Tra Primitivismo istintuale e ricerca pittorica. La sua cifra pittorica coniuga quella che definiamo cultura "alta" alla cultura ritenuta "bassa".
a cura di Massimiliano Bisazza
La cifra pittorica dell’artista Di Spirito è indubbiamente variabile come variabile è la sua istintività: coniuga quella che definiamo cultura “alta” alla cultura “bassa”. Osservando le sue tele grandi e impattanti non possiamo non notare quanto sia le scelte dei materiali che delle tematiche si adattino volutamente ad ogni strato sociale rendendo l’arte un potente mezzo espressivo democratico e fruibile ad ampio raggio.
Jean Michel Basquiat era indubbiamente un ”writer” che creava una legittimazione estetica non sui muri delle opere d’arte - cosa molto in voga nella nostra società contemporanea - ma entro i confini di una tela (operazione che è indubbiamente più aulica e meno rovinosa). Allo stesso modo Saverio Di Spirito riesce a deliziarci in modo spesso giocoso con segni che rimandano proprio all’artista haitiano.
Alcuni di-segni possono sistematicamente riportarci al tratto dell’informale mentre altre silhouettes, scelte cromatiche e campiture, ricordano invece la Transavangurdia.
Ponte tra espressionismo astratto, arte concettuale e messaggio figurativo neoespressionista, ecco l’arcana formula filosofica che a mio avviso ci spiega in sintesi il “fare arte” di questo artista poliedrico e prolifico dove non manca un altrettanto evidente ricordo dell’archetipo del primitivismo.
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Opening: 3 Luglio 2013 dalle h 18,30 alle h 21,00
Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13
Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato