Nell'ambito della rassegna di letteratura ''Fondamenta'', Venezia rende omaggio ad uno dei maggiori scrittori-viaggiatori. Oltre 60 scatti documentano come appunti visivi i percosi di Chatwin per le piste del mondo, dalla Patagonia all'Afghanistan.
Realizzata in collaborazione con "The Trevillion Picture Library" di Londra e allestita da Daniela Ferretti sara' aperta al pubblico dal 4 ottobre al 30 novembre 2003 nelle sale espositive del secondo piano del Museo Correr
Saranno 60 le fotografie esposte al Museo Correr, il cui fine sara' quello di ricreare i tortuosi percorsi intrapresi dall'autore: le immagini illustrano difatti il suo originale modo di vedere il mondo, il suo "occhio" personale e, come appunti, non ritraggono interni pittoreschi o costumi, nemmeno i soliti monumenti o paesaggi prevedibili e comuni, ma descrivono i colori intensi dei paesi da lui visitati. Molto spesso mettono piuttosto a fuoco un dettaglio sorprendente, un'associazione di colori o un umore unico. La Mauritania, l'Africa, il Nepal, l'Afghanistan, la gente comune della Patagonia colta nella quotidianita', ci svelano come, anche a livello di immagine, si puo' cogliere quella caratteristica precipua che lo contraddistingue dal punto di vista letterario: Chatwin e' innanzitutto un uomo alla ricerca delle radici profonde
che muovono l'essere umano al viaggio, qualunque sfaccettatura esso presenti - se per necessita' o piacere - poiche' la domanda che sempre animera' le sue opere e, conseguentemente, il suo cogliere immagini, sara' sempre la medesima, ovvero: - "Perche' gli uomini, invece di stare fermi se ne vanno da un posto all'altro?"-
(Chatwin a Tom Maschler, 1969 - da Le vie dei Canti, 1987).
La mostra e' parte integrante dell'annuale rassegna internazionale Fondamenta, Venezia citta' di lettori ideata da Daniele Del Giudice e promossa dal Comune di Venezia - Assessorato alla Cultura in programma a Venezia, Campo S.Angelo, dal 2 al 5 ottobre 2003. L'iniziativa di quest'anno - dal titolo Senza piu' - sara' dedicata all'approfondimento delle piu' recenti tematiche culturali e ospitera' interventi di economisti, scienziati, teologi, poeti e scrittori chiamati a dissertare su questo tema ognuno dal proprio speciale ambito di studio e ricerca.
La mostra si inserisce in uno dei filoni tematici della manifestazione dedicato ai luoghi reali e immaginari della contemporaneita'. Protagonista dell'evento e' Bruce Chatwin, uno dei piu' enigmatici scrittori-viaggiatori del XX secolo, che si e' rivelato anche un eccezionale documentatore visivo dei suoi viaggi, le cui immagini fanno da straordinario contrappunto alle sue opere letterarie. Essa vuole essere il giusto compendio della vita e degli stimoli che hanno animato questo indomito viaggiatore, fotografo per talento estetico, scrittore per passione, ma anche archeologo, giornalista, esperto e artista dilettante, che esercito' un grande fascino in tutti coloro che ebbero un contatto stretto con lui per il suo charme e per la sua cultura.
Chatwin esordi' nel 1977 con un libro simbolo della letteratura da viaggio contemporanea: In Patagonia (giudicato 'miglior libro dell'anno' dal New York Times Book Review).
Bruce Chatwin nasce nel 1940 a Sheffield nell'Inghilterra del nord. La sua brillante carriera inizia come portiere al dipartimento di Opere d'Arte a Sotheby's, la celebre casa d'aste londinese. Diventa presto un esperto in opere impressioniste e all'eta' di 26 anni ne diviene uno dei piu' giovani direttori. Ma il suo spirito irrequieto lo fara' presto abbandonare il mondo dell'arte, per una vita focalizzata nei viaggi e nella scrittura. Nel '65 sposa Elizabeth Chanler. Dalla meta' degli anni '60 fino alla fine degli anni '70 visita l'Afghanistan, il Sudan, la Russia, l'Africa, la Patagonia, il Brasile, l'India e Haiti. Durante questi viaggi Chatwin scatta innumerevoli fotografie e riempie di appunti decine di taccuini di 'vrai moleskine' (tela cerata nera che compra a Parigi). Sara' da questi appunti che egli attingera' idee e spunti per le sue opere letterarie: nel 1971 scrive "L'Alternativa nomade", un lavoro che non verra' mai pubblicato, ma che scandagliando quella "personale inquietudine" e quella "morbosa preoccupazione per le radici di ogni viaggio" proprie della sua persona, forniranno la base per tutte le opere successive. Nel 1977 pubblica "In Patagonia", il libro-simbolo di tutti i viaggi, che sara' incoronato dalla "New York Times Book Review" miglior libro dell'anno; nel 1980 e' la volta de "Il
Vicere' di Ouidah"che racconta la vita di un negriero di origine brasiliana nel Dahomey, oggi Benin; del 1982 e' "Sulla collina nera" e gli viene assegnato il "Whitebread Prize" come migliore romanzo. Dall'83 all'89 visita l'Australia, Katmandu, il Sud Africa, Hong Kong e il Nepal. Nel 1987 e' in Ghana per assistere il regista Werner Herzog nell'adattamento cinematografico del "Vicere' di Ouidah", nello stesso anno pubblica "Le vie dei canti", sulle mitiche Piste del
Sogno degli antenati aborigeni australiani. Nel 1988 e nell'89 vengono pubblicati "Utz" e "Che ci faccio qui". Il 18 giugno 1989 Chatwin muore in Provenza. Postumi escono: "Ritorno in Patagonia" (una conferenza con Paul Theroux, 1991); "L'occhio assoluto" (1993) e "Anatomia dell'irrequietezza" (1996). Grazie alla moglie, che raccolse e sviluppo' gran parte delle oltre 3000 foto di viaggi che l'autore probabilmente non vide mai, vengono realizzate alcune mostre fotografiche e pubblicati due libri di fotografie: 'Photographs and Notebooks of Travel' (Fotografie e appunti di viaggio) nel 1993 e 'Winding Paths' (I sentieri tortuosi), nel 1999.
Inaugurazione: Venerdi' 3 ottobre 2003, alle ore 19
Orario e biglietto del museo (9/19 fino al 31 ottobre; 9/17 dal 1 novembre - la biglietteria chiude un'ora prima - ingresso libero per i residenti).
Museo Correr
Venezia
tel. 0412747683
fax 0412747604