Palazzo Albrizzi
Venezia
Cannaregio 4118, (Fermata Ca' D'Oro, linea 1)
041 5225475 FAX 041 5245275
WEB
Matthias e Juliane Brandes / Emiliano Bazzanella
dal 28/5/2013 al 23/11/2013
10-18, lun chiuso
334 1957061

Segnalato da

Attilio Fermo




 
calendario eventi  :: 




28/5/2013

Matthias e Juliane Brandes / Emiliano Bazzanella

Palazzo Albrizzi, Venezia

Brandes&Brandes: convergenze. Esposti dipinti di Matthias Brandes e sculture in miniatura e gioielli di Juliane Brandes. Contemporaneamente Bazzanella presenta "Overplay".


comunicato stampa

Brandes&Brandes: convergenze

Dal 30 maggio al 31 luglio 2013

L’Associazione Culturale Italo Tedesca di Venezia (ACIT), con sede a Palazzo Albrizzi, propone la mostra Brandes&Brandes: convergenze, con una serie di dipinti di Matthias Brandes e di sculture in miniatura e gioielli di Juliane Brandes.

Questa doppia esposizione presenta la particolarità di una pittura che sembra derivare dalla scultura e di piccole sculture in cui l’artista riversa tutta la propria esperienza nel campo dell’arte orafa. Potrebbe non essere un caso che il padre di Juliane sia uno scultore amburghese di una certa fama e che entrambi gli artisti di questa rassegna – primi cugini – abbiano lavorato come assistenti nel suo studio. Matthias, su suggestioni d’indubbia derivazione metafisica, elabora raffigurazioni di case, campanili e navi con pennellate – scrive Elsa Dezuanni in catalogo – “che sembrano sprigionare l’energia peculiare dei colpi di scalpello”. Le sue costruzioni rappresentano concettualmente un unicum, “la casa”, che per l’artista non è abitazione, ma simbolo dell’essere. Egli precisa, infatti: “A me interessa la condizione umana, vivere i momenti armoniosi in una situazione di precarietà. Nulla è sicuro, fermo, perenne, ma ci sono momenti di equilibrio. I miei dipinti sono perciò ambigui. Al primo sguardo si scopre armonia, il secondo la mette in dubbio. Un continuo oscillare tra presenza e non-presenza, tra calma e svolta imminente”. Nel lavoro di Juliane scultura e gioiello s’ispirano a vicenda. Elementi della natura – come pigne, licheni, piante marine rinsecchite, rami dalla forma bizzarra - costituiscono l’objet trouvé cui l’artista dà una valenza estetica, con spirito ironico, trasformandoli in personaggi antropomorfi o zoomorfi, modellando ad hoc arti umani e teste animali con materiali diversi.

Matthias Brandes è nato nel 1950 a Bochum. Laureatosi all’università di Amburgo in pedagogia d’arte nel 1976, ha poi conseguito l’abilitazione all’insegnamento, decidendo tuttavia di dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dapprima attivo ad Amburgo e parte dell’anno in Italia, a Meolo, una località vicina a Venezia, si è qui definitivamente trasferito nel 1993, insieme alla famiglia. L’attività espositiva è iniziata nel 1985 all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo e con la partecipazione alla Biennale dei Paesi Baltici a Rostock; da allora sono seguite varie mostre personali e collettive, sue opere sono entrate in collezioni pubbliche e private (Deutsche Telekom, Britisch Petroleum, Vereins & Westbank, …) e attualmente ha costanti rapporti con gallerie italiane, austriache, tedesche, ungheresi e americane. Juliane Brandes è nata nel 1962 ad Amburgo. Si è formata alla scuola superiore di design a Pforzheim, specializzandosi in arte orafa. Dal 1991 è docente al Berufskolleg für Design - Schmuck und Gerät di Pforzheim. Ha esposto le sue opere in varie mostre personali e collettive; e alle fiere del settore orafo a Francoforte, Hannover, Lipsia, Monaco, Zurigo, Nijmegen, Lausanne, Hanau, New York, Berna, Karlsruhe, Pforzheim. Suoi lavori sono presenti nel Museum für Kunst und Handwerk di Francoforte e allo Schmuckmuseum di Pforzheim.

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Emiliano Bazzanella

Overplay. Crisi dell'arte e arte della crisi

Fino al 24 novembre

OVERPLAY è un Evento Collaterale della 55. Biennale di Venezia, ideato da Emiliano Bazzanella, che focalizza il tema della crisi nella sua duplicità: la crisi come momento storico che riguarda anche le espressioni artistiche, e la crisi come motore e linfa dell’arte in ogni tempo. Lungi dall’essere un problema puramente economico, dunque, la crisi si può leggere/interpretare come motore di crescite personali, di mutamenti sociali, di vere e proprie rivoluzioni estetiche. Nella crisi convivono allo stesso tempo la paura e l’attrazione verso un “nuovo”, un “avvenire” imprevedibile, ma non necessariamente negativo.

Palazzo Albrizzi
Cannaregio 4118 (Fermata Ca’ D’Oro, linea 1) - Venezia
Orario: 10-18, lunedi chiuso
Ingresso libero

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