L'artista torna al Museo Ken Damy con una mostra inedita, interamente dedicata al mondo infantile composta da 35 immagini stampate a mano in bianco e nero con viraggi parziali da negativo Polaroid 10x12.
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Inagurazione sabato 11 ottobre alle ore 18.00
William Ropp torna al Museo Ken Damy con una mostra inedita, interamente dedicata al mondo infantile composta da 35 immagini stampate a mano in bianco e nero con viraggi parziali da negativo Polaroid 10x12.
Conosco le fotografie immaginarie di William Ropp, quelle che non ha ancora scattato e quelle che non scatterà mai. Quelle che mostra sono per la maggior parte fotografie di corpi nudi che hanno la pelle liscia come pesci e che non lasciano spazio a nessuna chiave di lettura. Le loro bocche sono cucite e nessuna parola può sfuggire. Quando si aprono sembrano abissi oscuri dai quali escono urla silenziose. Le loro narici non respirano. I loro occhi non ti guardano mai; guardano qualcosa che sta davanti a te o al tuo fianco, in modo da non dover comunicare.
Nella sua implacabile ricerca dell'altro, Ropp si imbatte nelle barriere impenetrabili della pelle e del silenzio. Persone con lo sguardo allucinato, bambini che hanno perso la loro innocenza, tutti chiusi in loro stessi. William Ropp deforma i loro corpi, ma non può aprirli per liberare le loro anime. Nell'oscurità utilizza in vano un raggio di luce come se fosse un laser, per ritagliare la palpitazione anche di un solo pezzettino di carne. Tutto ciò non può essere fatto. Nessuna luce riesce a penetrare, l'artista può solo scolpire delle ombre.
A volte si può vedere una vena bluastra appena sotto la pelle, ma è impossibile andare più in profondità , è impossibile scavare ulteriormente.
Viene da chiedersi se esiste uno scheletro che sorregge il peso di questi involucri gelatinosi, di questi molluschi umani. E così, per vendicarsi, il fotografo imprigiona i suoi modelli in gabbie di solitudine. Se lui non può raggiungerli, nessun altro potrà farlo.
Li avvolge in una fitta nebbia o in un labirinto di veli, oppure li isola in cataste di travio d'acciaio, antiche rovine o deserti infuocati.
In questo modo Ropp esercita il suo potere divino: congelando l'altro per sempre in un contenitore di cristallo. Domani userà altre magie per proseguire la sua ricerca: toni e colori, simmetrie, astrazioni, scritte, mostri e chimere, sdoppiamenti di personalità e folle… I sentieri dell'esplorazione sono infiniti e sappiamo perfettamente che niente lo soddisferà : non potremo mai trovare William laddove Ropp si è perso.
Michael Spielmann
La mostra rimarrà aperta fino al 13 novembre 2003.
dal martedì alla domenica dalle 15.30 alle 19.30 - lunedì chiuso
Museo Ken Damy Fine Art
Corsetto Sant'Agata 22 - Brescia