Excalibur Arte Contemporanea
Lesa (NO)
via Borroni , 1 (S.S. del Sempione)
0322 772093
WEB
Giovanni Sesia
dal 19/9/2003 al 20/10/2003
0322 243344
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Segnalato da

Excalibur Arte Contemporanea




 
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19/9/2003

Giovanni Sesia

Excalibur Arte Contemporanea, Lesa (NO)

Il ritorno della memoria. Sono una quindicina di opere di cui volti e luoghi fermati in un clic e celati dietro muri di parole, momenti di vita vissuta ricoperti da scritte e pensieri e ricordi che l'artista ricompone a mano sulla stampa, trasferendovi le sue emozioni e regalando tutto alla libera interpretazione dello spettatore.


comunicato stampa

' Il ritorno della memoria'

La Galleria Excalibur nella sede di Arona (NO) , Sabato 20 settembre 2003 alle ore 18 inaugura la mostra ' il ritorno della memoria' di Giovanni Sesia con la presenza dell'artista. Sono una quindicina di opere di cui volti e luoghi fermati in un clic e celati dietro muri di parole , momenti di vita vissuta ricoperti da scritte e pensieri e ricordi che l'artista ricompone a mano sulla stampa , trasferendovi le sue emozioni e regalando tutto alla libera interpretazione dello spettatore.
E' questa la prima impressione che affiora. Sesia nato a Magenta nel 1955 , dopo un apprezzabile successo ottenuto anche oltre i confini nazionali presenta questa selezione di lavori , ricreando il suo personale passato nel presente e restituendocelo decorato di poesia. Il Sesia fotografo ha infatti l'abitudine di ritoccare ad olio i suoi scatti in bianco e nero, interpretando il ruolo del pittore e applicando ai suoi soggetti e sulle ambientazioni componimenti di ogni, come un moderno James Joyce alle prese con la parabola della vita . Il filo conduttore delle sue creazioni artistiche è quello della memoria intesa come mortalità, come tempo che scorre inesorabile , come ricordo e cambiamento , come malinconia e confronto.
E' possibile che il volto si trasformi in una natura morta? Questo, certo, doveva chiedersi Giovanni Sesia maneggiando le antiche lastre, retaggio ultimo d'una storia di esistenze. E ripensava, insieme, a ciò che conveniamo di chiamare vita, una sorta di ambigua abitazione di spazio e tempo cieca di radice e di destino.
Ne poteva scaturire della letteratura, oppure l'ancoraggio alla tradizione recente d'una iconografia che rammenta Dubuffet e Rainer e Boltanki e Serrano: come se l'antico catalogo in progress di Close e il "lasciate una traccia del vostro passaggio" di Vaccari avessero assunto il tono seppia del delirio normativo, del lombrosismo d'antan.
Sesia ha tuttavia scartato entrambe le prospettive. Ha lasciato depositare ogni arbitrio memoriale e ogni ansia di politically correct e ci ha offerto, in ostensione cruda, ossosa, quelle facce: foto d'antenati altri a tutto, antenati, anche della fotografia, escrescenze nude del codice occidentale di ritratto.
Proprio su quel codice, prosciugato a sua volta di retoriche, egli ha deciso di continuare a operare. Una sedia e un panneggio, anch'essi figli d'un repertorio sedimentato (penso alla plasticità reinventata d'un Manzù, all'ossessione visionaria d'un Lopez...) nel dire assenza e straniamento di luogo, dell'ubi consistam del corpo. Una sedia e un pannaggio fotografati e dipinti, fotografati e dipinti, in definitiva compressione dei codici visivi,di ricezione e attribuzione di senso, prima che disciplinari. Una sedia e un panneggio, e talora un bucranio, simbolo tra simboli d'una vanitas assaporata in lucido laicismo. Lì, con quelle scritte velenose e imperfette, fomentate dall'ansia della cattura impossibile d'un senso: a scialbare anch'esse, ultimo oltraggio, la condizione anch'essa mortale dell'immagine.
Antico, atavico è il soggetto del viaggio di Sesia; forte, nella tradizione, il solco in cui egli si muove. D'oggi è però l'attraversamento definitivo, per interrogazioni incontrattabili, dei codici, la sfiducia nella capacità dell'immagine di farsi segno stabile e schiarito.
Questo, della mortalità dell'immagine - "se i quadri potessero gridare come porci scatenati!
E le immagini non morissero appena nate", così Novelli - è il vero dramma: e la follia radicale: questa la mediatio mortis che Sesia ci dice.
Flaminio Gualdoni

Giovanni Sesia
Nato a Magenta (Milano), il 03.08.1955

Inaugurazione Sabato 20 settembre 2003 ore 18.00

Orario 10.00 - 12.30 - 15.30-19.30
(da martedì a domenica - chiuso lunedì)

Organizzazione Wilma Brioschi & Federico Pezzè

E X C A L I B U R
Galleria d'Arte Contemporanea
ARONA via Torino 14
Tel.0322 243344-0322 772093

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