Vincenzo Agnetti
Pierre Alechinsky
Maddalena Ambrosio
Stefano Arienti
Art & Language
Per Barclay
Gianfranco Baruchello
Irma Blank
Gregorio Botta
Pier Paolo Calzolari
Paolo Canevari
Clegg & Guttmann
Davide Coltro
Enzo Cucchi
Ceal Floyer
Maria Friberg
Jean-Francois Guiton
Gary Hill
Candida Hofer
Emilio Isgro'
Airan Kang
On Kawara
William Kentridge
Anselm Kiefer
Jiri' Kolar
Jannis Kounellis
Matej Kren
Anouk Kruithof
Maria Lai
Alicia Martin
Sabrina Mezzaqui
Claes Oldenburg
Coosje Van Bruggen
Dennis Oppenheim
Mimmo Paladino
Giulio Paolini
Claudio Parmiggiani
Michelangelo Pistoletto
Dmitry Alexandrovich Prigov
Michael Rakowitz
Rashid Rana
Robert Rauschenberg
Kibong Rhee
Gerhild Rother
Lisa Schmitz
Richard Wentworth
Peter Wuthrich
Alberto Fiz
Achille Bonito Oliva
Lorand Hegyi
Lea Vergine
Peter Weibel
In mostra 50 artisti internazionali si confrontano sulla forma taumaturgica del libro. Scultura, installazione o ambiente, qui il libro e' inteso come la parte che contiene il tutto. Il compito di raccontare le sperimentazioni tecnologiche del Terzo Millennio e' stato affidato allo ZKM di Karlsruhe.
a cura di Alberto Fiz
All’ingresso, una Torre di Babele con 8 mila volumi e sulla facciata una cascata di letteratura che scende dalla finestra. Poco più in là una libreria esplosa e una camera da letto formata con copertine e segnalibri. Sono solo alcune delle sorprendenti e imprevedibili installazioni che caratterizzano Bookhouse. La Forma del Libro, una mostra particolarmente impegnativa dove intorno ad un unico elemento, quello del libro, si sviluppano le infinite forma dell’arte. Nella fase più critica della sua esistenza, proprio quando la rivoluzione tecnologica ci pone di fronte alla nuova era Gutenberg, il libro, nell’ambito dell’arte contemporanea, non è mai stato così attuale e la mostra proposta al MARCA rappresenta il più esaustivo omaggio a questo magico strumento che da oltre 500 anni mantiene fondamentalmente inalterata la sua fisionomia.
Il libro, del resto, così come gli archivi e le biblioteche, sono al centro del dibattito artistico contemporaneo: l’edizione 2012 di Documenta ha dedicato una parte considerevole delle opere con questo soggetto e la Biennale veneziana di quest’anno s’intitola Palazzo Enciclopedico.
Bookhouse. La Forma del Libro è organizzata dalla Provincia di Catanzaro con il contributo della Regione Calabria e rientra nel progetto POR Calabria FESR 2007/2013. Ideata e curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz, comprende 50 artisti tra i più significativi della scena artista nazionale e internazionale che si confrontano sulla forma taumaturgica del libro, un oggetto così perfetto che Umberto Eco l’ha paragonato alla ruota.
“Il significato del libro risiede nella sua forma pensante”, afferma Alberto Fiz. “Se fosse semplicemente un contenitore di testi o di immagini, sarebbe già stato spazzato via. Invece, mantiene il proprio ruolo primario in quanto è un oggetto sensibile, in grado di creare un rapporto simbiotico con il lettore e, nello stesso tempo, ha la capacità di organizzare il pensiero. Un messaggio, quello proposto dal libro, partecipativo e polisemico che fissa il provvisorio in permanente e dove l’unità fisica presuppone l’unità di senso.”
Anche Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura, sottolinea il grado sperimentale e innovativo della mostra proposta al MARCA: “Bookhouse. La Forma del Libro è un progetto che affronta una problematica centrale della nostra società e lo fa attraverso la voce autorevole di un eccezionale gruppo di artisti che spazia da Claes Oldenburg a Jannis Kounellis; da Anselm Kiefer a Mimmo Paladino. Le loro opere, prive di qualsiasi retorica, dimostrano la forza rigenerativa del libro, nonché la sua vitalità. Per il MARCA si tratta di una sfida affascinante per una rassegna destinata ad avere un’eco oltre i confini nazionali“
Di fronte ad un sistema dove prevalgono oggetti inerti, spesso desunti dalla società del consumo, il libro è di per sé un oggetto modulare, di carattere relazionale la cui semplice presenza evoca il contenuto. La grande mostra si sviluppa sui tre piani del museo dialogando anche con la collezione di arte antica.
E’ la prima volta, nell’ambito di un’istituzione pubblica italiana che il libro, inteso come spazio fisico di ricerca, così come dimensione segnica e proiezione della memoria collettiva, diventa il protagonista di una rassegna trasversale di tale complessità che spazia da Claes Oldenburg a Michelangelo Pistoletto; da Anselm Kiefer a Pier Paolo Calzolari; da William Kentridge a Enzo Cucchi; da Jannis Kounellis a Candida Höfer; da Giulio Paolini a Dennis Oppenheim; da Mimmo Paladino a Airan Kang; da Enzo Cucchi a Emilio Isgrò, da Michael Rakowitz a Ceal Floyer. Non manca, poi, una serie di spettacolari lavori site-specific realizzati per l’occasione come Idiom, l’installazione di 8 mila libri (i volumi sono stati forniti dalla casa editrice Rubbettino), alta quattro metri dell’artista slovacco Matej Krén dove un gioco di specchi crea una spirale infinita di volumi in un labirinto di colori e forme profondamente intimista. Sull’esterno del museo, poi, viene collocata la cascata di libri ideata dall’artista spagnola Alicia Martín che coinvolge lo spettatore in un’esperienza fisica ed emozionale. Non manca nemmeno un libro danzante collocato in una soluzione di 800 litri d’acqua del coreano Kibong Rhee e una camera da letto interamente sviluppata intorno ai libri, alle copertine e ai segnalibri, specificatamente ideata dallo svizzero Peter Wüthrich come ipotesi ambientale non priva di un’ironica componente esistenziale e Hanging Book, l’installazione dell’americano Richard Wentworth che per l’occasione rielabora il proprio progetto realizzato nel 2009 in occasione della Biennale di Venezia. Da Documenta 13, arriva, invece, il libro in pietra di Michael Rakowitz che vuole essere una riflessione, non priva di speranza, sugli orrori della storia.
La mostra del MARCA si svincola dall’ipotesi del libro d’artista, sebbene in taluni casi non manchino logiche convergenze, per orientarsi verso un’estensione dell’opera d’arte dove il libro diventa esso stesso scultura, installazione o ambiente ed è inteso come la parte che contiene il tutto, una metonimia intorno alla quale si sviluppa il significato dell’opera d’arte.
Se nel 1970 Germano Celant, nel suo celebre saggio Book as Artwork, aveva definito il libro come medium autosignificante, in questo caso lo stesso impone la propria ragione all’opera d’arte che s’interroga sulla permanenza dei segni in una prospettiva dove il contenuto e il contenitore sono per certi versi assimilabili. Il viaggio intorno al libro coinvolge biblioteche e archivi passando dal cavallo-libreria di Mimmo Paladino che contiene i volumi dell’Ulysses di James Joyce illustrati dallo stesso Paladino all’immagine fotografica di Candida Höfer dedicata alla Biblioteca Nazionale di Napoli. In questo ambito spicca From The Entropic Library la straordinaria scultura di Claes Oldenburg e Coosje Van Bruggen di nove metri di lunghezza proveniente dal museo di Saint-Etienne. Si tratta di un’opera del 1989 dove il grande maestro della pop art americana fa esplodere una libreria interrogandosi sul caos linguistico e culturale. Una biblioteca della memoria è quella proposta da Anselm Kiefer con un’installazione dove i libri in piombo entrano in relazione con l’enigmatico poliedro che compare nell’opera di Albrecht Dürer. Se per Michelangelo Pistoletto il libro è l’estensione nello spazio, per Pier Paolo Calzolari rappresenta un elemento sospeso in continua metamorfosi. L’immagione fisica del libro compare nelle opere di Enzo Cucchi e Giulio Paolini, mentre Jannis Kounellis si sofferma sulla dimensione primaria del segno.
Nell’universo digitale, il libro richiede una rinnovata attenzione in quanto si tratta di uno strumento materiale con un immenso potere evocativo e in mostra compare il libro-scultura; il libro scrigno della memoria; il libro come codice senza parole; il libro-ombra; il libro come pluralità di libri; il libro come spazio immateriale, il libro bianco.
La mostra sviluppa la propria prospettiva sino ai libri interattivi e il compito di raccontare le sperimentazioni tecnologiche del Terzo Millennio è stato affidato allo ZKM di Karlsruhe, il Centro di Arte e Media più importante a livello internazionale diretto da Peter Weibel che affronta la sfida imposta da un sistema dove il libro non è più un corpo solido ma liquido in progressivo movimento.
Ma le suggestioni e le problematiche della mostra sono infinite e spaziano dalla scultura-dentiera di Dennis Oppenhiem alla bibliorteca di fumo di Claudio Parmiggiani; dal Cristo cancellatore, una fondamentale opera di Emilio Isgrò realizzata nel 1968; dal video di Gary Hill Big Legs Don’t Cry che già nel 1985 ipotizzava un libro attraversato da un corpo fisico, alla poltrona-libro di Art & Language; dalle microsculture in carta di Sabrina Mezzaqui alla raccolta di libri su Vincent Van Gogh di Stefano Arienti; dall’inquietante video di Paolo Canevari che fa bruciare a fuoco lento Mein Kampf alle accumulazioni di Gianfranco Baruchello; dal libro che attende di essere scritto di Gregorio Botta alle riscritture di Irma Blank; dal libro bruciato di Robert Rauschenberg alla onirica proiezione della Lettura proposta da Jean-François Guiton; dalle false architetture di Clegg & Guttmann ai disegni cancellati di William Kentridge; dal paesaggio-libro di Ceal Floyer alle sedimentazioni archeologiche di Maddalena Ambrosio; dai quadri elettronici di Davide Coltro alla biblioteca sommersa di Per Barclay, sino al libro in tessuto di Maria Lai, l’artista novantatreenne scomparsa nei giorni scorsi.
Una straordinaria e provocatoria biblioteca d’immagini, dunque, che permette di realizzare un viaggio nell’arte contemporanea dove il libro viene completamente riscritto.
In un progetto di così ampia portata sono state molte le collaborazioni con istituzioni pubbliche e private italiane e straniere tra cui quella con il Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne Metropole, lo ZKM di Karlsruhe, l’associazione Zerynthia e la Dena Foundation.
Gli artisti presenti in mostra:
Vincenzo Agnetti, Pierre Alechinsky, Maddalena Ambrosio, Stefano Arienti, Art & Language, Per Barclay, Gianfranco Baruchello, Irma Blank, Gregorio Botta, Pier Paolo Calzolari, Paolo Canevari, Clegg & Guttmann, Davide Coltro, Enzo Cucchi, Ceal Floyer, Maria Friberg, Jean-François Guiton, Gary Hill, Candida Höfer, Emilio Isgrò , Airan Kang, On Kawara, William Kentridge, Anselm Kiefer, Jirí Kolár, Jannis Kounellis, Matej Krén, Anouk Kruithof, Maria Lai, Alicia Martín, Sabrina Mezzaqui, Claes Oldenburg & Coosje Van Bruggen, Dennis Oppenheim, Mimmo Paladino, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Michelangelo Pistoletto, Dmitry Alexandrovich Prigov, Michael Rakowitz, Rashid Rana, Robert Rauschenberg, Kibong Rhee, Gerhild Rother, Lisa Schmitz, Richard Wentworth, Peter Wüthrich.
La mostra è accompagnata da un libro in italiano e inglese edito da Silvana Editoriale con testi di Achille Bonito Oliva, Alberto Fiz, Lorand Hegyi, Lea Vergine e Peter Weibel. Accanto al saggio inedito di Emilio Isgrò e all’intervista di Mimmo Paladino con Marco Vallora, il volume è arricchito dalle testimonianze degli artisti che raccontano il loro rapporto con il libro.
Mostre promosse dalla Provincia di Catanzaro–Assessorato alla Cultura con il contributo della Regione Calabria POR Calabria FESR 2007/2013, comune di Borgia, comune di Zagarise, Accademia di Belle Arti di Catanzaro, Eosud.
Uffici stampa:
Studio Esseci – Sergio Campagnolo tel. 049.663499 info@studioesseci.net
Ufficio Mostre-Settore Cultura Provincia di Catanzaro tel. 0961.84721-0961.84724
Inaugurazione sabato 4 maggio ore 18.30
Conferenza stampa ore 17.00
Intervengono:
Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro
Giuseppe Scopelliti, Presidente della Regione Calabria
Alberto Fiz, Direttore Artistico MARCA
Lorand Hegyi, Direttore Musée d'Art Moderne Saint-Etienne Métropole
Florindo Rubbettino, editore
MARCA, Catanzaro
via Alessandro Turco 63
da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30;
chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797