Pittore sull'Amiata. A vent'anni dalla scomparsa alcuni inediti e un viaggio in Maremma. Come pittore contribui' in modo incisivo, a partire dagli anni '30 del '900, a evidenziare le qualita' del patrimonio paesaggistico toscano con una particolare predilezione per il Monte Amiata, da cui proveniva la famiglia della moglie dell'artista, Noris.
Vittorio Granchi (Firenze 1908-1992), è considerato uno dei più significativi rappresentanti di quella “Scuola Fiorentina del restauro” che fa di Firenze una capitale indiscussa in questo campo. Egli infatti, proveniente da una famiglia dalle antiche e radicate tradizioni artistiche con botteghe attive a Firenze fin dal XIX secolo, fu per quarant’anni (dal 1934 al 1973) uno dei principali operatori del famoso “Gabinetto Restauri della Soprintendenza alle Gallerie” di Firenze fondato da Ugo Procacci, e diretto nel dopoguerra da Umberto Baldini.
Nella sua lunga attività nel laboratorio fiorentino Vittorio Granchi dette un contributo determinante alla conservazione del patrimonio artistico in periodi storici delicatissimi quali il passaggio della guerra - durante la quale Vittorio compì su incarico della Soprintendenza fiorentina, una delicata missione in Albania - e la grande tragedia della catastrofica alluvione del 1966. Qui Granchi dette il meglio di sé con interventi di “alta chirurgia” (come li definì Umberto Baldini), alcuni dei quali, come afferma l’attuale Soprintendente dell’Opificio Marco Ciatti, rappresentano una vera e propria “rivoluzione copernicana” nel campo delle prassi operative di restauro. Tra questi il caso dell’ormai ben noto delicatissimo intervento sul Crocifisso di Cimabue alluvionato in cui il Granchi, con una coraggiosa soluzione inedita e innovativa, separò il colore dal supporto ligneo consentendo il salvataggio di entrambi.
Come pittore contribuì in modo incisivo, a partire dagli anni ’30 del ‘900, ad evidenziare le qualità del patrimonio paesaggistico toscano ed ebbe una particolare predilezione per il Monte Amiata, da cui proveniva la famiglia della moglie dell’artista, Noris, e per la Maremma di cui fu un appassionato e attento frequentatore contribuendo a sottolinearne e valorizzarne negli anni anche l’ingente patrimonio storico-artistico.
L’esposizione di Grosseto presenta fra gli altri alcuni dipinti inediti degli anni ’40 del ‘900 recentemente ritrovati e qui esposti per la prima volta.
Provincia di Grosseto / Comune di Grosseto / Comune di Castel del Piano / Unione dei Comuni Montani Amiata Grossetana / Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Provincie di Siena e Grosseto / Accademia delle Arti del Disegno / Accademia di Belle Arti di Firenze – MIUR / Comune di Firenze / Musei della Maremma / Sistema Museale Amiata / Istituzione Ildebrando Imberciadori.
Inaugurazione 4 maggio
Palazzo della Provincia
Piazza Dante Alighieri 35 / Grosseto
La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18 e il sabato dalle 8 alle 13