Unione Comuni Valdarno Valdisieve
All'interno dell'iniziativa "L'arte della caccia, la caccia nell'arte", Cecconi espone a Villa Gentili 34 dipinti suddivisi in 4 sezioni. L'Oratorio della Madonna, nella frazione Il Castagno d'Andrea, ospita invece 22 opere di grandi dimensioni di Ciccone.
a curta di Giuseppe Figna
Quarantacinque giorni dedicati alla natura ed alla caccia, con lo scopo di evidenziare il punto in comune tra cacciatori e animalisti: l'amore per la bellezza della natura.
Dal 28 luglio al 15 settembre nel territorio del comune di San Godenzo si svolge l'iniziativa “L'arte della caccia, la caccia nell'arte”, interessanti eventi intorno al nucleo di due importanti mostre di pittura.
“Eugenio Cecconi (1842-1903): cani, caccia e paesaggi”: trentaquattro opere di uno dei più famosi pittori dell'800, esponente del movimento macchiaiolo. La mostra, allestita nel capoluogo San Godenzo all'interno della bella Villa Gentili si articola in quattro sezioni: “caccia e cacciatori”, “paesaggi”, “personaggi della Maremma” e “cani” quei famosissimi cani per i quali Telemaco Signorini disse: “c'è gente nei cani di Eugenio Cecconi” veri e propri ritratti psicologici tanto sono vivi e caratterizzati.
Fanno da contorno alla mostra la ricostruzione di ambienti venatori e una esposizione di tassidermia.
L'Oratorio della Madonna, nella frazione Il Castagno d'Andrea, ospita invece “Antonio Ciccone: la natura”, ventidue opere di grandi dimensioni di uno dei maggiori artisti figurativi contemporanei, famoso a livello mondiale. Sono stupendi paesaggi, per lo più del Gargano, terra di origine dell'artista, e animali disegnati a carboncino con raffinato realismo.
La visione di entrambe le mostre consente un interessante raffronto tra due secoli di pittura e due sensibilità artistiche diverse, l'uno cacciatore appassionato, l'altro mistico del creato, unite dall'amore per la bellezza della natura e da una abilità tecnica eccezionale.
Le mostre resteranno aperte dal 28 luglio al 15 settembre nei giorni di venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10,30 alle 18,30 (visitabili con un unico modestissimo contributo di € 3).
Nei giorni 9, 10,11 agosto avrà luogo anche la Festa dell'Appennino, tradizionale appuntamento annuale per dare rilievo ai temi della caccia, della pesca e del mondo rurale ed al cui interno si potranno gustare menù specializzati di caccia.
Il 9 e 10 agosto, con la partecipazione di importanti ditte del settore, avrà luogo la mostra mercato “Caccia, pesca e ambiente della montagna fiorentina”.
Per i quarantacinque giorni della manifestazione presso i ristoranti di San Godenzo, Il Castagno d'Andrea e Castagneto, gli amanti della buona cucina potranno trovare menù a base di selvaggina e prodotti tipici del territorio.
“Con grande gioia -dice il sindaco Alessandro Manni- anche quest'anno siamo riusciti ad organizzare un evento che riuscirà a coniugare arte e ambiente, la bellezza delle opere con quella del nostro territorio. L'Amministrazione non può che dire grazie ai prestatori delle opere, agli sponsor, ai volontari cacciatori e pescatori per gli allestimenti, al parroco di Castagno Don Bruno Brezzi per la concessione dell'Oratorio ed all'amico Giuseppe Figna che ha suggerito l'iniziativa e curato la realizzazione delle mostre.”
Per informazioni telefonare allo 055837381 o consultare info@comune.san-godenzo.fi.it, oppure www.comune.san-godenzo.fi.it
Eugenio Cecconi
E' considerato uno dei maggiori esponenti del gruppo dei pittori macchiaioli.
Nato a Livorno nel 1842, ad undici anni, fu mandato a studiare al Convitto Nazionale di Torino Ritornato a casa nel '58, andò a Pisa ove conseguì la laurea in Giurisprudenza, frequentando contemporaneamente, per sua passione il corso di disegno dello scultore lucchese Fazi, già allievo del Markò.
Mentre a Firenze faceva pratica forense presso lo studio del deputato liberale Leopoldo Cempini, continuò ad esercitarsi nel disegno e nella pittura con Natale Betti. Seguì in apprssoo anche i corsi del Pollastrini.
Intervenuta nel 1865 la morte del padre, dovette rientrare a Livorno per mettere ordine negli affari di famiglia. Nel 1866 Cecconi fu in Veneto volontario nei bersaglieri del generale Cialdini. Al suo ritorno, si dedicò in maniera esclusiva alla pittura.
Cominciò a frequentare la tenuta di Diego Martelli a Castiglioncello legandosi in amicizia con il gruppo dei pittori macchiaioli, in particolare con l'Abbati, della cui concezione artistica subì molto l'influenza, ma anche con Boldini e Bechi. In quel fervido clima di rinnovamento, senza vincoli accademici, a diretto contatto con quella natura ancora incontaminata, compì la sua vera formazione pittorica.
Ritiratosi a Ceppato, piccola frazione presso Pisa, alternava la pittura alla caccia, fondendo così insieme passione e attività lavorativa. Dal 1875 frequentò la parte meridionale della Maremma toscana, ospite degli amici Niccolini, Corsini, Collacchioni, tutti appassionati cacciatori che, in quei luoghi remoti avevano vaste proprietà. Nel 1881 si trasferì a Firenze.
Ha partecipato dal 69 fino alla morte avvenuta a Firenze il 19 dicembre 1903 a quasi tutte le mostre delle Promotrici ed alle Esposizioni nazionali più importanti.
Si dedicò anche alla critica d'arte e alla scrittura di racconti, specie di caccia, anche per riviste inglesi ed americane,.
Pittore animalista, secondo la definizione dell'epoca, è famoso per le raffigurazioni di scene di caccia. Tanta ed umana era la varietà di espressione nei ritratti di cani che Signorini asseriva "esserci gente" nei cani del Cecconi.
Antonio Ciccone
Nato a San Giovanni Rotondo, il primo vero contatto con la natura lo ebbe pascolando un gregge di agnelli. Lunghe ore di solitudine in una terra arida, aspra e solitaria, tra rocce e pietraie solcate e frantumate dalla voria, il vento del nord che piegava e disseccava le rare piante fecero sorgere in lui bambino la necessità di esprimere queste prime, intense, violente emozioni e cominciò a disegnare con qualunque mezzo, ovunque gli capitasse, anche con un pezzo di carbone od un sasso appuntito, anche sulle rocce levigate, se non trovava altro disponibile.
Nel Convento di San Giovanni Rotondo vi era un frate che aveva in sé qualcosa di prodigioso: padre Pio. A quattordici anni Ciccone, intenzionato a fare il pittore, andò a cercarlo e gli mostrò un rotolo dei suoi disegni. Il santo frate pur senza essere un esperto di arte, capì subito quale era la via che la Provvidenza aveva tracciato per quel suo figlio spirituale e si impegnò ad aiutarlo. Poco tempo dopo una famiglia, devota dal santo, accolse e fece studiare, a Firenze , il ragazzo.
Fu così che a quindici anni Ciccone divenne allievo di Pietro Annigoni.
Le particolari qualità lo fecero immediatamente emergere tanto che, a soli 17 anni, partecipò alla prima collettiva con cinque opere, tutte vendute. A venti anni era già conosciuto in America, e in Inghilterra si parlava, fin dal '59 del prodigio di questo giovane artista italiano.
Il successo ottenuto con la copia del ritratto annigoniano della regina Elisabetta II gli aprì definitivamente le porte del mercato anglosassone: paesaggi, scorci di città, chiese, marine, tutti i soggetti, sia a olio che a tempera, a carboncino o a guazzo, ma soprattutto i ritratti erano richiestissimi. Le sue opere sono entrate nelle collezioni di personaggi come Forbes e Rockfeller e dello stesso Presidente J.F. Kennedy,
Con Ciccone si entra in una nuova era, l'età della autenticità. Nel suo percorso artistico non ha mai accettato le facili trovate della modernità, non ricorre agli choc immediati, alle provocazioni effimere. Lavora con rigore, austerità, serietà e consapevolezza tecnica nella ricerca della vera essenza del visibile, quella che generalmente, per fretta o trascuratezza, noi non vediamo.
Senza mai rinnegare gli insegnamenti e la tecnica del Maestro Annigoni, ha acquisito una sua cifra particolare e distinta che ha fatto dire che è il più e il meno annigoniano . Il meno per il segno, il più per la serietà della ricerca artistica. La qualifica “allievo di Annigoni” è solo un dato storico perchè si è sempre rinnovato, seguendo la naturale evoluzione del suo ingegno liberamente sviluppato. Ha raggiunto la fama dei grandi Maestri ed è considerato il miglior ritrattista vivente, ricercato da un collezionismo internazionale ricco e qualificato.
Ufficio Stampa Associato Unione Comuni Valdarno Valdisieve e Comuni di Londa, Pelago, Reggello, Rignano sull’Arno, Rufina, San Godenzo
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Inaugurazione: sabato 27 luglio ore 17.00 a Villa Gentili. Interventi di Alessandro Manni, Sindaco Comune di San Godenzo; Marilena Saletti, Assessore alla Cultura Comune di San Godenzo; Giuseppe Figna, Curatore della mostra
Villa Gentili
vicolo del Frantoio - San Godenzo (FI)
Oratorio della Madonna
Castagno D'Andrea -frazione di San Godenzo (FI)
Orari di apertura della mostra
Venerdì - Sabato - Domenica e festivi
dalle 10,30 alle 18,30
Biglietto d'ingresso
Intero: € 3
per i minori di anni 14 biglietto omaggio
La biglietteria chiude 30 minuti prima dell'orario di chiusura