Milano lavori in corso. I primi dipinti, informali, fatti di colori violenti e di corpi femminili quasi indistinguibili, o ancora "incastrati" in uno sguardo interiore febbrile.
A cura di Antonio Syxty
Milano, maggio 2013– La galleria Bagmilano, con la sua sede espositiva al Boscolo Exedra di corso Mattotti, luogo naturalmente deputato all’arte e al design, inaugura, mercoledì 22 maggio dalle ore 19.30, una nuova mostra d’arte.
Le persone pensano a quello che sono nell’ora più silenziosa della notte .
I veri paesaggi sono quelli che noi stessi creiamo - scriveva Pessoa. E io credo che il senso
di questo pensiero risieda nella consapevolezza che siamo noi a determinare il punto di
vista di un luogo, scegliendo di guardare un punto, di un altro luogo, che è corrispondente
al luogo in cui ci troviamo. Dunque noi facciamo parte del paesaggio, perché siamo noi a
crearlo con il nostro sguardo e con la nostra posizione. Ci troviamo all’interno stesso del
paesaggio, non visti, ma presenti in quanto attori dello sguardo.
Questo pensiero diventa ancora più vero se il paesaggio diventa la nostra condizione di
vita, la nostra ricerca di qualcosa che è esterno a noi, ma che ci corrisponde, ci ingloba e ci
racconta a sua volta, nel momento stesso in cui noi crediamo di raccontare ciò che
vediamo.
Nel caso dei dipinti di Domenico Marranchino questo è ancora più vero, perchè il
paesaggio nasce dal suo cercare costantemente un punto di vista, che oltre a essere fisico,
nel senso del luogo, è anche mentale.
La storia di Marranchino è singolare nel suo percorrere la vita alla ricerca di un luogo, che
poi diventa Milano, dove le vicissitudini personali e poi - nel 2007 - una grave malattia alle
corde vocali, con conseguente intervento invasivo, lo spingono in età adulta a scegliere di
privilegiare un rapporto corpo a corpo con la materia della pittura. All’inizio sono la
solitudine, forse la rabbia - così racconta lui stesso - a generare i primi dipinti, informali,
fatti di colori violenti e di corpi femminili quasi indistinguibili, o ancora ‘incastrati’ in uno
sguardo interiore febbrile e acceso di una passione espressiva del tutto personale. Poi, la
ricerca si evolve, si focalizza, diventa una ragione di vita. La sua energia espressiva e quindi
la sua pittura - rigorosamente ‘a spatola’, e non ‘a pennello’ come racconta lui stesso,
intendendo che il suo segno pittorico è fortemente connaturato con una forte propensione
ad agire la pittura, dinamizzando il colore a olio - fanno compiere un viaggio allo sguardo
di chi si pone davanti a uno dei suoi paesaggi urbani di Milano.
E sempre Pessoa continua - ...Eterni viandanti di noi stessi, non esiste altro paesaggio se
non quello che siamo - . Per Marranchino questo è ancor più vero perchè è la sua vita, che
diventa - per scelta matura - una linea di confine per i suoi dipinti, che altro non sono che
palcoscenici ideali di una città in continua trasformazione, nei suoi volumi, nelle sue
forme, nel suo traffico di merci, oggetti, persone, promesse e illusioni.
Marranchino si immerge nel paesaggio urbano, sceglie accuratamente, dopo innumerevoli
perlustrazioni notturne, armato di macchina fotografica, il punto dal quale guardare il
corpo della città. E lo fa trascorrendo ore a camminare, osservare, vivere, respirando
insieme alla città la sottile tessitura delle luci e delle ombre, la scomparsa delle persone,
che lasciano spazio ai tram o alle auto incolonnate o parcheggiate ai bordi delle strade.
Ma nei suoi dipinti Milano diventa qualunque città del pianeta, si confonde nei confini di
altre mille città europee o internazionali. E’ una Milano paradossalmente non
riconoscibile, o talmente riconoscibile da essere trasfigurata dalla capacità di fissare con la
pittura un singolo momento, somma di innumerevoli attimi. E ciò avviene per scelta del
nostro artista, che a sua volta si muove a tarda sera, o di notte, quando le luci sono quelle
artificiali, riflessi di un caotico movimento di forme in grado di virare lo sguardo al blu
notte o al verde acido, creando in questo modo - in alcuni dipinti - una dominante
luminosa e di colore che sembra artefatta, ma che in realtà altro non è che il mondo
interiore dell’artista, là dove egli è in grado di immergere luoghi e prospettive con il gesto
sicuro, a tratti violento, della sua spatola sulla tela.
La scelta di utilizzare grandi dimensioni per le sue tele è altresì indicativa di una volontà di
passeggiare o di sostare all’interno del landscape cittadino, dello skyline di una città che si
prepara a vivere di notte, nascondendo al nostro sguardo i suoi abitanti, facendoci
diventare protagonisti di quelle linee prospettiche in grado di inglobarci mentre
osserviamo il dipinto dell’artista, quasi che la città possa in qualche modo diventare un
corpo misterioso da violare, scoprire, amare, osservare, desiderare.
A volte si rimane frastornati dai colori e dai mille dettagli che Marranchino nasconde nelle sue visioni urbane notturne, così come si può rimanere confusi nel guardare - quasi undéjà vu - quando lui sapientemente inverte il punto di vista di uno stesso luogo,
frammentandolo in più dipinti, o quando - di recente ispirazione - decide di dipingere la
città su grandi tubi in alluminio di condotte dismesse dell’aria condizionata, recuperate fra cumuli di rottami della città stessa.
Le città portano le stigmate del passare del tempo, occasionalmente le promesse delle
epoche future - scrive Marguerite Yourcenar. Ed è pur vero, questo, nelle opere del nostro
artista, quando lui stesso sembra voler sostare, incantato a sua volta dalle poche figure
umane che decide di far vivere nel mondo dei suoi dipinti, dando loro la possibilità di
essere testimoni di ciò che ci riserva il presente, e di quelle promesse che altri vedranno nel
futuro di un paesaggio urbano che non sarà mai più tale nel momento di un battito di
palpebra.
Antonio Syxty
Domenico Marranchino nasce a Roccanova(PT) nel 1955.
Si trasferisce giovanissimo a Milano dove cambia la sua vita lavorando duramente e con passione fino ad arrivare a gestire una impresa edile. Diventa anche decoratore e comincia ad esporre in collettive; la svolta arriva in seguito ad una grave malattia che gli cambierà di nuovo la vita .
Marranchino rinasce artista consapevole della sua potenzialità e si dedica esclusivamente all’arte.
Notato da critici e collezionisti , è un artista molto apprezzato che fa già parte di importanti collezioni private.
Questo evento fa parte di un ciclo di esposizioni legate all’arte e alla creatività che saranno presenti al Boscolo Exedra Milano nel corso dell’anno, grazie alla partnership siglata con Bagmilano, la quale si occuperà della gestione artistica e della vendita delle opere in mostra.Grazie a questa nuova esposizione di opere d’arte Boscolo Hotels, l’unica catena italiana di lusso nel mondo, riconferma il proprio ruolo di protagonista consolidato del panorama artistico contemporaneo.
PER INFORMAZIONI:
BOSCOLO HOTELS SPA
C.so Matteotti 4
Tel. 02 76 415765
comunicazione@boscolo.com
BAG MILANO ART GALLERY
Manager Camilla Bertuzzi
Corso Vittorio Emanuele II, 30
Art Store @ Boscolo Exedra
Corso Matteotti 4
www.bagmilano.com
camilla@bagmilano.com
UFFICIO STAMPA
Bagmilano Team
Corso Vittorio Emanuele II, 30
Tel 366 7377027
www.bagmilano.com
bag@bagmilano.com
Inaugurazione su invito il 22 maggio
Bagmilano c/o Boscolo Exedra Milano
corso Matteotti, 4 - Milano
Ingresso libero