi 10-13 16-19
lunedì chiuso
Ingresso libero