Matti Braun
Julia Fish
Michelle Grabner
Richard Hawkins
Margarete Jakschik
Jon Pestoni
Valerie Snobeck
Yui Yaegashi
Shane Campbell
Una collettiva organizzata dal gallerista di Chicago Shane Campbell, che include i lavori di Matti Braun, Julia Fish, Michelle Grabner, Richard Hawkins, Margarete Jakschik, Jon Pestoni, Valerie Snobeck e Yui Yaegashi.
Exhibition organized by Shane Campbell
Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare la collettiva organizzata dal gallerista di Chicago, Shane Campbell che include i lavori di
Matti Braun, Julia Fish, Michelle Grabner, Richard Hawkins, Margarete Jakschik, Jon Pestoni, Valerie Snobeck e Yui Yaegashi.
Il percorso espositivo è inaugurato da una sorta di omaggio a Roma che ha direttamente influenzato le opere di Fish e Hawkins. Le tre
gouache e flasche su carta di Julia Fish presentano i profili di differenti tipologie di gradini presenti all’American Academy in Rome. Per
l’artista, ospite nel 2007 dell’istituzione americana, la diretta esperienza con le scalinate che caratterizzano l’edificio progettato dagli
architetti McKim, Mead e White “diventò – scrive Fish – riferimento primario e fulcro d’interesse che ha dato origine a interrogativi sulle
conseguenti strategie da adottare per tradurre, e perciò rappresentare, gli spazi architettonici di transito”. I suoi lavori nascono
dall’osservazione e dalla misura di quei gradini reali e sono perciò connessi intimamente al loro sito di origine. I collages di Richard
Hawkins fanno invece parte di un gruppo di opere raffiguranti piccole sculture in ceramica di ermafroditi. Il ciclo nasce dall’esperienza
visiva delle piccole sculture di ermafroditi conservate nella Sala delle Colombe dei Musei Capitolini e dell’Ermafrodito Dormiente di Villa
Borghese.
Questi lavori si riconducono al suo progetto Urbis Paganus incentrato sulla scultura classica, dove la parte posteriore delle
figure era importante tanto quanto il fronte. Le quattro opere in mostra presentano un disegno astratto sovrapposto alla figurazione che
ricorda i collages Dada di Hans Arp e che, per l’artista, sono rifiuti della rappresentazione. In questi lavori astratti Hawkins riconosce e
rifiuta il ruolo del “caso”, dominante nei collages di Arp, ponendosi a cavallo fra il mondo materiale e quello metafisico come accade
nelle sete colorate di Matti Braun. Il ciclo pittorico di quest’ultimo si situa infatti sia nel mondo fisico del “creativo”, dominante nelle
realizzazioni dei capi in seta tinti a mano, sia nel regno metafisico da cui hanno origine i miti finlandesi. Nei vorticosi colori informi di ogni
sua opera si percepisce il dinamismo di un mondo che sta per formarsi.
Le tessiture in carta di Grabner e i dipinti intimi di Yaegashi si collocano in una realtà in cui il linguaggio della griglia si incontra con
l’astrazione domestica. Le opere di Michelle Grabner sono semplici esercizi di abilità con la carta che richiamano stoffe da cucina,
tovagliette all’americana o altre forme di design domestico. Presi singolarmente, questi lavori sfruttano le infinite trasformazioni dello
schema attraverso il colore, la linea e il peso di trama e ordito. Visti nell’insieme, quale installazione, i lavori di Grabner assomigliano a
una fantasiosa trapunta di carta e, come per le piastre di metallo di Carl Andre, occupano lo spazio del pavimento impadronendosene e
attivandolo. I quadri di Yui Yaegashi sono invece visioni lente e difficili da cogliere poiché l’artista tende a oscurare e cancellare alcune
porzioni dell’opera.
Nonostante le ridotte dimensioni di questi dipinti diano la falsa impressione di un’astrazione poetica, il loro rigore
formale si riferisce principalmente alle fantasie delle stoffe giapponesi, campionate e ricontestualizzate a creare oggetti unici e voluttuosi.
Il lavoro di Jon Pestoni coinvolge la pittura come evento e campo di azione. La compattezza visiva di ciascun dipinto impedisce loro di
essere intese quali semplici immagini o astrazioni non-oggettive. Pestoni complica ulteriormente tale visione servendosi di informazioni
contraddittorie che si oppongono all’armonia in favore della dissonanza.
Jakschik e Snobeck espongono entrambe lavori fotografici nati tuttavia da posizioni concettuali differenti. Le opere di Valerie Snobeck
sono immagini su pellicole removibili riprodotte da stampe fotografiche. Il dittico in mostra riporta la stessa iconografia presentata in due
differenti stadi di “trasporto” su pellicola rivelando così la costante degenerazione subita dalle immagini a ogni trasferimento. Il soggetto,
preso da Wikicommons, raffigura degli ingranaggi che in parte contribuiscono a rafforzare la scarsa materialità di una pellicola applicata a
caldo sul muro. Con questo intervento l’artista propone, conseguentemente, la fusione fra opera d’arte e lo spazio della galleria. Infine, le
fotografie di Margarete Jakschik, seppur convenzionali dal punto di vista della tecnica di stampa e della presentazione, prendono forza
dalla sensibilità con cui l’autrice riesce ad evidenziare la poetica del quotidiano.
Biografie:
Matti Braun è nato a Berlino nel 1968. Vive e lavora a Colonia. Ha studiato alla Scuola di Belle Arti di Braunschweig fra il 1989 e il 1996 e all’Accademia
di Belle Arti di Francoforte. Recenti mostre personali includono Gost Log, Arnolfini, Bristol, 2012; Ave Vala, BQ, Berlino, 2012; Sola, Galleria S.A.L.E.S.,
Roma, 2011; Salo, La Galerie, Noisy-le-Sec, 2010; Salo, Kunstverein Braunschweig, 2010; Pierre Pierre, Esther Schipper, Berlino, 2010; Kunstmuseum
Liechtenstein, Vaduz, 2009.
Julia Fish è nata a Toledo, Oregon nel 1950. Vive e lavora a Chicago. I suoi quadri e disegni sono stati inclusi in numerose mostre curatoriali: al Museum
of Contemporary Art, Chicago; al San Francisco Museum of Modern Art; alla National Academy of Design, New York, NY; al Chicago Cultural Center; al
David and Alfred Smart Museum, University of Chicago; al MAK Center for Art and Architecture / Schindler House, Los Angeles; e al Martin-Gropius
Bau, Berlinische Galerie, Berlino. Dal 1980 il suo lavoro è stato presentato in oltre venti mostre personali ed è stato inoltre oggetto di una rassegna sui
dieci anni di attività ospitata dalla The Renaissance Society presso l’Università di Chicago nel 1996.
Michelle Grabner è nata a Oshkosh, Wisconsin nel 1962. Vive e lavora a Oak Park, Illinois e a Waupaca County Wisconsin. E’ professore e dirigente del
Dipartimento di Pittura e Disegno alla School of the Art, Institute of Chicago. L’artista è rappresentata da Shane Campbell Gallery di Chicago e inoltre
gestisce, insieme al marito Brad Killam, lo spazio artistico The Suburban and The Poor Farm. Nel 2014, Michelle Grabner sarà co-curatrice della Biennale
del Whitney promossa dal Whitney Museum of American Art. Il suo lavoro è entrato a far parte di numerose collezioni permanenti quali: Walker Art
Center, Minneapolis; Museum of Contemporary Art, Chicago; MUDAM - Musée d’Art Moderne Luxemburg; Milwaukee Art Museum, Milwaukee,
Wisconsin; Daimler Contemporary, Berlino; Smithsonian American Art Museum, Washington DC, e il Victoria and Albert Museum, Londra.
Richard Hawkins è nato a Mexia in Texas nel 1961. Vive e lavora a Los Angeles. Nell’autunno del 2012 ha vinto la borsa di studio Guna S. Mundheim
promossa dall’American Academy di Berlino. Tra le recenti mostre personali: Richard Hawkins: Third Mind, una rassegna di media carriera presentata
all’Art Institute of Chicago e all’Hammer Museum di Los Angeles, e Of Two Minds, Simultaneously al De Appel Center for Contemporary Art di
Amsterdam. Il suo lavoro è stato esposto da numerose istituzioni artistiche quali: il Museum of Fine Arts, Houston; il CCS Bard Hessel Museum of Art,
Annandale-on-Hudson, NY; il Museum of Contemporary Art, Los Angeles; l’Astrup Fearnley Museum of Modern Art, Oslo: e il Museum of Modern Art,
New York.
Margarete Jakschik è nata a Ruda Slaska in Polonia nel 1974. Vive e lavora a Colonia e a Los Angeles dal 2008. Tra le sue mostre: Christian Flamm –
Margarete Jakschik, Galerie Karin Guenther, Amburgo, 2012; Either / Or, Broadway 1602, New York, 2011; It Will Take A Long Time, Galerie Gisela
Capitain, Colonia, 2010; D.o.m.a.i.n.e .d.e K.e.r.g.u.é.h.e.n.n.e.c, Centre d'art contemporain, Bignan, 2009; When Was It Ever Like It Is Now, Broadway 1602,
New York, 2008; Pardon My Heart, Galerie Gisela Capitain, Colonia, 2006, con catalogo.
Jon Pestoni è nato a St. Helena in California nel 1969. Vive e lavora a Los Angeles. I suoi quadri sono stati esposti in numerose mostre negli Stati Uniti e
in Europa, tra cui: Shane Campbell Gallery, Chicago e Lincoln Park; David Kordansky Gallery, Los Angeles; Nieuw Dakota, Amsterdam; White Flag
Projects, St. Louis; e Greene Naftali Gallery, New York. Il lavoro di Pestoni è stato inoltre incluso nel volume Vitamin P2, pubblicato dalla casa editrice
Phaidon nel 2011.
Valerie Snobeck è nata a Wadena in Minnesota nel 1980. Ha conseguito il diploma artistico presso la Saint Cloud State University in Minnesota nel 2003
e si è laureata all’Università di Chicago nel 2008. Ha inoltre studiato alla Palacky University, Olomouc nella Repubblica Ceca. Ha presentato mostre
personali a Le Consortium di Digione; alla Galerie Catherine Bastide di Bruxelles; alla Thomas Duncan Gallery di Los Angeles; alla University of Delaware
Art Museum; al 8 rue Saint Bon di Parigi; alla Renwick Gallery di New York; e alla galleria Essex Street di New York.
Yui Yaegashi è nata a Chiba in Giappone nel 1985 e attualmente vive a Saitama. Si è diplomata nel 2009 presso il Dipartimento di Pittura della Tokyo
Zokei University, laureandosi due anni dopo presso la Graduate School of Art and Design della stessa Università. Ha partecipato a diversi mostre
collettive, tra le quali: FUYU NO TABI, Shane Campbell Gallery, Chicago, 2012; SSS - Expanded Paintings, MISAKO & ROSEN, Tokyo, 2010, curata
dall’artista Fuminao Suenaga; Truth - Art in the Poor Age, hiromiyoshii, Tokyo, 2009.
Inaugurazione 22 maggio ore 19
Federica Schiavo Gallery
piazza Montevecchio 16 Roma
Orari: Martedì - Sabato 12 - 19
Ingresso libero