Il fascino discreto della figura - Opere inedite 1971-2013. Ritratti, paesaggi marini e collinari, fiori, personaggi mitologici: questi sono i temi della sua pittura non ufficiale. Vi si scorgono tracce dei maestri del '900 quali Carlo Levi, Carra', Sironi.
Non c’è dubbio che la pittura ha anche una funzione terapeutica: il piacere di dipingere è più forte della sua visibilità. A volte ci sono artisti che in pubblico, nelle mostre, fanno un certo tipo di prodotto; in privato, liberi da condizionamenti critici e intellettuali, si lasciano andare alla gestualità e al piacere di dipingere. Così è per Elvi Ratti, allieva di Umberto Mastroianni, la quale ha sviluppato una pittura incentrata sul movimento: nastri che si liberano nello spazio con movimenti flessuosi, metafora della femminilità e dell’eleganza. Ma Elvi ha continuato a dipingere figure vere: un filo ininterrotto che porta alle radici degli anni dell’accademia milanese di Brera. Ritratti, paesaggi marini e collinari, fiori, personaggi mitologici: questi sono i temi della sua pittura non ufficiale. Vi si scorgono tracce dei maestri del 900 quali Carlo Levi, Carrà, Sironi, Morandi, ma anche Picasso; le figure sono però sempre trattate con originalità e creatività, ricercandone il lato psicologico nelle persone ed un dato espressionistico nei paesaggi e nelle nature morte. Sandra Giannattasio scriveva nel 1991 di Elvi Ratti: “C’è anche la pittrice di assai acuti e penetranti ritratti che restituiscono l’uomo intero, che spiano con interesse e amore al di là del
La mostra si presenta interessante per quel suo carattere retrò, nostalgico della pittura come arte unitaria, quando la pittura non si faceva sostituire dalla fotografia e la fotografia non imitava la pittura, quando fare l’astratto era un esigenza linguistica e non di moda, ma fare il figurativo non significava un cedimento alla banalità.
Inaugurazione 16 maggio ore 18
Studio DR Spazio Visivo
via Angelo Brunetti, 43 - Roma