Maria Grazia Cavenaghi-Smith, Milano European Parliament
Il Presidente Ciampi difende il progetto di Trattato costituzionale.
Il Presidente Ciampi difende il progetto di Trattato costituzionale
«Il progetto di Trattato costituzionale elaborato dalla Convenzione europea dÃ
risposta alle attese d'Europa dei cittadini»: per il Presidente della Repubblica
italiana, Carlo Azeglio CIAMPI, ospite oggi del Parlamento europeo, questo
progetto dovrà essere difeso alla Conferenza intergovernativa (CIG) che si apre
sabato a Roma sotto Presidenza italiana. Ciampi, che si è espresso nel corso di
una riunione straordinaria della Conferenza dei presidenti aperta per
l'occasione a tutti i deputati, ha invitato il Parlamento europeo a esercitare
tutta la sua autorevolezza per preservare il risultato della Convenzione.
A più riprese, il Presidente ha espresso l'auspicio che lo spirito costituente
che ha dato vita al progetto di Trattato animi anche i lavori della CIG: «Il
Trattato costituzionale è per l'Europa la risposta giusta al momento giusto.
Esso risponde certamente agli interessi storici dei popoli europei nell'era
globale ed è una risposta indispensabile al problema fondamentale ed urgente di
assicurare la governabilità di un'Unione allargata a 25 Stati membri». Il nuovo
Trattato costituzionale va quindi difeso nell'interesse dei cittadini che si
recheranno alle urne il prossimo mese di giugno: «Si tratterà allora non
soltanto di eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo, ma di aderire ad un
disegno politico capace di concretizzare la visione lungamente perseguita di una
presenza europea forte e unitaria a livello mondiale», ha dichiarato.
Ciampi ha poi evidenziato il ruolo dei giovani: essi «non sono condizionati
dalle contraddizioni nazionalistiche del passato, si muovono con grande
disinvoltura da un paese all'altro e percepiscono le poche barriere rimaste come
un elemento innaturale da abbattere». In sede di Conferenza intergovernativa,
quindi, «discostarsi dal progetto di Trattato costituzionale e svilire lo
spirito unitario che lo ha originato significherebbe tradire la fiducia e le
aspettative dei nostri giovani».
Il Presidente della Repubblica ha poi evocato le cooperazioni rafforzate con una
metafora marinaresca: «La baia offre riparo a un ampio numero di navi. Nel porto
- che è porto per tutti - vanno ad attraccare quelle che vogliono beneficiare
dei servizi della banchina, accettando le norme portuali». Egli ha così
ricordato che la condivisione della sovranità è il fondamento dell'Unione e che
il superamento graduale dell'unanimità nei metodi decisionali era già nelle
premesse della costruzione europea. L'unità , d'altra parte, è sempre stata
stimolata da avanguardie: le cooperazioni rafforzate sono essenziali «per
assicurare all'Unione slancio vitale e capacità evolutiva», ragione per cui
bisogna «conservare nella Costituzione tutte le flessibilità previste». In tal
senso l'euro rappresenta un esempio lungimirante.
Ciampi ha anche osservato che il progetto di Trattato costituzionale rafforza il
ruolo di co-legislatore del Parlamento in settori d'importanza vitale per i
cittadini. Il Parlamento, «per sua natura l'Istituzione più vicina al metodo
aperto della Convenzione» nonché «custode dei valori della democrazia e
catalizzatore dell'attenzione sulle sfide del nostro tempo», è a suo parere in
una situazione privilegiata per incoraggiare la conclusione del processo
costituzionale con saggezza ed efficacia.
Ricordando infine che l'Italia è uno dei sei Stati fondatori dell'Unione
europea, Ciampi ha affermato che «per la prima volta nella storia dell'umanitÃ
un continente, fino a poco fa lacerato da guerre o diviso da cortine di ferro,
si appresta a scrivere insieme un Testo fondatore valido per 450 milioni di
cittadini. Sarà , questo, il segnale di speranza per l'Europa, il segnale che
l'Europa vuole lanciare al mondo. Difendiamo il processo costituente. Apriamo
insieme le porte del nostro avvenire!», ha concluso il Presidente.
Interventi dei rappresentanti dei gruppi politici
Tutti i rappresentanti dei gruppi politici hanno ringraziato il presidente
Ciampi per i suoi propositi e il suo europeismo. Hans-Gert POETTERING (PPE-DE,
D) ha sottolineato che la sovranità perduta dai grandi paesi potrà essere
riconquistata a livello internazionale a patto di rimanere uniti. Egli ha poi
fatto appello a Ciampi affinché il Parlamento abbia due rappresentanti a pieno
titolo in seno alla CIG, per quanto quest'idea, sostenuta dalla Presidenza
italiana, non sembra essere condivisa da alcuni paesi.
Per Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E), l'Europa ha bisogno di «spiriti giovanili»
come quello di Ciampi. Il rappresentante del gruppo socialista, nel timore che
la CIG si risolva nell'ennesimo conclave, ha affermato che dopo la Convenzione
non si possono chiudere le porte aspettando «la fumata bianca». Una seconda
sfida è sul fronte economico, dove occorre pervenire ad una sintesi tra
«coordinamento, strategia di Lisbona e prospettive finanziarie».
Paolo COSTA (ELDR, I), nel richiamare l'impegno di Ciampi per far entrare
l'Italia nell'Euro, ha affermato che quello era uno scopo strumentale in
funzione degli obiettivi della costruzione europea. Costa ha quindi auspicato
che la CIG si caratterizzi più in senso «democratico» che «diplomatico».
Sylvia-Yvonne KAUFMANN (GUE/NGL, D) si è rallegrata della visita del Presidente,
«in un momento in cui talvolta giungono dall'Italia segnali discordanti». Al
pari di Ciampi, l'oratrice si augura che i risultati della Convenzione siano
mantenuti e che l'Europa sociale possa fare progressi.
Per Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B), il risultato di una Costituzione democratica
non è acquisito. Occorre combattere due battaglie: la prima per impedire che i
risultati della Convenzione vengano vanificati dagli stessi Governi che non la
volevano; la seconda per far saltare il principio dell'unanimità per la riforma
dei trattati e introdurre il potere di ratifica da parte del Parlamento europeo.
La rappresentante dei Verdi ha anche chiesto che la Presidenza italiana lancia
un'iniziativa per la moratoria delle esecuzioni a livello internazionale e più
attenzione al rispetto della libertà d'espressione in Italia.
Evidenziando il forte sentimento italiano a favore dell'Europa, Cristiana
MUSCARDINI (UEN, I), ha auspicato maggiore informazione da parte di televisioni
e giornali sul processo di costruzione europea e l'organizzazione di un
referendum in concomitanza con le elezioni europee.
Anche Jens-Peter BONDE (EDD, DK) ha chiesto di seguire la strada dell'Europa
democratica tracciata da Altiero Spinelli, chiamando direttamente in causa gli
elettori. Questa idea di democrazia, ha sottolineato, non figura nel progetto
elaborato dalla Convenzione, che dovrebbe essere soggetto a referendum.
A nome dei radicali italiani, Gianfranco DELL'ALBA (NI, I) ha affermato che il
progetto di Costituzione elaborato dalla Convenzione rappresenta un «artificioso
bricolage istituzionale, difficile da comprendere e spiegare e fragile di fronte
al negoziato che sta per aprirsi».
A nome dei due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo, Guido PODESTÀ
(PPE-DE, I) ha ribadito l'impegno dell'Italia nella costruzione europea. Anche a
suo parere, i quindici mesi di lavoro della Convenzione non possono essere
dispersi: sebbene se il testo non soddisfi tutti, è importante non distruggere
il consenso raggiunto, ancora più prezioso nella prospettiva dell'allargamento.
INTERVENTO DEL SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL PARLAMENTO EUROPEO
(Bruxelles, 30 settembre 2003)
Signor Presidente,
Signori Deputati,
Signore e Signori
Sento di prendere la parola di fronte a voi in un momento storico dell'Europa ed
in una fase cruciale della nostra Unione.
Sono lieto di farlo durante il semestre di Presidenza italiana, alla vigilia di
una Conferenza intergovernativa chiamata a consolidare il processo
costituzionale europeo giunto ad una storica svolta: la rifondazione delle
Istituzioni comuni su cui poggerà la nuova Europa quale soggetto internazionale
di pieno diritto.
L'Unione Europea attraversa oggi una fase complessa, determinante per il nostro
futuro: deve infatti affrontare le sfide dell'allargamento e della
governabilità ; non ha ancora dato compiutezza al concetto d'interesse europeo.
Le speranze che i nostri cittadini nutrono nel futuro dell'Europa sono più forti
che mai: le sento vibrare nei vostri dibattiti, nelle vostre Risoluzioni.
Oltre a manifestare attese, l'opinione pubblica europea lancia anche segnali
d'allarme.
Sono anni che la nostra economia attraversa una fase di stasi.
Il passaggio ad un'economia competitiva e dinamica, la definizione di uno spazio
europeo della ricerca e dell'innovazione, il coordinamento delle politiche
macroeconomiche: sono queste altrettante sfide che l'Europa deve raccogliere per
rilanciare il proprio progresso economico e la competitività a livello mondiale.
L'Europa ha già realizzato molto: il mercato interno, l'abolizione delle
frontiere, la moneta unica, l'esistenza stessa dell'Unione sono conquiste ormai
acquisite nel nostro patrimonio; ci arricchiscono e ci distinguono da altri
popoli in altri continenti.
Questo deve essere per noi motivo d'orgoglio e di sprone a fronte delle
difficoltà presenti della nostra economia: le conosciamo e sappiamo di poterle
affrontare e superare. Non dobbiamo lasciare che prevalga la sindrome del
declino economico.
In quest' impegno, il Parlamento Europeo ed ognuno di voi con le proprie
sensibilità politiche, si trova in prima linea.
Il progetto di Trattato costituzionale elaborato dalla Convenzione dà risposta
alle attese d'Europa dei cittadini.
Propone che venga rafforzato il vostro ruolo di co-legislatori anche in settori
vitali per la sicurezza del cittadino. Con la vostra autorevolezza, potrete dare
un contributo inestimabile al rafforzamento dell'Europa nel mondo e alla sua
capacità di affermarsi con tutto il suo patrimonio di valori e di principi, con
tutte le sue potenzialità economiche e politiche.
A questo risultato il Parlamento Europeo ha contribuito significativamente,
concorrendo ad assicurare ai lavori della Convenzione il raccordo con l'opinione
pubblica.
Nel consolidamento dell'identità europea le nuove generazioni sono chiamate a
svolgere un ruolo essenziale.
I giovani cambiano il volto dell'Europa.
Perché non sono condizionati dalle contraddizioni nazionalistiche del passato,
perché si muovono con grande disinvoltura da un Paese all'altro, perché
percepiscono le poche barriere rimaste come un elemento innaturale da abbattere.
Discostarsi - in sede di Conferenza Intergovernativa - dall'impianto del
progetto di Trattato costituzionale, svilirne lo spirito unitario che lo ha
originato significherebbe tradire la fiducia e le aspettative soprattutto dei
nostri giovani.
Il Parlamento Europeo, per sua natura l'Istituzione più vicina al metodo aperto
della Convenzione, è in una situazione privilegiata per incoraggiare la
conclusione del processo costituzionale.
Nella vostra Risoluzione di pochi giorni fa, nell'esprimere l'apprezzamento per
il testo costituzionale elaborato dalla Convenzione e l'auspicio che la sua
messa a punto e la sua approvazione possano concludersi entro il 2003 avete
affermato che "rimettere in questione gli importanti compromessi raggiunti in
quella sede significherebbe non solo mettere a rischio i progressi compiuti
dalla Convenzione per rifondare l'Unione su una base costituzionale, ma
sovvertire l'intero metodo della Convenzione". Vi siete confermati con ciò parte
integrante dello spirito costituente che ha dato vita al progetto di Trattato.
L'augurio è che questo spirito costituente animi anche i lavori della Conferenza
Intergovernativa.
Il Trattato costituzionale è per l'Europa la risposta giusta al momento giusto.
L'Europa ha bisogno di successo.
Certo, può sembrare insufficiente per coloro che nell'integrazione europea hanno
riposto appassionate speranze; può apparire troppo avanzato per Stati gelosi
della sovranità nazionale che hanno recuperato da poco; può sembrare superfluo
per coloro che s'accontentano di un'area europea di stabilità economica, senza
confini e senza assunzione di responsabilità politiche.
Ma certamente il Trattato costituzionale risponde agli interessi storici dei
popoli europei nell'era globale.
È una risposta indispensabile al problema fondamentale ed urgente di assicurare
la governabilità di un'Unione Europea allargata a 25 Stati membri. La prevalenza
dello spirito comunitario rende possibile il funzionamento della nuova Unione,
resta il cardine dell'integrazione e del progresso dell'Europa.
Anche chi tende a concepire l'Europa in termini più utilitaristici sa bene che i
mercati hanno bisogno di fiducia, che le economie e le tecnologie progrediscono
quando si muovono in un sistema di obiettivi credibili, nell'ambito di una
certezza giuridica condivisa, nel quadro di istituzioni politiche stabili e
forti.
La soggettività giuridica che deriverà all'Unione Europea dal nuovo Trattato
costituzionale dissiperà ogni residuo equivoco che essa sia qualcosa di
assimilabile ad una qualsiasi Organizzazione Internazionale; la emanciperà da
una limitazione che frustra la sua capacità di agire sulla scena mondiale.
Come soggetto politico di pieno diritto, l'Unione potrà avviare una politica
estera consona ai valori e ai principi che le sono propri; una politica
orientata verso un ordine internazionale più stabile e più equo.
E potrà riunire in uno spazio comune di libertà , sicurezza e giustizia le
politiche interne dei Paesi membri.
Poiché è un progetto di governabilità , il nuovo Trattato costituzionale va
difeso nell'interesse dei nostri cittadini che si recheranno alle urne il
prossimo mese di giugno. Si tratterà allora non soltanto di eleggere i nuovi
membri del Parlamento Europeo ma di aderire ad un disegno politico capace di
concretizzare la visione lungamente perseguita di una presenza europea forte e
unitaria a livello mondiale.
Il Trattato di Roma ha retto lo sviluppo dell'integrazione europea nell'ultimo
mezzo secolo.
La Costituzione sarà l'atto fondante dell'Europa del futuro, di quella nuova, di
quella allargata.
L'Europa, e a maggior ragione anche ogni singolo Stato che la compone, possono
affermarsi solo se uniti, e non divisi.
La riunificazione del continente deve essere fondata su una forte volontÃ
d'integrazione. Quella stessa volontà che, di fronte ad ogni battuta d'arresto,
ha saputo rinascere con rinnovato slancio.
Essa assicura il progresso di noi tutti; contribuirà ad accrescere la forza
collettiva della nostra Europa.
E' questo il senso, il contributo di avanguardie di Paesi che sappiano elaborare
ed attuare, superando gravi difficoltà , progetti coraggiosi e densi di
lungimiranza e visione.
Ho più volte evocato una metafora marinaresca per l'Europa: la grande baia, il
porto. La baia offre riparo a un ampio numero di navi; nel porto - ch'è aperto a
tutti - vanno ad attraccare quelle che vogliono beneficiare dei servizi della
banchina, accettando le norme portuali.
All'inizio eravamo soltanto sei che decisero di creare un primo nucleo avanzato.
Il numero è gradualmente cresciuto: presto saremo 25 e più.
L'Europa a 25 avanzerà unita. Ma sappiamo bene che l'unità è sempre stata
stimolata da avanguardie.
In questa ottica le cooperazioni rafforzate sono state e saranno anche in
avvenire essenziali per assicurare all'Unione slancio vitale e capacitÃ
evolutiva.
Perché possano essere il preludio di forme di cooperazione un giorno estese a
tutti, esse devono mantenere un carattere aperto.
Ma se non venisse realizzato il necessario equilibrio tra l'anelito di quanti
intendono andare avanti e le esigenze di quanti preferiscono restare nella
posizione originaria, diventerebbe ineluttabile che si sviluppino forme di
cooperazione più avanzata. Abbiamo già un esempio lungimirante: l'euro.
E' una ragione di più per conservare nella Costituzione tutte le flessibilitÃ
previste.
L'Italia è uno dei Sei Stati Fondatori dell'Unione Europea: sei paesi di diversa
dimensione, eguali nei loro diritti e doveri.
Essi rappresentano ancora oggi all'interno dell'Unione, non certo una gerarchia
sovraordinata, ma un'indispensabile memoria storica che ci ha sorretto in tutti
i passaggi difficili.
Aver avuto il coraggio, a cinque anni dalla conclusione di un devastante
conflitto mondiale, di mettere in comune, con la creazione della CECA, risorse
che avevano alimentato la contrapposizione - il carbone e l'acciaio - è stata la
vera svolta della vita europea, frutto di coraggio e lungimiranza, nel segno
della volontà di pace di paesi che si erano dissanguati in un atroce conflitto e
che dissero basta guerre fra noi.
La condivisione della sovranità è il fondamento della nostra unione; è il
criterio su cui è stata edificata la costruzione europea; è il nostro futuro di
uomini liberi che decidono di avvalersene per l'avanzamento del loro interesse
comune.
Il superamento graduale del principio dell'unanimità nei metodi decisionali
dell'Unione era già nelle premesse della scelta che operammo in piena
consapevolezza all'inizio della fondazione comunitaria.
Il ricordo dei Padri Fondatori - Adenauer, Schumann, De Gasperi, Monnet, Spaak,
Spinelli - non è rituale.
E' un forte richiamo alla vitalità degli ideali politici europei: essi hanno
consentito i progressi di cinquant'anni d'integrazione europea.
Sono oggi indispensabili, lo saranno ancora in futuro perché l'Unione Europea
operi unita per il bene di tutti noi.
La Costituzione è il suo nuovo fulcro.
Il Parlamento europeo, custode dei valori della democrazia e catalizzatore
dell'attenzione sulle sfide del nostro tempo, può accompagnare questo processo
storico con sapienza ed efficacia.
Nel quadro dei grandi temi che animano i vostri dibattiti - dalla bioetica
all'immigrazione, dall'industria all'agricoltura, all'ambiente - l'attenzione
riservata ai rapporti dell'Unione Europea con il mondo, e in particolare con il
sistema delle Nazioni Unite, conferma la vostra profonda sensibilitÃ
all'esigenza di dare una voce autorevole e coesa all'Europa.
Attraverso tutti questi dibattiti, il Parlamento Europeo dà espressione,
profondità , sostanza agli interessi europei; si dimostra consapevole delle
urgenti attese dei nostri cittadini.
Per la prima volta nella storia dell'umanità , e non solo in quella d'Europa, un
continente - fino a poco fa lacerato da guerre o diviso da cortine di ferro - si
appresta a scrivere insieme un Testo fondatore valido per piu' di 450 milioni di
suoi cittadini.
I paesi che tra pochi mesi si uniranno pienamente a noi - e che serbano ancora
il ricordo recente e indelebile della spaccatura del nostro continente - sono
quelli che più di ogni altro possono comprendere il valore, l'unicità di questo
momento.
Sarà il segnale di speranza che l'Europa, che i nostri giovani attendono con
fortissima aspettativa, il segnale che l'Europa vuole lanciare al mondo.
Difendiamo il processo costituente. Apriamo insieme le porte del nostro
avvenire.