Centro Culturale Trevi
Bolzano
via Cappuccini, 28
0471 300980
WEB
La Bestia
dal 23/10/2003 al 6/11/2003
0471 300980

Segnalato da

LUX




 
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23/10/2003

La Bestia

Centro Culturale Trevi, Bolzano

Una riflessione sul nostro momento storico. Tutte le opere presenti sono installazioni che occupano e alle volte invadono lo spazio espositivo creando con esso un'interazione ma anche una serie di voluti 'intralci'.


comunicato stampa

Inaugurazione Venerdì 24 ottobre, alle ore 18
Il programma dell'inaugurazione prevede un intervento musicale a tema dei musicisti del CESFOR
Rino Cavalli (Batteria) Gigi Grato (Trombone) Valerio De Paola (Chitarra)

“La Bestia” suggerisce una puntuale riflessione sul nostro momento storico. Tutte le opere presenti sono installazioni che, evitando volutamente la tela quale supporto, occupano e, alle volte, invadono lo spazio espositivo creando con esso un'interazione ma anche una serie di voluti "intralci". La bestia è, infatti, simbolo di “intralcio”, “difficoltà”, “costrizione”, “incertezza del vivere”. Le tematiche che emergono in mostra non affrontano direttamente i grandi problemi globali ne’ le tensioni sconvolgenti che stanno attraversando il mondo dopo l’11 settembre come se questi temi fossero così soverchianti da dover essere trattati dagli artisti in modo laterale e per allusioni. Viene, piuttosto, raccontato con intelligenza e ironia il clima di instabilità e di incertezza che caratterizza il presente. Tutti gli artisti, con sorprendente puntualità, pur lavorando isolati nella solitudine dei loro atelier, registrano il trend.

Questo ci dice l'opera dell'Avanzini, la sua maschera-schermo gigante (metafora plurima di essere umano e di contenitore di informazioni) che trattiene e intrappola il degrado, la violenza, la corruzione racchiuse nel progressivo decomporsi dei petali fotografati ...
E ancora l'opera di Giovanna Da Por, le sue "veline" in eterno movimento, inconsistenti come la carta, che sono un tormentone all'italiana e inchiodano la donna al ruolo di schiava-oggetto feticcio da guardare e non ascoltare, il cui vocabolo è entrato quest'anno nello Zingarelli tanto per sottolineare la portata di questi fenomeni apparentemente alla moda ma che invece si insinuano nella mentalità della gente, nella sua educazione e nel suo modo di porsi.
Balzanelli crea con " Black Shadow" una metafora ambigua, una bambina bionda e innocente (la stessa del nostro immaginario collettivo) sorregge due corvi, resta il dubbio se la “bestia” non si nasconda dietro apparenze seducenti e rassicuranti.
Anche Purin, con la sua installazione pone lo spettatore davanti alla riflessione, forse più ermetica, della mutevolezza a volte estremamente radicale della realtà.


Garasi rappresenta, invece, una bestia domata e imbrigliata, perché, ci dice l'artista, è così che è sempre stata trattata la bestia, la si lega e la si allontana. Questa bestia, però, è anche metafora della nostra condizione imbrigliati in una routine alle volte esasperante, nel dovere e nel dover fare, nell'abitudine ma anche nelle convenzioni, domati da orari e bisogni.
Legata al concetto di costrizione e proibizione è anche l’opera della Chinellato che rappresenta, con una piccola chiesa in ceramica da cui esce un respiro profondo e angosciato, la nostra realtà vista come luogo che cela sotto l’ipocrisia e il decoro un mondo piccolo, meschino e forse tragico.
Farina coglie, con estrema finezza, una speranza, sistemando una piuma tra le fauci della bestia-macchina e Samadelli crea un "Plotone di vegetali", uomini-maschere, resi tutti uguali dalla "bestia più nera" del mondo, il dio denaro.
Tanja Jarussi fa, invece, un'operazione diversa, ci mostra la bestia attraverso suoni, grida, odori, colori, materie, come se questa emergesse dal profondo dell'essere umano, ancorato in un istinto dall'eredità antica.
L’installazione di Ivano Corona con mille frammenti di specchio ci restituiscono un’immagine di noi deformata, non integra, quasi irriconoscibile, beffarda, ironica ma forse più vera. Al clima di instabilità e d’incertezza che caratterizza il presente i 10 artisti rispondono in modo critico e creativo utilizzando linguaggi comprensibili anche ad un pubblico nuovo che visitando la mostra ha l’opportunità di riflettere, di aprire un dialogo e di superare il silenzio dell’accettazione passiva e dell’omologazione.
Barbara Bottaccin

Orario di apertura: tutti i giorni 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00


Info:
Associazione Artisti della Provincia Autonoma di Bolzano
piazza Domenicani, 25 - I 39100 Bolzano - telfax 0471/977219
LUX Ufficio Stampa - via della Mostra, 22 - I 39100 Bolzano
tel-fax 0471/970297 - gsm 340 8936172


Centro Culturale Trevi
via Cappuccini, 18 Bolzano

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