Parlamento Europeo
Bruxelles
rue d'Ardenne
WEB
Trattato costituzionale
dal 29/9/2003 al 30/9/2003

Segnalato da

Maria Grazia Cavenaghi-Smith, Milano European Parliament



 
calendario eventi  :: 




29/9/2003

Trattato costituzionale

Parlamento Europeo, Bruxelles

Il Presidente Ciampi difende il progetto di Trattato costituzionale.


comunicato stampa

Il Presidente Ciampi difende il progetto di Trattato costituzionale

«Il progetto di Trattato costituzionale elaborato dalla Convenzione europea dà risposta alle attese d'Europa dei cittadini»: per il Presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio CIAMPI, ospite oggi del Parlamento europeo, questo progetto dovrà essere difeso alla Conferenza intergovernativa (CIG) che si apre sabato a Roma sotto Presidenza italiana. Ciampi, che si è espresso nel corso di una riunione straordinaria della Conferenza dei presidenti aperta per l'occasione a tutti i deputati, ha invitato il Parlamento europeo a esercitare tutta la sua autorevolezza per preservare il risultato della Convenzione.

A più riprese, il Presidente ha espresso l'auspicio che lo spirito costituente che ha dato vita al progetto di Trattato animi anche i lavori della CIG: «Il Trattato costituzionale è per l'Europa la risposta giusta al momento giusto. Esso risponde certamente agli interessi storici dei popoli europei nell'era globale ed è una risposta indispensabile al problema fondamentale ed urgente di assicurare la governabilità di un'Unione allargata a 25 Stati membri». Il nuovo Trattato costituzionale va quindi difeso nell'interesse dei cittadini che si recheranno alle urne il prossimo mese di giugno: «Si tratterà allora non soltanto di eleggere i nuovi membri del Parlamento europeo, ma di aderire ad un disegno politico capace di concretizzare la visione lungamente perseguita di una presenza europea forte e unitaria a livello mondiale», ha dichiarato.

Ciampi ha poi evidenziato il ruolo dei giovani: essi «non sono condizionati dalle contraddizioni nazionalistiche del passato, si muovono con grande disinvoltura da un paese all'altro e percepiscono le poche barriere rimaste come un elemento innaturale da abbattere». In sede di Conferenza intergovernativa, quindi, «discostarsi dal progetto di Trattato costituzionale e svilire lo spirito unitario che lo ha originato significherebbe tradire la fiducia e le aspettative dei nostri giovani».

Il Presidente della Repubblica ha poi evocato le cooperazioni rafforzate con una metafora marinaresca: «La baia offre riparo a un ampio numero di navi. Nel porto - che è porto per tutti - vanno ad attraccare quelle che vogliono beneficiare dei servizi della banchina, accettando le norme portuali». Egli ha così ricordato che la condivisione della sovranità è il fondamento dell'Unione e che il superamento graduale dell'unanimità nei metodi decisionali era già nelle premesse della costruzione europea. L'unità, d'altra parte, è sempre stata stimolata da avanguardie: le cooperazioni rafforzate sono essenziali «per assicurare all'Unione slancio vitale e capacità evolutiva», ragione per cui bisogna «conservare nella Costituzione tutte le flessibilità previste». In tal senso l'euro rappresenta un esempio lungimirante.

Ciampi ha anche osservato che il progetto di Trattato costituzionale rafforza il ruolo di co-legislatore del Parlamento in settori d'importanza vitale per i cittadini. Il Parlamento, «per sua natura l'Istituzione più vicina al metodo aperto della Convenzione» nonché «custode dei valori della democrazia e catalizzatore dell'attenzione sulle sfide del nostro tempo», è a suo parere in una situazione privilegiata per incoraggiare la conclusione del processo costituzionale con saggezza ed efficacia.

Ricordando infine che l'Italia è uno dei sei Stati fondatori dell'Unione europea, Ciampi ha affermato che «per la prima volta nella storia dell'umanità un continente, fino a poco fa lacerato da guerre o diviso da cortine di ferro, si appresta a scrivere insieme un Testo fondatore valido per 450 milioni di cittadini. Sarà, questo, il segnale di speranza per l'Europa, il segnale che l'Europa vuole lanciare al mondo. Difendiamo il processo costituente. Apriamo insieme le porte del nostro avvenire!», ha concluso il Presidente.


Interventi dei rappresentanti dei gruppi politici

Tutti i rappresentanti dei gruppi politici hanno ringraziato il presidente Ciampi per i suoi propositi e il suo europeismo. Hans-Gert POETTERING (PPE-DE, D) ha sottolineato che la sovranità perduta dai grandi paesi potrà essere riconquistata a livello internazionale a patto di rimanere uniti. Egli ha poi fatto appello a Ciampi affinché il Parlamento abbia due rappresentanti a pieno titolo in seno alla CIG, per quanto quest'idea, sostenuta dalla Presidenza italiana, non sembra essere condivisa da alcuni paesi.

Per Enrique BARÓN CRESPO (PSE, E), l'Europa ha bisogno di «spiriti giovanili» come quello di Ciampi. Il rappresentante del gruppo socialista, nel timore che la CIG si risolva nell'ennesimo conclave, ha affermato che dopo la Convenzione non si possono chiudere le porte aspettando «la fumata bianca». Una seconda sfida è sul fronte economico, dove occorre pervenire ad una sintesi tra «coordinamento, strategia di Lisbona e prospettive finanziarie».

Paolo COSTA (ELDR, I), nel richiamare l'impegno di Ciampi per far entrare l'Italia nell'Euro, ha affermato che quello era uno scopo strumentale in funzione degli obiettivi della costruzione europea. Costa ha quindi auspicato che la CIG si caratterizzi più in senso «democratico» che «diplomatico».

Sylvia-Yvonne KAUFMANN (GUE/NGL, D) si è rallegrata della visita del Presidente, «in un momento in cui talvolta giungono dall'Italia segnali discordanti». Al pari di Ciampi, l'oratrice si augura che i risultati della Convenzione siano mantenuti e che l'Europa sociale possa fare progressi.

Per Monica FRASSONI (Verdi/ALE, B), il risultato di una Costituzione democratica non è acquisito. Occorre combattere due battaglie: la prima per impedire che i risultati della Convenzione vengano vanificati dagli stessi Governi che non la volevano; la seconda per far saltare il principio dell'unanimità per la riforma dei trattati e introdurre il potere di ratifica da parte del Parlamento europeo. La rappresentante dei Verdi ha anche chiesto che la Presidenza italiana lancia un'iniziativa per la moratoria delle esecuzioni a livello internazionale e più attenzione al rispetto della libertà d'espressione in Italia.

Evidenziando il forte sentimento italiano a favore dell'Europa, Cristiana MUSCARDINI (UEN, I), ha auspicato maggiore informazione da parte di televisioni e giornali sul processo di costruzione europea e l'organizzazione di un referendum in concomitanza con le elezioni europee.

Anche Jens-Peter BONDE (EDD, DK) ha chiesto di seguire la strada dell'Europa democratica tracciata da Altiero Spinelli, chiamando direttamente in causa gli elettori. Questa idea di democrazia, ha sottolineato, non figura nel progetto elaborato dalla Convenzione, che dovrebbe essere soggetto a referendum.

A nome dei radicali italiani, Gianfranco DELL'ALBA (NI, I) ha affermato che il progetto di Costituzione elaborato dalla Convenzione rappresenta un «artificioso bricolage istituzionale, difficile da comprendere e spiegare e fragile di fronte al negoziato che sta per aprirsi».

A nome dei due vicepresidenti italiani del Parlamento europeo, Guido PODESTÀ (PPE-DE, I) ha ribadito l'impegno dell'Italia nella costruzione europea. Anche a suo parere, i quindici mesi di lavoro della Convenzione non possono essere dispersi: sebbene se il testo non soddisfi tutti, è importante non distruggere il consenso raggiunto, ancora più prezioso nella prospettiva dell'allargamento.


INTERVENTO DEL SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL PARLAMENTO EUROPEO
(Bruxelles, 30 settembre 2003)

Signor Presidente,
Signori Deputati,
Signore e Signori

Sento di prendere la parola di fronte a voi in un momento storico dell'Europa ed in una fase cruciale della nostra Unione. Sono lieto di farlo durante il semestre di Presidenza italiana, alla vigilia di una Conferenza intergovernativa chiamata a consolidare il processo costituzionale europeo giunto ad una storica svolta: la rifondazione delle Istituzioni comuni su cui poggerà la nuova Europa quale soggetto internazionale di pieno diritto.

L'Unione Europea attraversa oggi una fase complessa, determinante per il nostro futuro: deve infatti affrontare le sfide dell'allargamento e della governabilità; non ha ancora dato compiutezza al concetto d'interesse europeo.

Le speranze che i nostri cittadini nutrono nel futuro dell'Europa sono più forti che mai: le sento vibrare nei vostri dibattiti, nelle vostre Risoluzioni. Oltre a manifestare attese, l'opinione pubblica europea lancia anche segnali d'allarme.
Sono anni che la nostra economia attraversa una fase di stasi. Il passaggio ad un'economia competitiva e dinamica, la definizione di uno spazio europeo della ricerca e dell'innovazione, il coordinamento delle politiche macroeconomiche: sono queste altrettante sfide che l'Europa deve raccogliere per rilanciare il proprio progresso economico e la competitività a livello mondiale.

L'Europa ha già realizzato molto: il mercato interno, l'abolizione delle frontiere, la moneta unica, l'esistenza stessa dell'Unione sono conquiste ormai acquisite nel nostro patrimonio; ci arricchiscono e ci distinguono da altri popoli in altri continenti.

Questo deve essere per noi motivo d'orgoglio e di sprone a fronte delle difficoltà presenti della nostra economia: le conosciamo e sappiamo di poterle affrontare e superare. Non dobbiamo lasciare che prevalga la sindrome del declino economico.

In quest' impegno, il Parlamento Europeo ed ognuno di voi con le proprie sensibilità politiche, si trova in prima linea.

Il progetto di Trattato costituzionale elaborato dalla Convenzione dà risposta alle attese d'Europa dei cittadini.
Propone che venga rafforzato il vostro ruolo di co-legislatori anche in settori vitali per la sicurezza del cittadino. Con la vostra autorevolezza, potrete dare un contributo inestimabile al rafforzamento dell'Europa nel mondo e alla sua capacità di affermarsi con tutto il suo patrimonio di valori e di principi, con tutte le sue potenzialità economiche e politiche. A questo risultato il Parlamento Europeo ha contribuito significativamente, concorrendo ad assicurare ai lavori della Convenzione il raccordo con l'opinione pubblica. Nel consolidamento dell'identità europea le nuove generazioni sono chiamate a svolgere un ruolo essenziale.
I giovani cambiano il volto dell'Europa.
Perché non sono condizionati dalle contraddizioni nazionalistiche del passato, perché si muovono con grande disinvoltura da un Paese all'altro, perché percepiscono le poche barriere rimaste come un elemento innaturale da abbattere.

Discostarsi - in sede di Conferenza Intergovernativa - dall'impianto del progetto di Trattato costituzionale, svilirne lo spirito unitario che lo ha originato significherebbe tradire la fiducia e le aspettative soprattutto dei nostri giovani.

Il Parlamento Europeo, per sua natura l'Istituzione più vicina al metodo aperto della Convenzione, è in una situazione privilegiata per incoraggiare la conclusione del processo costituzionale.

Nella vostra Risoluzione di pochi giorni fa, nell'esprimere l'apprezzamento per il testo costituzionale elaborato dalla Convenzione e l'auspicio che la sua messa a punto e la sua approvazione possano concludersi entro il 2003 avete affermato che "rimettere in questione gli importanti compromessi raggiunti in quella sede significherebbe non solo mettere a rischio i progressi compiuti dalla Convenzione per rifondare l'Unione su una base costituzionale, ma sovvertire l'intero metodo della Convenzione". Vi siete confermati con ciò parte integrante dello spirito costituente che ha dato vita al progetto di Trattato. L'augurio è che questo spirito costituente animi anche i lavori della Conferenza Intergovernativa.

Il Trattato costituzionale è per l'Europa la risposta giusta al momento giusto. L'Europa ha bisogno di successo.

Certo, può sembrare insufficiente per coloro che nell'integrazione europea hanno riposto appassionate speranze; può apparire troppo avanzato per Stati gelosi della sovranità nazionale che hanno recuperato da poco; può sembrare superfluo per coloro che s'accontentano di un'area europea di stabilità economica, senza confini e senza assunzione di responsabilità politiche.

Ma certamente il Trattato costituzionale risponde agli interessi storici dei popoli europei nell'era globale. È una risposta indispensabile al problema fondamentale ed urgente di assicurare la governabilità di un'Unione Europea allargata a 25 Stati membri. La prevalenza dello spirito comunitario rende possibile il funzionamento della nuova Unione, resta il cardine dell'integrazione e del progresso dell'Europa.

Anche chi tende a concepire l'Europa in termini più utilitaristici sa bene che i mercati hanno bisogno di fiducia, che le economie e le tecnologie progrediscono quando si muovono in un sistema di obiettivi credibili, nell'ambito di una certezza giuridica condivisa, nel quadro di istituzioni politiche stabili e forti.

La soggettività giuridica che deriverà all'Unione Europea dal nuovo Trattato costituzionale dissiperà ogni residuo equivoco che essa sia qualcosa di assimilabile ad una qualsiasi Organizzazione Internazionale; la emanciperà da una limitazione che frustra la sua capacità di agire sulla scena mondiale. Come soggetto politico di pieno diritto, l'Unione potrà avviare una politica estera consona ai valori e ai principi che le sono propri; una politica orientata verso un ordine internazionale più stabile e più equo. E potrà riunire in uno spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia le politiche interne dei Paesi membri. Poiché è un progetto di governabilità, il nuovo Trattato costituzionale va difeso nell'interesse dei nostri cittadini che si recheranno alle urne il prossimo mese di giugno. Si tratterà allora non soltanto di eleggere i nuovi membri del Parlamento Europeo ma di aderire ad un disegno politico capace di concretizzare la visione lungamente perseguita di una presenza europea forte e unitaria a livello mondiale.

Il Trattato di Roma ha retto lo sviluppo dell'integrazione europea nell'ultimo mezzo secolo.
La Costituzione sarà l'atto fondante dell'Europa del futuro, di quella nuova, di quella allargata.

L'Europa, e a maggior ragione anche ogni singolo Stato che la compone, possono affermarsi solo se uniti, e non divisi.

La riunificazione del continente deve essere fondata su una forte volontà d'integrazione. Quella stessa volontà che, di fronte ad ogni battuta d'arresto, ha saputo rinascere con rinnovato slancio. Essa assicura il progresso di noi tutti; contribuirà ad accrescere la forza collettiva della nostra Europa.

E' questo il senso, il contributo di avanguardie di Paesi che sappiano elaborare ed attuare, superando gravi difficoltà, progetti coraggiosi e densi di lungimiranza e visione.

Ho più volte evocato una metafora marinaresca per l'Europa: la grande baia, il porto. La baia offre riparo a un ampio numero di navi; nel porto - ch'è aperto a tutti - vanno ad attraccare quelle che vogliono beneficiare dei servizi della banchina, accettando le norme portuali.
All'inizio eravamo soltanto sei che decisero di creare un primo nucleo avanzato. Il numero è gradualmente cresciuto: presto saremo 25 e più.
L'Europa a 25 avanzerà unita. Ma sappiamo bene che l'unità è sempre stata stimolata da avanguardie.
In questa ottica le cooperazioni rafforzate sono state e saranno anche in avvenire essenziali per assicurare all'Unione slancio vitale e capacità evolutiva.
Perché possano essere il preludio di forme di cooperazione un giorno estese a tutti, esse devono mantenere un carattere aperto.
Ma se non venisse realizzato il necessario equilibrio tra l'anelito di quanti intendono andare avanti e le esigenze di quanti preferiscono restare nella posizione originaria, diventerebbe ineluttabile che si sviluppino forme di cooperazione più avanzata. Abbiamo già un esempio lungimirante: l'euro. E' una ragione di più per conservare nella Costituzione tutte le flessibilità previste.

L'Italia è uno dei Sei Stati Fondatori dell'Unione Europea: sei paesi di diversa dimensione, eguali nei loro diritti e doveri.
Essi rappresentano ancora oggi all'interno dell'Unione, non certo una gerarchia sovraordinata, ma un'indispensabile memoria storica che ci ha sorretto in tutti i passaggi difficili.

Aver avuto il coraggio, a cinque anni dalla conclusione di un devastante conflitto mondiale, di mettere in comune, con la creazione della CECA, risorse che avevano alimentato la contrapposizione - il carbone e l'acciaio - è stata la vera svolta della vita europea, frutto di coraggio e lungimiranza, nel segno della volontà di pace di paesi che si erano dissanguati in un atroce conflitto e che dissero basta guerre fra noi.
La condivisione della sovranità è il fondamento della nostra unione; è il criterio su cui è stata edificata la costruzione europea; è il nostro futuro di uomini liberi che decidono di avvalersene per l'avanzamento del loro interesse comune.
Il superamento graduale del principio dell'unanimità nei metodi decisionali dell'Unione era già nelle premesse della scelta che operammo in piena consapevolezza all'inizio della fondazione comunitaria.

Il ricordo dei Padri Fondatori - Adenauer, Schumann, De Gasperi, Monnet, Spaak, Spinelli - non è rituale.
E' un forte richiamo alla vitalità degli ideali politici europei: essi hanno consentito i progressi di cinquant'anni d'integrazione europea. Sono oggi indispensabili, lo saranno ancora in futuro perché l'Unione Europea operi unita per il bene di tutti noi.

La Costituzione è il suo nuovo fulcro.

Il Parlamento europeo, custode dei valori della democrazia e catalizzatore dell'attenzione sulle sfide del nostro tempo, può accompagnare questo processo storico con sapienza ed efficacia.

Nel quadro dei grandi temi che animano i vostri dibattiti - dalla bioetica all'immigrazione, dall'industria all'agricoltura, all'ambiente - l'attenzione riservata ai rapporti dell'Unione Europea con il mondo, e in particolare con il sistema delle Nazioni Unite, conferma la vostra profonda sensibilità all'esigenza di dare una voce autorevole e coesa all'Europa.

Attraverso tutti questi dibattiti, il Parlamento Europeo dà espressione, profondità, sostanza agli interessi europei; si dimostra consapevole delle urgenti attese dei nostri cittadini.

Per la prima volta nella storia dell'umanità, e non solo in quella d'Europa, un continente - fino a poco fa lacerato da guerre o diviso da cortine di ferro - si appresta a scrivere insieme un Testo fondatore valido per piu' di 450 milioni di suoi cittadini.

I paesi che tra pochi mesi si uniranno pienamente a noi - e che serbano ancora il ricordo recente e indelebile della spaccatura del nostro continente - sono quelli che più di ogni altro possono comprendere il valore, l'unicità di questo momento.

Sarà il segnale di speranza che l'Europa, che i nostri giovani attendono con fortissima aspettativa, il segnale che l'Europa vuole lanciare al mondo. Difendiamo il processo costituente. Apriamo insieme le porte del nostro avvenire.

IN ARCHIVIO [39]
Alberto Burri
dal 27/1/2015 al 27/3/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede