La Palmieri cattura e fotografa apparizioni transitorie, racconti visivi in color cherubino o rosso amaranto, presenze smaterializzate o decalcomanie di protagonisti misteriosi.
Veronica Veronese Palmieri cattura e fotografa apparizioni transitorie, racconti visivi in color cherubino o rosso amaranto, presenze smaterializzate o decalcomanie di protagonisti misteriosi.
Allo sguardo, impreviste tra le sfumature, esse esercitano quella polarità magnetica che Roland Barthes chiama l'attrattiva dell'avventura propria del mezzo fotografico, avvezzo a stupire e a provocare la fascinazione, capace di rendere 'la pressione dell'indicibile che vuole esprimersi'.
Le sue immagini più nuove, dopo le esperienze incentrate sul tema dei ritratti imprevisti e delle apparenze femminili romanticamente avvolte nell'elemento cromatico, sono contagiate da una fase visionaria e magica. L'interesse si sposta sul corpo, sull'indagine di cosa significhi essere in un luogo, sia pur indefinito, sui rapporti tra l'interno e l'esterno di noi stessi.
Occultando l'identificazione dei particolari, là dove le tonalità rosso carminio osano il rosato e il magenta, le forme suggeriscono figure pure e leggere, intrappolate e sospese dentro ad un tempo indefinito ma non fermo, in movimento, come in un mondo parallelo dove potrebbe accadere qualsiasi cosa. Veronese Palmieri pone in atto una narrazione fatta più di sensazioni che di storie dichiarate: una fiaba armoniosa sotto cui scorre un'inquietudine sottile, occupata da fantà sime silenziose, da brusii dilatati come onde di mare. Le sue Ofelie e le sue Mirande galleggiano in un'atmosfera dilatata e rarefatta, senza dolori e senza tempeste, scompaiono leggere nel cromatismo flottante come in una vertigine. Personaggi maschili in cerca di azione, niente volto e niente nome, scandiscono il ritmo compositivo e asimmetrico delle immagini, comunicando col movimento delle loro ombre un senso ora di trasparenza, ora di opacità . Lo scorcio dell'immagine, così precario e indefinito, richiama un universo irreale, sensoriale, di impressione cinematografica; evoca associazioni di pensiero, sensazioni tra l'infantile e il favoloso, provocando talvolta un senso di stranita ambiguità . L'atmosfera surreale e vaporosa, simile a spire di nebbia, emana una struggente nostalgia, come in cerca di qualcosa perduto per sempre.
Le metamorfosi seducenti e fluo provengono da un immaginario allegorico di ninfe in pozze sacre, dagli aloni indistinti e cosmici degli spazialisti veneziani, dalle mitologie contemporanee e acquoree del divo Matthew Barney, dalla metafora biologica di uno sfondo trasognato, da uno stato emotivo compresso ed evanescente che si anima nello spazio in rosso, ma sono l'originalità e il tratto personale che segnano la ricerca di Veronica Veronese Palmieri. Sono la visionarietà liquida del gioco di trasparenze e l'insinuante complicità con lo sguardo alla ricerca di tracce e memorie che fanno persistere una narrazione leggibile solo per sequenze indiziarie e offrono la germinazione del suo segreto. Veronese Palmieri si inserisce nel solco delle contemporanee, di quelle artiste che da Julia Margareth Cameron a Cindy Sherman a Giulia Caira impiegano la fotografia come tecnica privilegiata di fare arte, quasi che essa sia il mezzo più congeniale per infondere nei loro lavori un senso di elegia, un tono pittorico e talora pittorialista per l'insistita declinazione del colore e dello sfocato, senza però il pericolo di rifluire entro temi 'femminili'. Adepta di quel Nuovo Quadro Contemporaneo o Tecnoquadro profetizzato da Gianluca Marziani, anche Veronica Veronese Palmieri impiega le nuove tecnologie per 'agire con una forma statica', bloccando il momento per realizzare un documento estetico di nuova arte visiva che parta da memorie private. La sua poetica, immaginando una dimensione nuova da rappresentare, tra l'appena visto e il trasognato, descrive luoghi dove i sogni hanno profumo di mistero, dove si vaga tra l'indistinto e l'illusione.
a cura di Stefania Portinari
comune di vicenza
assessorato ai servizi culturali
ingresso libero
orario 15-19 dal martedì a domenica
spazio arte vicenza
contrà s.ambrogio 23
vicenza
info 0444222114_ufficio mostre_comune di vicenza