Piccoli Viaggi di Carta. Una selezione del corpo di oltre 350 "fogli del ricordo" che l'artista ha realizzato dal 2010 a oggi.
Sono percorsi a ritroso, tuffi nella memoria quelli che MARIA GIULIA ALEMANNO compie attraverso i suoi PICCOLI VIAGGI DI CARTA. Le 40 opere esposte nella saletta del Centro Studi Cultura e Società in via Vigone 52 a Torino, costituiscono una selezione del corpo di oltre 350 “fogli del ricordo” che l’artista ha realizzato dal 2010 ad oggi, un esercizio di rivisitazione ed introspezione diventato per lei ormai abitudine ed esigenza.
“Tutto è cominciato quasi per gioco, come spesso capita ai progetti destinati a dilatarsi. Mi trovavo in una casa del Quebec – racconta - bloccata da una bufera di neve. Sentivo il bisogno di spazi aperti, di muovermi almeno col pensiero. Trovai in uno scaffale un carnet di cartoline di Tim Fitzharris, grande fotografo della wilderness americana. Erano luoghi che conoscevo bene, come la roccia di Percè in Gaspesie o le rive del lago Superiore in Ontario. D’istinto presi alcuni foglietti nei toni della terra, ed iniziai a percorrerli con i tratti veloci imposti dai pastelli ad olio. Non stavo copiando, non avrebbe avuto senso e non ne sarei stata neppure capace. recuperavo emozioni dimenticate che sentivo via via rinascere ed intensificarsi. Un’esperienza irrinunciabile: la possibilità di compiere in pittura viaggi mentali per meglio capire me stessa.”
Da quel giorno l’avventura nel ricordo ha portato Maria Giulia Alemanno a muoversi liberamente, come in sogno, da un capo all’altro del mondo, sempre e rigorosamente su fogli di piccole dimensioni , con la volontà di racchiudere, quasi per sfida, in spazi minimali l’immensamente grande. “ Col pensiero posso spostarmi in un attimo, senza estenuanti attese in areoporto e problemi di jet lag, dal fiume San Lorenzo alle coste di Francia, passare da tramonti messicani ad albe liguri, persino far scendere la neve sulle mie risaie in piena estate, se fa troppo caldo. Su un foglio percorro la mitica highway che porta alla Monument Valley e poco dopo, senza logica di tempo e di spazio, seguo le curve di una strada che si snoda tra le colline del Monferrato, ritrovandomi sempre nei paesaggi incantevoli che mi hanno emozionata. E posso concedermi anche soste e riposo in angoli che ho amato, come il rifugio saraceno di Francesco Tabusso a Kien, davanti al mare di Varigotti, o in una baita diroccata nelle valli valdesi.
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Le parole del critico d’arte Massimo Olivetti, ben illustrano lo spirito di PICCOLI VIAGGI DI CARTA:
“Sì, viaggiare…dolcemente viaggiare”: E’ la dolcezza che in questa piccola grande mostra Maria Giulia Alemanno, Lellina per sempre, accarezza nei suoi viaggi nel mondo. Non è un taccuino da “grand tour” confezionato sui posti visitati e su itinerari percorsi, non è giornalismo pittorico. E’ altro, è memoria e ricordo, sedimentato dal tempo per lasciare filtrare le emozioni e permettere alla nostalgia di inquinarsi nella reminescenza. La distorsione temporale è voluta, cercata, insistita. Strumento per appendere i déjà vu al quotidiano, avvicinare risaie crescentinesi a scorci di Bimania, agavi di Bordighera a palme cubane, laghi canadesi a mari siciliani. Non è importante quali paesi abbia visitato Lellina, la sua è una geografia misterica che sfuma sempre nel sognato. Certo ha viaggiato e tanto, sicuramente ha visto albe e tramonti, ha palpitato per posti e luoghi, ma soprattutto si è persa in dimensioni che si allargavano ad inglobare universi non circoscritti al tempo ed al luogo.
Il formato è significativo. Lei, pittrice di grandi dimensioni, utilizza per questo diario intimo piccoli ritagli di carta, quasi fogli strappati, post-it sparsi. E’ una scelta di pudore per imporre all’occhio di farsi lente d’ingrandimento e costringerlo ad un percorso di introspezione, obbligarlo ad entrare nel dettaglio, a farsi anch’esso viaggiatore. Viaggiatore non turista, perché è in questa differenza che si trova se stessi. Paesi, nature, panorami diventano il mezzo ed il tramite per un continuo ed ininterrotto colloquio tra l’interno e l’esterno, tra sé e l’oltre, ed ogni luogo, qualunque luogo, è un’ ultima Thule, che però ultima non sarà mai.
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MARIA GIULIA ALEMANNO. Note biografiche
Pittrice, critico d’arte giornalista, Maria Giulia Alemanno è stata allieva e collaboratrice del maestro Francesco Tabusso.
Oltre che in Italia, le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive negli Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina e Cuba. Vive e lavora a Torino, dov'è nata, e Crescentino tra le risaie del vercellese. Da lì é partita per molti viaggi fino a giungere a Cuba dove ha avuto inizio la sua ricerca nel mondo della Santería, il culto sincretico radicato nell'isola caraibica a cui nel 2003 dedica cinque mostre personali in Piemonte.
Nel gennaio 2004, in occasione del VIII Convegno Scientifico di Antropologia Sociale e Culturale, organizzato del Museo Casa de Africa , espone un corpo di trenta opere nel Convento di San Francisco a L'Avana, a cui fanno seguito altre due personali al Taller del Papel Artesanal e alla galleria Mercedita Valdés.
A Cuba, dov'è considerata la principale artista europea di Santería, ritorna nel gennaio 2005, invitata ad esporre al Museo Alejandro de Humboldt il grande ciclo pittorico Mis Orishas. E' dello stesso anno la personale alla Thomson House di Montreal. Nel gennaio 2007 dedica all'antropologa cubana Natalia Bolívar Aróstegui Yemayá y sus siete caminos, una nuova personale che ha per protagonista Yemayá, dea dell'acqua di mare. Le opere vengono esposte nel Museo Casa de la Obrapía. In seguito la mostra approda al Museo Morro Cabaña, all'Istituto Nazionale di Antropologia e alla Galleria Concha Ferrant di Guanabacoa .
Nello stesso anno il ciclo Mis Orishas viene esposto nelle sale di Villa Burba a Rho (Milano) ed al Museo Nazionale Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma, insieme agli altari della Santería del Prof. Carlo Nobili, in occasione delle Giornate della Cultura Cubana in Italia.
E’ del 2009 una sua personale nelle sale di Palazzo Primavera di Terni.
Nel Gennaio 2010 con lo scenografo Gino Pellegrini realizza nella Plaza Vieja di L’Avana, per la prima volta affidata a due artisti italiani nel Día de Reyes, la performance ENTRE TIERRA Y CIELO, canto pictórico a los Orishas, interagendo con musicisti, ballerini e narratori orali cubani.
Ad aprile dello stesso anno le viene assegnato il Premio Internazionale di Pittura ITALIA ARTE a Villa Gualino con l’opera “Omaggio a Francesca Woodman n. 2”, mentre in estate una sua valigia dipinta ad olio con temi d’ispirazione afro cubana, dal titolo “Yemaya sapeva”, viene scelta come parte della scenografia della trasmissione di Rai 3 “Alle Falde del Kilimangiaro.”
Nel novembre 2011 espone al Museo di Scienze Naturali di Torino sei grandi dipinti santeri nell’ambito della mostra “OMAGGIO ALL’ITALIA DELL’ARTE. Identità e differenze” nell’opera di 8 artisti torinesi.
inaugurazione 28 maggio ore 20.30
Centro studi Cultura e Societa'
Via Vigone, 52 - Torino
Martedì 28/5/2013 ore 20:30-23,00
Martedì 4/6/2013 ore 20:30-23,00
Mercoledì 12/6/2013 ore 20:30-23,00
Apertura, anche in orario diurno, su appuntamento (347 8105522)