The Meaning of Things. Gli stendardi che scandiscono la navata dell'ex chiesa contengono un repertorio di simboli, stampe e vetrine-scultura; una serie di nuovi schemi cosmologici su carta e 4 video offrono ulteriori chiavi di accesso al "sistema di sistemi" inventato dall'artista.
A cura di Simone Menegoi
The Meaning of Things si incardina intorno a Untitled, set di quattro stendardi realizzato da Mullican per la sua mostra personale a Le Magasin di Grenoble (1990) e da allora esposto solo un’altra volta in ragione delle sue dimensioni (ogni stendardo misura quasi 14 metri di altezza per 7 di larghezza). Gli stendardi, che scandiranno nel senso della lunghezza la navata dell’ex chiesa di San Francesco, contengono un repertorio di figure stilizzate che tocca ogni aspetto del reale e dell’esperienza umana, dal più immediato al più astratto.
I simboli sono suddivisi in cinque aree di colore diverso: verde (gli elementi fisici), azzurro (il mondo in quanto dotazione di vita e di significato), giallo (le arti), nero (il linguaggio) e rosso (la soggettività). Il linguaggio visivo dei banner è estremamente immediato, simile a quello dei loghi commerciali, della segnaletica urbana o – paragone calzante, dato il contesto in cui l’opera viene esposta – dell’araldica. Al tempo stesso il significato dei simboli, e l’architettura del sistema che li comprende, richiedono allo spettatore la conoscenza del codice soggettivo elaborato dall’artista.
Come Mullican non si stanca di ripetere, la sua complessa cosmologia è in realtà una meta-cosmologia, una riflessione artistica sul modo in cui costruiamo collettivamente un’immagine del reale: «La mia cosmologia è un modello di cosmologia; non è una cosmologia. Una cosmologia non è un fenomeno formale, ma sociale; è una struttura di convinzioni, una struttura di valori condivisi». Una struttura come quella del Cristianesimo, ad esempio, che ha determinato la forma dell’edificio in cui avrà luogo la mostra.
Fra uno stendardo e l’altro troveranno posto tavoli allestiti con stampe e vetrine-scultura che offriranno allo spettatore ulteriori chiavi di accesso al complesso “sistema di sistemi” inventato dall’artista. Completeranno la mostra una serie di nuovi schemi cosmologici disegnati su carta e quattro video: due girati da “That Person”, l’alter ego dell’artista sotto ipnosi, e due animazioni digitali che illustrano una sorta di città ideale concepita da Mullican a partire dalla sua cosmologia, o, per dirla con le sue parole, «a chart as a city».
Inaugurazione: Giovedì 18 luglio alle ore 18.30
Ex Chiesa San Francesco - Spazio Culturale Antonio Ratti
largo Spallino, 1, Como
Orari: da martedì a domenica, h 16 - 20
Ingresso libero