Carta Bianca fine arts
Catania
via Francesco Riso, 72b
095 433075 FAX 095 505420
WEB
Giovanni Chiaramonte
dal 23/10/2003 al 14/11/2003

Segnalato da

Francesco Rovella



approfondimenti

Giovanni Chiaramonte



 
calendario eventi  :: 




23/10/2003

Giovanni Chiaramonte

Carta Bianca fine arts, Catania

Dolce e' la luce. Gioia per gli occhi la visione del sole. Un viaggio tra alcuni luoghi della Sicilia occidentale, l'isola complessa e difficile come il mondo: Palermo e la sua costa, la foce dell'Imera, il tempio di Segesta, le vie di Trapani che si perdono nel mare, gli interni delle chiese di Cefalu' e Caltagirone.


comunicato stampa

Dolce è la luce
Gioia per gli occhi la visione del sole

Dolce è la luce è un viaggio tra alcuni luoghi della Sicilia occidentale, l'isola complessa e difficile come il mondo: Palermo e la sua costa, la foce dell'Imera, il tempio di Segesta, le vie di Trapani che si perdono nel mare, gli interni delle chiese di Cefalù e Caltagirone.
Nelle immagini di Chiaramonte, scandite dai versi di Umberto Fiori che invocano la bella vista come sola dimensione possibile alla gioia, il mondo si apre al tempo della riflessione e della contemplazione sul destino dell'uomo e della civiltà. E nel viaggio, ogni aspetto del reale si rivela come vista sublime, traccia di una prossimità amica, eco di un ricordo rimosso e ritornato alla luce come un presentimento d'amore.

Testimonianza dell'autore sulla genesi dell'opera
Il paesaggio sorto dalla metamorfosi urbana e industriale del secondo dopoguerra ha fatto dell'Italia uno spazio unico e straordinario, lo spazio del contemporaneo, il luogo dove sono egualmente e significativamente presenti tutte le forme e tutte le figure dell'intera storia culturale dell'Occidente in una condizione esistenziale mai prima conosciuta. Dopo le opere Giardini e paesaggi nel 1983 e Penisola delle figure nel 1993 avevo pensato di abbandonare per sempre il Sud e la Sicilia. Mi sembrava che Brodskij avesse davvero ragione quando scrive che nel Mediterraneo si può andare soltanto '...per guardare al passato, non al futuro - perché quest'ultimo qui non esiste: tutto quello che c'era, se c'era, ha preso anch'esso la via del Nord ... Qui non accadrà più niente, tranne forse disordini per le strade o un terremoto.' Nell'estate del 1994, in quello che avrebbe dovuto essere il mio ultimo viaggio in Sicilia, mi è stata donata una sorta di comprensione nuova e per molti versi definitiva: in Sicilia, dove è nato il tempo antico e dove è sorto il tempo moderno nelle rovine dipinte da Schinkel e nei paesaggi descritti da Goethe e invocati da Hoelderlin, qui dove fugge dal presente il futuro, proprio qui ogni tempo dell'uomo finisce per apparire quello che in realtà è, un desolato passato, una memoria dolorosamente inutile. E così, in questa terra rigettata come Giona ai confini del mare, gli occhi possono solo attendere la luce definitiva del primo giorno dopo il sabato e qui invocare l'angelo necessario della terra, l'angelo nel cui sguardo possiamo di nuovo vedere la terra.
Da quel momento dimora del mio sgurdo non è stata più la terra ma la luce, vera protagonista delle opere Ai confini del mare del 1999, dedicata a Gela e Frammenti dalla Rocca, dedicato a Cefalù. Il problema del paesaggio è diventato il problema del male e del bene che si combattono nel cuore dell'uomo e che diventano visibili nella scena del mondo.
Per questo, più volte, negli ultimi anni, i percorsi del mio sguardo sono stati sul punto di interrompersi. Troppe volte il degrado del male aveva impedito alla vista di contemplare la trasparenza della luce attraverso il mondo dell'uomo. Al tramonto di un giorno d'estate del 2001, sull'alto di una montagna nei pressi di Caltagirone, preso dallo smarrimento, ho telefonato a Umberto Fiori. L'amico poeta in quel momento contemplava da un altro monte un altro mare, ma analogo era in lui il doloroso sentimento della scomparsa della bellezza che aveva aperto la nostra vista al mondo. I versi del suo poema hanno dato nome e voce a quello che ho visto e fotografato.

Catalogo Edizioni della Meridiana, Firenze (e-mail: ed.meridiana@flashnet.it)
collana 'tutt'altro fotografia'.

Biografia
Giovanni Chiaramonte
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte inizia a fotografare alla fine degli anni Sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla grande stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop-Art e dell'Arte Concettuale.
Dopo la mostra e il volume Fotografia europea contemporanea, in cui presenta nel 1983 i più importanti autori della sua generazione, Chiaramonte si dedica alla relazione tra luogo e identità dell'uomo con Giardini e paesaggi, 1983, e Penisola delle figure, 1993. Affronta poi in due momenti il tema e il dramma essenziale delle radici e del destino dell'Occidente in Terra del ritorno, 1989, e in Westwards, 1996. Un'elegia ed un viaggio di ritorno a Gela è Ai confini del mare, 1999.
Nel 2000 con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni pubblica ed espone in Triennale nell'allestimento di Pierluigi Nicolin Milano. Cerchi della città di mezzo.
In occasione del restauro della facciata della Scala realizza il volume d'artista In corso d'opera. Escono poi Mondocittà/Worldcity con Joel Meyerowitz, Pellegrinaggi occidentali e nel 2002 Frammenti dalla Rocca.
Insegna Drammaturgia dell'Immagine allo IULM di Milano e alla Facoltà di Architettura e alla Facoltà Teologica di Palermo.

Inaugurazione: venerdì 24 Ottobre 2003 ore 19,00

Orari: Lunedì/Venerdì 17,00 - 20,00

Galleria Carta Bianca fine arts, via Francesco Riso 72/b 95128 Catania
tel.095 433075 fax 095 505420

IN ARCHIVIO [29]
Michele Ciacciofera
dal 12/11/2015 al 7/12/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede