Fotomuseo Giuseppe Panini
Modena
via Giardini, 160
059 224418 FAX 059 238396
WEB
Vittorio Sella
dal 4/10/2003 al 29/11/2003
059 224418 FAX 059 238396

Segnalato da

Raccolte Fotografiche Modenesi



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Vittorio Sella



 
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4/10/2003

Vittorio Sella

Fotomuseo Giuseppe Panini, Modena

La mostra presenta cinquantacinque fotografie stampate con diverse tecniche e in differenti formati, realizzate dal fotografo biellese nel corso della spedizione in Sikkim, regione indiana confinante con il Nepal.


comunicato stampa

In collaborazione con Fondazione Sella


Inaugurazione: domenica 5 ottobre, ore 11.30


La mostra presenta cinquantasei fotografie stampate da Vittorio Sella (1859 - 1943) con diverse tecniche e in differenti formati, dalle stereo 13x18 sino al classico 30x40, più alcune straordinarie vedute panoramiche composte da 4 o 5 immagini affiancate, realizzate dal fotografo biellese nel corso della spedizione in Sikkim, regione indiana confinante con il Nepal. L'ampia selezione di immagini, in gran parte inedite al pubblico, dà conto in maniera esaustiva di quelli che furono i momenti salienti della lunga e meticolosa ricognizione attorno al gruppo del Kangchenjunga - terza montagna per altezza dell'Himalaya - promossa e organizzata dall'alpinista e scrittore britannico Douglas W. Freshfield in collaborazione con Vittorio Sella.


I componenti della spedizione giunsero a Darjiling in Sikkim ai primi di settembre del 1899 e, attraverso la foresta tropicale, si diressero alla capitale Gangtok, dalla quale raggiunsero il ghiacciaio Zemu, dove posero un primo campo di alta quota. Il sopraggiungere di forti e inattese nevicate, che tolsero ai partecipanti alla spedizione ogni possibilità di effettuare salite alpinistiche di rilievo, diede per contro a Sella la possibilità di riprendere alcune memorabili immagini del Siniolchum 6887m e del Kangchenjunga 8597 m. La spedizione proseguì poi nella valle Lunga, dove ammirò e studiò il versante nord del gruppo del Kangchenjunga e da cui, attraverso il Jonsong-La, colle di oltre 6300 m, passò dal Sikkim al Nepal. Terminato il periplo del Kangchenjunga scendendone il ghiacciaio sino alla valle di Kangbachen, il gruppo ritornò in Sikkim attraverso il colle Tang-La, rientrando infine a Darjiling dopo quasi due mesi di viaggio.

Il viaggio in Sikkim nel corso del quale Sella realizzò 350 immagini su lastre di vetro può essere considerato uno dei momenti culminanti nella sua visione fotografica. Dopo aver documentato per un decennio le Alpi, e dopo le tre spedizioni effettuate nel Caucaso (1889, 1890 e 1896) e quella in Alaska (1897), Sella ha ormai conquistato una padronanza del mezzo fotografico che gli permette di andare ben oltre la pura documentazione dei luoghi e delle genti. L'incontro con la foresta tropicale e con le montagne battute dai monsoni gli consente una eccezionale sintesi interpretativa che spazia dalle atmosfere nebbiose allo sfolgorio della luce sopra il limite delle nevi. L'accurata narrazione degli eventi lo porta inoltre ad una interpretazione personale degli stessi che evidenzia come sia ormai compiuta la maturazione dell'alpinista nel fotografo capace di vedere e tradurre in immagini la propria esperienza.

VITTORIO SELLA

Vittorio Sella nasce a Biella nella casa paterna all'interno del Lanificio Maurizio Sella il 20 agosto 1859 da Giuseppe Venanzio Sella e Clementina Mosca Riatel. Il padre, industriale laniero e scienziato, aveva pubblicato nel 1856 il "Plico del Fotografo", il primo trattato teorico-pratico di fotografia in Italia. Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1876, il giovane Vittorio riprende il materiale fotografico da lui lasciato e si dedica con passione ad esperimenti chimici e fotografici. L'interesse per la fotografia si fonde con la passione per la montagna, trasmessa dallo zio, lo statista Quintino Sella, fondatore nel 1863 del Club Alpino Italiano.

Al termine del periodo scolastico e del servizio militare Vittorio Sella lavora nel lanificio di famiglia, di cui dirigerà per una decina d'anni la tintoria. Nel medesimo tempo affianca alla pratica dell'alpinismo la sua attività di fotografo di alta montagna. Nel 1879 esordisce con un panorama delle Alpi della vetta del Monte Mars. Dal 1880 al 1893 documenta entrambi i versanti delle Alpi con l'apparecchio di grande formato 30x40 e compie imprese alpinistiche di rilievo, come la prima traversata invernale del Cervino nel 1882. Nello stesso anno sposa la cugina Linda Mosca Riatel, da cui avrà quattro figli.

Nel 1889, 1890 e 1896 intraprende tre spedizioni nel Caucaso Centrale. La documentazione riportata e i risultati scientifici ottenuti gli valgono la Croce di Cavaliere dell'ordine di Sant'Anna conferitogli dallo zar Nicola II e il premio Murchison della Royal Geographical Society di Londra. Nel 1899 compie con l'alpinista inglese Douglas W. Freshfield ed il fratello Erminio un viaggio di esplorazione intorno al massiccio del Kanchenjunga in Sikkim. Accompagna Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi nelle spedizioni in Alaska (1897), Ruwenzori (1906) e Karakorum (1909).

Sella presenta le sue immagini in esposizioni nazionali e internazionali, fra cui quelle annuali dell'Alpine Club di Londra. Riceve premi e riconoscimenti, mentre le sue fotografie fanno il giro del mondo. Vengono richieste per la preparazione di itinerari e percorsi, per la compilazione di carte geografiche, per illustrare libri e riviste, diventando punto di riferimento per fotografi di paesaggio, in particolare di montagna, per alpinisti, per viaggiatori e geografi, con cui Sella intrattiene una assidua corrispondenza.

Dai primi anni del Novecento si dedica all'impresa vinicola da lui fondata in Sardegna con alcuni congiunti, senza peraltro tralasciare la cura del materiale fotografico nel suo laboratorio a San Gerolamo. Non abbandona del tutto l'alpinismo, tanto che a settantasei anni tenta ancora una scalata del Cervino pur non riuscendo a raggiungere la vetta a causa di un incidente ad una guida che lo accompagnava.

Muore nella sua casa a San Gerolamo, a Biella, nel 1943.


Orari: lunedì 15/17
martedì-venerdì 9,30/12 - 15/17
sabato 10/13 - 15/19
chiuso i festivi
Ingresso: libero


PER INFORMAZIONI E RICHIESTA IMMAGINI:
UFFICIO STAMPA Raccolte Fotografiche Modenesi
tel 059/224418-fax 059/238396



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