Crossing the water. Una mostra che cresce sulla sedimentazione di elementi e accumuli culturali maturati da Modorati nel corso di una ricerca teorica esplicitata con l'oggetto arte e l'impertinenza fisica dell'opera.
A cura di Martina Cavallarin
Crossing the Water è una mostra che cresce sulla sedimentazione di elementi e accumuli culturali
maturati da Elena Modorati nel corso di una ricerca teorica esplicitata con l’oggetto arte e l’impertinenza
fisica dell’opera. La cera, il metallo, la carta giapponese, i reperti da archivio reinterpretati in una pratica
installativa raffinata e meticolosa, attenta e virata alla bellezza quanto straordinariamente equilibrata
nelle tonalità e nella densità degli elementi rappresentati, sono un abecedario recuperato per
stratificazioni e raccolte.
Crossing the Water si esplicita e si srotola in una serie di lavori dedicati a La biblioteca di Ur,
probabilmente la prima biblioteca della storia, un’architettura simbolo di un’epoca in cui la scrittura si
evolve dall’impiego funzionale inaugurando la letteratura; Kit-corredi, piccole bacheche sulla tipologia
delle teche di un museo archeologico; Onphalos, installazione dedicata a Pizia, sacerdotessa di Apollo,
sul tema della veggenza e della centralità in quanto Onphalos, luogo in cui si trovava il santuario di Delfi,
reputato l’ombelico del mondo; Dolmen, archetipo di costruzione, luogo di sepoltura e struttura che
delimita uno spazio sacro, nella dialettica del dentro e del fuori; Senza una sola cifra - citazione di un
verso di Rilke - lavoro emblematicamente dedicato a Philippe Petit.
La ricerca di Elena Modorati va nella direzione orizzontale e rizomatica di consapevolezza e innocenza.
L’artista cerca le radici identitarie, ecco il rizoma, prova a decifrare orme e indizi.
Come afferma l’artista: “Vado verso un nucleo di senso che so già essere vuoto, potenziale. In questo
sono archeologa e frugo il passato personale e collettivo; raccolgo exempla, paradigmi, distribuiti in un
ritmo di anomalie, rotture e ripetizione. Più che "origine" archetipo, ogni incontro lampeggia di rimandi,
mi fa dire io sono qui mentre mi trascina lontano.”
“Per applicare lo sforzo l’esercizio è ginnico, costante, un allenamento dei muscoli del pensiero allertati
anche all’equilibrio, come accade per il funambolo, il trapezista che studia e si esercita, l’archeologo che
conserva e si prende cura. “(...) perché la visione non sia solo un'esternazione estemporanea, perché
sfidare il limite è un atto straordinario, ma che se li porta dietro tutti, responsabilità compresa.... “
Crossing the Water è il titolo di una poesia di Sylvia Plath del 1971
Martina Cavallarin
Inaugurazione: martedì 7 maggio dalle 18.30
Fabbri.Ca Contemporary Art
via Stoppani, 15/C - Milano
Orari: tutti i giorni 15.30 – 19.30; mattina su appuntamento, domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero