(...) Delhove agisce sulla qualità della luce calcolata nelle sue infinite variazioni, non a caso ogni piega provoca trasalimenti percettivi che originano equilibri sempre diversi, in modo da segnare lo spazio plastico con ombre che sono l'eco della luce stessa. (..). Claudio Cerritelli.
Sculture senza tempo
"La maggior parte delle recenti sculture di Delhove sono forme convesse che
alludono al corpo o a parti di esso, in tal senso esprimono un concetto plastico
come modellazione di forme essenziali che nascono a partire da un piano
malleabile, una struttura che acquista diverse consistenze e dimensioni, dal
breve frammento alla totalità , dal segno al volume, dalla superficie
all'evocazione dell'ambiente.
Il lavoro dell'artista si confronta in modo personale con una tendenza della
scultura contemporanea basata proprio su questo dato fondamentale: la piegatura
del piano bidimensionale, la creazione di valori plastici attraverso la
sensibilizzazione della materia e dei suoi attributi particolari, dal
micro-organismo alla piena visione spaziale, dal nucleo dell'oggetto alla
disseminazione della scultura. Nel caso di Delhove sarebbe meglio dire che
questi modi di trattare il piano plastico sono in funzione di una specie di
"calco mentale" che si materializza nell'impronta del corpo, non esattamente
nella copia anatomica, ma nella sua forma allusiva.
...Il segreto di questa ricerca è anche quello di saper tornare sempre
all'origine del fare, al piacere artigianale di trasformare gli elementi a
disposizione, fin quasi a ripercorre le fasi del lavoro con l'entusiasmo della
prima sperimentazione. Non vi è ricetta che possa dirsi scontata in questo
processo di manipolazione delle materie, questo si può affermare con certezza
anche se la nostra artista potrebbe sviluppare le sue note di lavoro e svelare
le alchimie del linguaggio come testimonianza del "saper fare", come elogio e
difesa della manualità al cospetto dell'attuale disimpegno degli artisti verso
le tecniche e la loro tradizione.
... Delhove agisce sulla qualità della luce calcolata nelle sue infinite
variazioni, non a caso ogni piega provoca trasalimenti percettivi che originano
equilibri sempre diversi, in modo da segnare lo spazio plastico con ombre che
sono l'eco della luce stessa. Echi metallici, certo, ma anche sonorità materiche
a cui l'artista guarda sempre più come ulteriore sviluppo della scultura e
dell'aggregazione dello spazio, con quel senso quasi indeterminato che
conferisce al frammento il senso di apertura infinita. E' sempre più urgente
...l'approccio alla naturalità della materia, l'interesse per le superfici
scabre, una diversa fisicità che Delhove indaga tra l'organico e l'inorganico,
come se dovesse mettere le mani nel recondito magma del profondo."
Dal testo critico di Claudio Cerritelli
Luce Delhove è nata a Uccle (Belgio) nel 1952. Vive e lavora a Roma e a Milano.
E' docente all'Accademia di Belle Arti di Brera.
Catalogo in galleria
Inaugurazione giovedì 18 settembre alle ore 18,30
Orario: dal martedì al sabato 16,00-1930
Spaziotemporaneo
via Solferino, 56
20121 Milano
Per informazioni: tel. E fax 02/6598056