Metronom ospita "Accidents from the greenhouse", prima personale in Italia dell'artista olandese. La mostra, a cura di Fracesco Zanot e Selva Barni, raccoglie una selezione di fotografie e collage particolarmente significativi.
a cura di Fracesco Zanot e Selva Barni
Dal 4 maggio al 29 giugno 2013 METRONOM ospita Accidents from the greenhouse, prima personale in Italia dell'artista olandese Ruth van Beek. La mostra, a cura di Fracesco Zanot e Selva Barni, raccoglie una selezione di fotografie e collage che costituiscono un significativo percorso della sua ricerca artistica.
Greenhouse è uno dei nomi con cui Ruth van Beek chiama il proprio archivio, nel quale conserva immagini
fotografiche di diverso tipo e su supporti variabili, dagli album di famiglia alle diapositive, fino ai ritagli di
giornale, a partire da cui realizza le proprie opere.
Ruth van Beek usa le fotografie come se fossero oggetti, i suoi lavori si compongono con uno stile che ricorda
banali e quotidiane operazioni di “taglia e incolla” aprendosi però a soggetti e risultati sempre diversi.
Accostando immagini a grandezza naturale con elementi simili, van Beek opera in modo tale che forme,
grandezza e colore collaborino per dare una apparenza di veridicità a qualcosa che in realtà non è mai
esistito. Si creano quindi incidenti aerei, strani oggetti, o composizioni floreali, che grazie a una accurata
costruzione formale riescono a offrire una immagine di realtà e di credibilità.
Fatto di oggetti senza peso né sostanza, animali senza testa, incidenti senza giustificazione, l'universo di Ruth
van Beek appare immediatamente impossibile, al di là delle regole che governano la realtà in cui abitiamo
dandoci sicurezza. Tuttavia, il materiale che dà forma a queste opere, esclusivamente fotografico, si riferisce
necessariamente al nostro mondo, registrandone la superficie con esattezza, ma sono sufficienti poche
pieghe della carta e qualche combinazione inusuale per rendere sostanzialmente irriconoscibile ciò che,
invece, conosciamo. E' così che Ruth van Beek innesca un cortocircuito fra descrizione e interpretazione,
trasparenza e opacità, schierandosi fra gli artisti che definiamo come visionari.
Inserita nella tradizione di coloro che utilizzano materiale preesistente per la realizzazione dei propri lavori,
Ruth van Beek continua a produrre fotografie. Le sue opere, infatti, fanno leva esattamente sui meccanismi di
fiducia e individuazione della verità che definiscono il nostro rapporto con le immagini fotografiche. Il fatto poi
che non faccia uso di una macchina fotografica costituisce contemporaneamente un adeguamento alla
contemporaneità (dopo quasi 180 anni di storia e l'avvento di Internet sono ormai miliardi le immagini
fotografiche disponibili all'interno degli archivi tradizionali e digitali) e un gesto politico che rimanda alla logica
del riciclo (perché realizzare una nuova immagine quando ne esistono già moltissime?). Ci dimostra così che
una fotografia si può fare anche senza guardare attraverso l'obiettivo.
Nata nel 1977 in Olanda e diplomatasi nel 2002 alla Gerrit Rietveld Academy di Amsterdam, in questa
occasione Ruth van Beek presenta per la prima volta il suo lavoro in Italia in una mostra personale.
Inaugurazione sabato 4 maggio ore 18.30
Metronom
viale G. Amendola, 142 - Modena
Orari: da martedì a sabato 15.00-19.00 e su appuntamento