La mostra raccoglie circa 40 opere su carta e su tela eseguite tra il 1947 ed il 1975 per riflettere le tappe essenziali della carriera dell'artista. Dall'esposizione XX Century Italian Art al Moma di New York al periodo del Gruppo degli Otto fino al premio di miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia del 1956.
La Galleria Jean-François Cazeau ha il piacere di
annunciarVi la sua prossima esposizione dedicata
ad uno tra gli artisti italiani tra i più importanti
del Ventesimo secolo, Afro Basaldella, detto Afro
(1912 - 1976), che si terrà a partire da 26 aprile
fino al 31 luglio 2013.
L’esposizione, che raccoglierà circa 40 opere su carta e su tela
eseguite tra il 1947 ed il 1975, rifletterà le tappe essenziali della
carriera dell’artista e rivelerà la Glorificazione gioiosa della luce e della
vita caratteristica del suo lavoro – secondo la definizione che ne aveva
dato James J. Sweeney, ex direttore del Museo Guggenheim di New
York durante gli anni Cinquanta e forte sostenitore dell’ artista.
Nato il 4 marzo 1912 a Udine, vicino a Venezia, Afro Basaldella partecipa alle
attività della sua famiglia rivolte verso l’arte – il padre e lo zio sono stimati
decoratori e i suoi fratelli Mirko e Dino, diventeranno celebri scultori. Egli
studia a Firenze, Venezia e Roma, e ottiene il diploma nel 1931. Egli espose a
20 anni le sue prime tele presso la Galleria Il Milione di Milano.
Nel 1937, Afro si reca a Parigi e ha la rivelazione del cubismo. L’influenza
di Pablo Picasso e di Georges Braque determinerà la sua evoluzione verso
l’astrattismo. Si stabilisce a Roma nel 1938 e aderisce nel 1947 al Fronte
Nuovo della Arti.
Una svolta decisiva per la sua carriera avviene quando partecipa nel 1949
all’esposizione XX Century Italian Art al prestigioso Moma di New York e,
nel 1950, effettua il suo primo soggiorno americano. Afro è a tutti gli effetti
fortemente segnato dalla scoperta di Arshile Gorky e dell’ Action Painting di
Franz Kline, Cy Twombly e Williem de Kooning.
Ad una meditazione sul cubismo e sulla metafisica di De Chirico, succede un’
interpretazione più diluita dello spazio, che non è altro che lo spessore della
memoria (Afro). La geometria rigorosa e i contorni segnati lasciano spazio a
linee calligrafiche e a sfondi colorati più ampi. Privata di forma riconoscibile,
l’immagine si dematerializza poco a poco. I colori diventano più intensi ed
il caos generato da pennellate vivaci e da linee intervallate crea un nuovo
spazio emotivo – una pittura che tende a evocare dei sentimenti e a creare
degli oggetti fisici attraverso l’uso dello spirito (Ragghianti), dove il colore,
“veneziano” per intima vocazione, tiene più il tono che il timbro, e si distende,
fluido, sulla superficie della tela.
Nel 1952, Afro aderisce al Gruppo degli Otto assieme a Birolli, Corpora,
Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova. Sostenuti dal critico Lionello
Venturi, gli Otto espongono alla Biennale di Venezia.
Afro ottiene fama internazionale lavorando con successo con gallerie,
istituzioni e università. Nel 1955, partecipa all’esposizione The New Decade,
organizzata dal Museum of Modern Art di New York e, nel 1956, si vede
conferire il premio di miglior pittore italiano alla Biennale di Venezia.
Nel 1958, è invitato a partecipare, assieme a Pablo Picasso, Hans Arp,
Alexander Calder e Joan Miro, alla decorazione murale dell’Unesco a Parigi.
Egli esegue il suo capolavoro Il giardino della speranza, immensa tela in cui le
forme e i colori si estendono su un’ampia linea orizzontale.
Nel 1969, gli è dedicata un’importante esposizione retrospettiva di più di
duecento opere presso la Kunsthalle di Darmstadt. Colpito da una grave
malattia nel 1971, Afro indirizza la propria ricerca verso l’incisione e alla tecnica
dell’arazzo. Nel 1973 si stabilisce a Zurigo, dove muore tre anni più tardi.
Immagine: Afro nel suo studio a Udine davanti all’opera Il Castello nero, 1964 -65. Fotografia di Italo Zannier
Vernissage: giovedì 25 aprile a partire dalle 17.00
GALERIE JEAN-FRANCOIS CAZEAU
8 rue Sainte-Anastase - 75 003 Paris
Orari: lunedì-venerdì 10.00 - 13.00 ; 14.30 - 19.30
Sabato 14.30 - 19.00 e su appuntamento