Fabulous Muscles. Danh Vo decostruisce, legge e cita infatti la storia attraverso modalita' inaspettate. I pezzi della Statua della Liberta' originale, vennero trasportati via mare dall'Europa e poi assemblati. Nel riproporre la scultura in frammenti, l'artista ripercorre il processo di allora, affrontando pero' rotture e discontinuita'. Danh Vo fa materialmente a pezzi un'icona: apre cosi' una riflessione sul concetto di Liberta', insinua interrogativi, ma lascia comunque grande liberta' associativa al visitatore.
A cura di Letizia Ragaglia
Immaginate la Statua della Libertà, l’icona simbolo di New York e dell’America, smembrata e fatta a pezzi. Non è la storia di un gesto iconoclasta, ma la descrizione di un progetto artistico. Più precisamente di un progetto pluriennale nato dalla volontà dell’artista Danh Vo di ricostruire la Statua della Libertà a grandezza naturale. Il titolo del lavoro, “We The People”, riprende le prime parole della Costituzione degli Stati Uniti d’America.
Nato in Vietnam nel 1975 e cresciuto a Copenhagen, Danh Vo si è imposto in pochi anni nel panorama artistico internazionale con lavori in cui i grandi temi della storia come colonialismo, migrazione e rapporto tra Oriente e Occidente si intrecciano alla vicenda personale – l’artista è infatti cresciuto in Danimarca dopo aver abbandonato il Vietnam con la sua famiglia. Il progetto sulla Statua della Libertà fa tappa a Museion e giunge alla fase conclusiva dopo aver toccato, negli ultimi due anni, diversi musei europei e non, dal Fridericianum di Kassel all’Art Institute di Chicago.
Per la mostra a Bolzano 21 elementi in rame, la maggior parte esposti per la prima volta, segnano con la loro monumentalità il vasto spazio al quarto piano del museo. A prima vista i pezzi ricordano sculture della tradizione greco romana o addirittura la minimal art: solo in alcuni si indovina la possibilità di un panneggio o un ricciolo dalla corona della Statua della Libertà. La tecnica è la stessa dell’originale, la cosiddetta tecnica a sbalzo. Ciò nonostante, i pezzi non si limitano ad essere una semplice copia, un ready made.
Danh Vo decostruisce, legge e cita infatti la storia attraverso modalità inaspettate. I pezzi della Statua della Libertà originale, realizzata da Frédéric Bartholdi con il contributo di Eiffel, vennero trasportati via mare dall’Europa e poi assemblati. Nel riproporre la scultura in frammenti, l’artista ripercorre il processo di allora, affrontando però rotture e discontinuità. Danh Vo fa materialmente a pezzi un’icona: apre così una riflessione sul concetto di Libertà, insinua interrogativi, ma lascia comunque grande libertà associativa al visitatore. Rotture e discontinuità, decostruzioni e ricostruzioni sono parte della pratica artistica di Danh Vo. Apparentemente slegati dai frammenti metallici della Statua, sono in mostra a Museion i pezzi di una statua lignea (Beauty Queen, 2013) trovata dall’artista a Parigi.
Al peso fisico e simbolico della Statua fanno invece da contrappunto invece la leggerezza e la “liquidità” di icone contemporanee. Non possono che essere icone del consumo. A Museion sono infatti esposti semplici cartoni da imballaggio su cui Danh Vo ha stampato i marchi della nota birra Budweiser e dell’acqua Evian a foglia d’oro. Nonostante l’artista li abbia così resi “preziosi”, la loro fragilità e l’aspetto precario contrastano fortemente con la monumentalità degli altri oggetti esposti. In questa serie di opere è inoltre evidente il riferimento ai cartoni realizzati da Robert Rauschenberg agli inizi degli anni ’70.
La scrittura, la lingua e la scelta dei titoli giocano un ruolo importante nell’opera di Danh Vo, aprendo diversi livelli interpretativi. Lo stesso avviene per la mostra a Museion, per cui l’artista ha scelto il titolo “Fabulous Muscles”: può riferirsi alla fisicità della Statua della Libertà o, cambiando radicalmente piano, in maniera irriverente al linguaggio del mondo gay e quindi al noto album della band americana Xiu Xiu. “Con la mostra di Danh Vo Museion prosegue l’indagine sulla scultura contemporanea e pone l’accento sull’importanza della dimensione artistica come zona di resistenza e di libertà.” Così Letizia Ragaglia, direttrice di Museion.
In occasione della mostra a Museion viene realizzata una pubblicazione trilingue in collaborazione con Mousse Publishing (ita/dt/eng) con un testo di Manuela Ammer. Parallelamente alla mostra a Museion si svolge al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris la personale di Danh Vo “GO MO NI MA DA” (dal 24 maggio al 18 agosto 2013).
Danh Vo (Vietnam, 1975), vive e lavora tra Berlino e New York, studi alla Royal Academy of Fine Arts di Copenhagen (1998 – 2002) e alla Städelschule di Francoforte (2002 – 2005). Personali in musei e istituzioni internazionali come l’Accademia di Francia a Roma (2013), la Renaissance Society di Chicago (2012), la National Gallery di Copenhagen, Kunsthaus Bregenz (2012), Kunsthalle Friedericianum di Kassel (2011), Kunsthalle di Basilea (2009) e lo Stedelijk Museum di Amsterdam (2008). Nel 2012 è vincitore dell’Hugo Boss Prize. Al premio è seguita una personale al Guggenheim Museum di New York (fino al 27/05/2013). Oltre alla personale a Museion si svolge una monografica dell’artista presso il Musée de l’Art Moderne de la Ville de Paris (24/05-18/08/2013). L’artista è presente alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia.
Immagine: Danh Vo, Fabulous Muscles, Museion, 2013, exhibition view, In primo piano: "We the people" © Danh Vo, courtesy Galerie Chantal Crousel. Foto Othmar Seehauser
Contatto ufficio stampa Museion: caterina.longo@museion.it
Caterina Longo t. +39 0471 223428
Inaugurazione 17/05/13, ore 19. L’artista sarà presente.
Museion
Via Dante 6 Bolzano
Orari: da martedì a domenica 10-18.
Giovedì 10-22 con ingresso gratuito dalle 18 alle 22 e visita guidata gratuita alle 19.00. Lunedì chiuso.
Biglietto d’ingresso: intero € 6, ridotto 3,50.