Esposizione di disegni ed happening. Filippo Farneti, disegnatore instancabile, compira' un'azione di riciclo dei pensieri, dei sogni e delle cose. Per farlo, usera' oggetti come fossero parti di pensieri e situazioni gia' raccolti e rinchiusi in un totem dalle forme antropomorfiche, da cui egli attingera'.
Filippo Farneti
Esposizione di disegni ed happening
a cura di Loretta Zaganelli
Filippo Farneti, disegnatore instancabile, compirà un'azione di riciclo dei pensieri, dei sogni e delle cose. Per farlo, userà oggetti come fossero parti di pensieri e situazioni già raccolti e rinchiusi in un totem dalle forme antropomorfiche, da cui egli attingerà . Per l'artista si tratta di recuperare oggetti di scarto che ci ruotano intorno, (come pensieri che girano nella mostra mente), nonostante si cerchi in tutti i modi di smaltirli. Non c'è salvezza allo spreco della società dei consumi, non c'è anche perché forse non la vogliamo, ma continuiamo a gettare, incuranti delle conseguenze del gesto.
Farneti invece raccoglie, con le mani, disegnando cartelloni che ripropongono frammenti della nostra quotidianità , disegni come sequenze di film con un montaggio dettato dal riuso delle immagini, dal loro riciclo mentale.
'Le cose non sono le cose', (Nori) o almeno non sono solo cose, ma contengono il segno delle nostre azioni, le impronte del nostro vivere quotidiano, inconsapevole di lasciar segni sugli oggetti manipolati. Travolgerci 'contaminando' uno spazio privato adibito a galleria, prelevando disegni come pensieri, durante un percorso che parte dal contenitore umano di scarti, è l'iter che segue Farneti. Lo spazio è un percorso, lui lo segna, lo delimita, lo inquina con frammenti di pensieri, per ricordarci che tutto ciò che pensiamo e usiamo, ci ruota intorno anche se non lo vediamo. Muoversi tra gli altri, essendo solo, come al di sopra della situazione, rende Farneti simile agli angeli di Wenders nel film 'Il cielo sopra Berlino'. L'artista ascolta i pensieri di quanti sono intorno a lui. Nel caos dettato dalla babele quotidiana dello scarto, l'arte si configura così come pratica spirituale di ri-scrittura di ciò che andrebbe perso e rimosso. Come uno studioso di smottamenti della mente, Farneti si pone in ascolto. Il tentativo di trovare una collocazione alle cose è il compito più difficile, quello che comporta la patologia da cui è affetto l'artista, ponendolo nella condizione di colui che è destinato a cercare una collocazione a ciò che non potrà infine averne una, se non nella mente e nelle mani di chi ha depositato pensieri sulle cose.
di Loretta Zaganelli
Filippo Farneti è nato a Ravenna il 22/05/1972. Ha studiato al Liceo artistico ed è diplomato in pittura all'Accademia di belle arti di Ravenna. Nel 2002 ha esposto alla Galleria Sumithra, con la mostra 'Disidentità ', nell'ambito della rassegna 3x3.
Con quest'evento, il sesto curato in questo spazio, (ricordiamo il primo, ''Tuol Sleng'' in cui esponeva il fotografo Agostino Cordelli, il secondo, ''Slowly'', fotografie da 'Il deserto rosso' di Caterina Biancolella, il terzo ''Mia nonna'', fotografie di Maria Elena Gramolelli, il quarto ''leggermente cadere'', installazione di Rosetta Berardi, il quinto, 'Policromia', personale di Silvia Bellettini, (pittura), proseguono gli eventi espositivi allo spazio fotografico Gianluca Liverani, con cadenza quindicinale/mensile.
Inaugurazione sabato 25 Ottobre 2003
ore 18.00 - 21.00
fino al 10 novembre
Visite per appuntamento telefonico tel. 338 9602512 / 347 1005574 / 0544 402877
c/o Spazio Fotografico Gianluca Liverani Via Cella 94 Madonna dell'Albero (RA)