Cdlm Milano - Zona Giambellino
Giannetto Bravi
Paola Mattioli
Antonella Prota Giurleo
Vivide Mantero
Pino Deodato
Seon Ghi Bahk
Roberta Lozzi
Luca Rendina
Le Principesse
Clara Luiselli
Franco Tripodi
Daniela Di Gennaro
Topylabrys
Stefano Peressini
Antonio Sormani
Beppe Carrino
Eun Hee Cho
Sandro Pastorino
Monia Di Santo
Luciano Pivotto
Pino Jelo
Le opere realizzate dai venti artisti che vi partecipano hanno come soggetto il lavoro visto 'dal di dentro', cioe' con uno sguardo che tenta di sentirne e di far sentire in modo autentico le problematiche umane e le questioni sociali che lo caratterizzano. Tale sguardo e' stato posato dagli artisti con prospettive dissimili e talvolta divergenti.
Artisti partecipanti: Giannetto Bravi, Paola Mattioli, Antonella Prota Giurleo, Vivide Mantero, Pino Deodato, Seon Ghi Bahk, Roberta Lozzi, Luca Rendina, Le Principesse, Clara Luiselli, Franco Tripodi, Daniela Di Gennaro, Topylabrys, Stefano Peressini, Antonio Sormani, Beppe Carrino, Eun Hee Cho, Sandro Pastorino, Monia Di Santo, Luciano Pivotto , Pino Jelo,
Un lavoro a regola d'arte 2003 è una mostra organizzata dalla Camera del Lavoro Metropolitana di Milano in collaborazione con la Fondazione Ferri e la Società Umanitaria.
Le opere realizzate dai venti artisti che vi partecipano hanno come soggetto il lavoro visto 'dal di dentro', cioè con uno sguardo che tenta di sentirne e di far sentire in modo autentico le problematiche umane e le questioni sociali che lo caratterizzano. Tale sguardo è stato posato dagli artisti con prospettive dissimili e talvolta divergenti. Alcuni di essi focalizzano la propria attenzione sulle difficoltà , sulle carenze, sulle situazioni talvolta drammatiche che caratterizzano la condizione lavorativa.
Roberta Lozzi rende 'visibile' il problema della disoccupazione femminile attraverso una campitura pittorica dalla forma anonima e dai toni sospesi. Le Principesse fotografano alla lettera il 'Lavoro sommerso' con ironia e amarezza allo stesso tempo. Luca Rendina evoca la disillusione degli immigrati clandestini, che giungono in Italia in cerca di lavoro, ma si accorgono presto che i loro sogni di benessere possono diventare 'vuoti e pesanti come il ferro delle sue x{2018}Valigie''. Clara Luiselli prende in considerazione il problema della precarietà del lavoro attraverso una serie di scatole che emblematizzano efficacemente dei 'Posti vaganti'. Daniela Di Gennaro esprime l'identità incompiuta dei lavoratori di oggi nel paragone con alcuni 'Feti' di sua invenzione. Con 'Rosazzurrolilla', Antonella Prota Giurleo riflette sulla relazione tra professioni e sessualità per denunciare le discriminazioni che colpiscono spesso i lavoratori omosessuali. Topylabrys, attraverso le sue 'Bacheche', ci ricorda che il sentimento che accompagna costantemente il lavoro è la fatica: lo stesso sentimento che dichiarano di provare in misura eccessiva parecchi dei cinquecento lavoratori interpellati da Luciano Pivotto nella realizzazione della sua opera. Monia Di Santo rende visibile 'l'universo nascosto' che si cela in un seme e che dipende esclusivamente dalla cura di un contadino. Pino Deodato presenta un insolito e suggestivo 'monumento alla malinconia del lavoratore' e alle sue doti letteralmente 'angeliche'.
Paola Mattioli fotografa un 'capolavoro', una prova di saldatura di un operaio metalmeccanico che esprime esaurientemente il concetto di 'lavoro a regola d'arte'. Vivide Mantero, in due intensi scatti fotografici, ci offre l'immagine di un lavoratore africano che si discosta ampiamente da quella fornita di consueto dai media occidentali. Attraverso la sua installazione intitolata 'Pane e lavoro', Beppe Carrino ci rammenta una situazione di pasoliniana memoria che ha molte e tragiche analogie con il presente. Altri artisti si soffermano sugli aspetti della dinamica lavorativa che trascendono la dimensione contingente, in particolare su quegli elementi teorici e quelle condizioni preliminari che riguardano qualsiasi attività creativa. Stefano Peressini, attraverso la sua installazione, propone un concetto di lavoro formulato in un'ottica estetico-scientifica. Franco Tripodi si interroga sul senso del 'costruire' avendo a disposizione elementi minimi e gesti basilari. Antonio Sormani realizza un microcosmo ordinato secondo un principio di funzionalità estetica. Sandro Pastorino individua nel lavoro fine a se stesso un depauperamento della condizione umana, una forma catastrofica di inerzia emotiva e di mancanza di senso. Giannetto Bravi individua nel gesto paziente di coltivare una pianta grassa la metafora di una visione positiva del lavoro. Pino Jelo indica nella pittura eseguita 'a regola d'arte' una forma di resistenza all'omologazione imposta dalla globalizzazione. Cho Eun Hee imposta una peculiare visione dell'attività lavorativa sul rapporto fra il tempo di realizzazione di un oggetto e il suo consumo. Bahk Seon Ghi individua nel concetto di 'energia' un importante nesso tra l'attività creativa e la natura.
Immagine: Daniela Di Gennaro
All'inaugurazione della mostra, martedì 30 settembre 2003 alle ore 18.00 (ingresso da via San Barnaba), interverrà Giorgio Roilo, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano.
Catalogo: pubblicato da Bine Editore con un testo di Roberto Borghi
Sede espositiva: Società Umanitaria, via Daverio 7, Milano
Giorni e orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00