I suoi lavori sono il risultato dell'assemblaggio di pannelli, diversi per dimensioni e forma, accostati in maniera da creare l'illusione di una composizione bidimensionale e lineare.
I lavori di Wyatt Kahn sono il risultato dell’assemblaggio di una serie di pannelli individuali, diversi per dimensioni e forma, accostati in maniera da creare l’illusione di una composizione bidimensionale e lineare. L’uso di vari espedienti artistici serve a creare una dicotomia tra la natura piana delle superfici e l’illusione di profondità. Prendendo spunto dalle tecniche tradizionali della pittura sviluppate per creare l’illusione di tridimensionalità, l’artista intelaia ogni dipinto due volte, prima utilizzando tele con tinte forti, quindi un lino sottile che rende appena percettibile il colore sottostante. L’effetto finale è simile a quello di una tintura o di una verniciatura.
La mostra raccoglie due serie differenti di lavori: una caratterizzata da bordi regolari che compongono forme tradizionalmente rettangolari, e un secondo gruppo di opere caratterizzate invece da linee e forme organiche e irregolari.
I lavori che appartengono alla prima serie fanno riferimento a immagini di finestre e interni. I bordi diritti riprendono sagome che ricordano quelle delle cornici. La combinazione di linee regolari con altre più organiche dà l’illusione che i bordi squadrati siano a fuoco e che invece quelli irregolari non lo siano. Interessato a una pittura che indaga i limiti della visione, Kahn adotta un approccio simile a quello della fotografia per creare composizioni dinamiche e lavori complessi che possono essere letti come superfici piane o illusoriamente profonde.
La seconda serie prende spunto da formazioni rocciose e larghe distese di terra. Essa nasce come una sorta di raccolta di ingrandimenti e frammenti degli altri lavori in mostra. Riprendendo l’idea di alcuni lavori precedenti realizzati accostando più colori, le forme acquisiscono tensione attraverso un’illusione di compressione. Come se le sagome verdi presenti in ciascuno di questi lavori si trovassero a essere compresse dalle altre intorno. Questa serie rivela inoltre l’interesse di Kahn per l’irregolarità e per l’imperfezione di un processo che lascia incongruenze negli spazi tra i pannelli e aggiunge ai lavori una traccia di elemento umano.
Immagine: Bully, 2013, lino su pannello, 83 x 73 inches
Opening lunedì 16 Settembre ore 19
T293
via G. M. Crescimbeni 11, Roma
mar - ven 12 – 19, sab 15 – 19 o su appuntamento