Luci e Architetture. L'artista coglie con il suo sguardo attento e sensibile elementi unici della citta': la luce e il particolare architettonico si fondono insieme dando vita a paesaggi carichi di poesia e sentimento.
Dal 18 aprile al 10 maggio 2013 presso la galleria d’arte Il Basilisco si terrà la personale “Luci e Architetture” di Matilde Bianchi, con la presentazione di una trentina di lavori inediti.
La Bianchi coglie con il suo sguardo attento e sensibile elementi unici della città: la luce e il particolare architettonico, oggetti della sua ricerca, si fondono insieme dando vita a paesaggi carichi di poesia e sentimento.
In quest’occasione verrà anche presentato il libro a fumetti “Storia di Genova” di Enzo Marciante pubblicato per la prima volta nel 1973 in bianco e nero e oggi rieditato a colori da Matilde Bianchi, edizioni COEDIT.
Matilde Bianchi,
Nasce nel 1968 a Genova, dove vive e lavora.
Consegue il diploma di pittura all’Accademia Ligustica di belle arti a Genova nel 1990, anno in cui inizia la sua attività di restauratrice di affreschi.
Dal 2000 approfondisce la tecnica dell’acquerello e inizia ad esporre in mostre collettive.
Perché no…
di Roberto Guerrini.
“Viaggio per l’umano anelito verso l’oltre e l’altrove,
viaggio per raggiungere proprio quel non-luogo perchè
comunque sai, che la sola nuda vita non basta, non può bastare.
La fine e l’esito di questo eccitante e disperato spostamento non
sono dicibili, ma la sua densa e vistosa traccia, forse è l’arte.”
(da “Icaro” edizioni Fonopoli, Roberto Guerrini 2007)
Questa immodesta citazione non ha naturalmente la pretesa di proporre un tentativo di definizione esaustiva di una
parola così ambigua ed infinitamente declinabile. L’aforisma proposto tentava soprattutto di renderne la sua enorme
complessità.
E se definire ciò che è arte costituisce impresa ardua, anche la definizione di artista non è meno difficoltosa.
“L’artista è colui che finisce sui libri di storia dell’arte” commentava a proposito, in modo laconico e maligno, Andy
Warhol.
Questa risposta è tanto vera quanto provocatoriamente lapalissiana e, certamente, alludeva soprattutto al compimento di
un riuscito business, più che all’affermarsi di un processo spirituale. La storia ha certamente insegnato che dietro ogni
grande maestro, dietro ogni grande artista, c’è un grande imprenditore (spesso coincidenti) ed una grande ed importante
committenza. Ma tutto ciò non basta ancora a determinare e descrivere un fenomeno che è antico quanto l’uomo e,
probabilmente, nato con lui.
Anche la tentazione di definire “arte” solamente l’opera dei grandi artisti è sempre presente nelle pieghe della sua
giudicabilità. Ma se l’arte coincidesse esclusivamente con l’opera di grandi artisti o grandi personaggi (cioè di coloro che
hanno, per vari meriti e motivi, veramente lasciato un definitivo ed indelebile segno, tale da rendere imprescindibile la
loro presenza e “superato” tutto ciò che c’era prima di loro) l’intera sua storia mondiale, si articolerebbe esclusivamente
sullo studio di non più di un centinaio di individui. Per fortuna, non è così, ma questo, a ben vedere, non fa che
complicare le cose..
Forse è semplicemente e preventivamente saggio tenere lontana la tentazione di intrappolare in una qualsiasi
definizione un fenomeno, quello dell’arte, che non è per natura probabilmente confinabile in alcuna formula
linguisticamente definibile. Forse è bene che chi prova a mediare la distanza tra chi fa arte e chi la fruisce, si limiti a
fornire i necessari mezzi per un giusto ed equilibrato approccio ed una giusta lettura e valutazione di tutte le sue
implicite, necessarie e molteplici declinazioni e manifestazioni.
Con tale presupposto si possono allora più correttamente leggere e apprezzare i lavori di Matilde Bianchi, se ne può
decifrare il senso. Lavori che non hanno alcuna altra intenzione o pretesa, se non quella di proporre l’esito di un timido,
intimo e continuo lavoro, fatto di competente ed onesto “mestiere” e di delicata dedizione ad una tecnica pittorica difficile
come l’acquarello.
I suoi acquarelli sono una sorta di omaggio visivo alla città di Genova, l’amorevole celebrazione di questa bellissima, ma
non facile città. E Genova è veramente complicata da moltissimi punti di vista e, non ultimo, certamente quello della sua
luce e dei suoi colori.
Luce e colore che sono il risultato della combinazione di elementi peculiari ed unici. Una luce ed una gamma cromatica,
cangianti e scintillanti, fatte di sole mediterraneo, ma anche di pietra e di ardesie, di vento e di mare che infinitamente
dialogano con l’irregolarità e l’irrequietezza delle sue architetture. Questa irripetibile commistione di elementi eterogenei
è catturata e proposta nei dipinti di Matilde che, attraverso tagli e suggestivi scorci urbani di tipo panoramico, mette in
scena uno sguardo che non indaga o puntualizza alcunché, ma si limita ad essere lieve e leggero come il suo spirito e
come la tecnica che, coerentemente, utilizza. Forse, una città “bifronte”, un luogo dai molti genius loci come Genova si
può, perché no, anche descrivere e celebrare così.
Per info Silvia Ruffini 340 1687076 , Elena Guarnieri 347 8794598.
Inaugurazione: giovedì 18 aprile 2013, ore 17.30
Galleria d'arte il Basilisco
piazza della Maddalena, 7 - Genova
Orari: da martedì a sabato 10.00|12.30_16.00|19.00 e il giovedì 14.30|19.00.
Ingresso libero