A cura di Loredana Parmesani. L'analisi del complesso rapporto tra l'arte generalmente intesa e i linguaggi a lei prossimi includerà quest'anno anche quella relativa alla crisi delle culture occidentali, le 'prime culture'. Questa sera: 'Site of cultural resistance: then and now', relatori: Alexander Brener e Barbara Schurz.
a cura di Loredana Parmesani
30 ottobre 2003, ore 20.30
L'analisi del complesso rapporto tra l'arte generalmente intesa e i linguaggi
a lei prossimi includerà quest'anno anche quella relativa alla crisi delle
culture occidentali, le 'prime culture'.
Nell'arte, nel design, nella musica, nello spettacolo, nella moda, nella
letteratura, nella poesia, persino nella filosofia, il forte pensiero
occidentale
sembra abdicare di fronte alla prorompente avanzata di quelli che sono sempre
stati definiti terzi o quarti mondi, terze o quarte culture.
Basta visitare le ultime edizioni della Biennale di Venezia, frequentare
le sfilate di moda internazionali, accostarsi alla letteratura e alla poesia
che maggiormente suscitano interesse, muoversi in un qualsiasi Festival
del Cinema, partecipare alle varie mostre del design più innovativo o
semplicemente
camminare per le strade di una qualsiasi città o cittadina dell'Italia,
dell'Europa o dell'America, per rendersi conto che il panorama culturale
e reale è radicalmente cambiato.
E' interessante ciò che sta accadendo: i mondi si aprono, le culture si
mescolano, le forme si ibridano, dando vita a mondi, culture e forme che
si presentano ricche di improvvise possibilità .
Il lavoro di artisti, designer, scrittori, musicisti, stilisti, vive così
in un continuo dialogo fra realtà differenti, fra pensieri che sembrano
giungerci da 'mondi altri', fra immagini e forme che sempre più mostrano
la loro totale apertura a immaginari non più ben definiti e codificati,
ma da individuare e di cui fare tesoro.
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il ciclo di conferenze
2003/2004, continua perciò l'indagine sui linguaggi prossimi all'arte prendendo
però in considerazione quanto siano influenzati dalle culture altre.
'Site of cultural resistance: then and now'
Relatori: Alexander Brener e Barbara Schurz
Alexander Brener, russo di origine israeliana, è un artista osannato dagli
uni, biasimato dagli altri e comunque sicuramente molto discusso.
Il suo 'atto artistico', prima di essere etichettato ora come danneggiamento,
distruzione deliberata, aggressione fisica, mentale ed ideologica; ora come
protesta sociale creativa, performance a carattere politico ed economico,
gesto di comunicazione di conoscenza, ha sollevato interrogativi e polemiche.
Ma della bomboletta spray con l'effige del dollaro sull'opera Suprematismus
di Casimir Malevic allo Stedelyk Museum di Amsterdam nel '96 e, prima ancora,
della performance davanti a un quadro di Van Gogh al Puskin di Mosca e di
un'altra analoga sotto il monumento a Puskin, si è già a lungo parlato e
discusso.
La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea intende invece chiedere ad Alexander
Brener, suo ospite giovedì 30 ottobre insieme all'artista e compagna Barbara
Schurz, quale ruolo assegni all'arte oggi e con quale teoria. Dopo aver
posto lo stesso interrogativo a giovani critici ed artisti italiani con
la mostra 'Il possibile dal punto zero', lo chiede ad Alexander Brener,
non solo come artista di 'Culture altre', ma anche come militante che negli
anni '90 'resisteva' contro l'onnipotenza del soldo e del commercio nel
mondo dell'arte.
Spiegava nelle interviste rilasciate a Flash Art che il suo lavoro diventava
la polemica e l'aggressione a un mondo artistico ormai privo ai suoi occhi
di qualsiasi forma e per questo in cerca di una nuova configurazione.
Definiva il sistema culturale contemporaneo molto 'rapace e furbo' e intendeva
impedire che gli uomini, artisti e non, ne fossero inghiottiti. Il far parlare
di sé anche come di un pazzo dissacratore, sembrava essere l'unico modo
per scuotere dall'immobilismo l'opinione pubblica.
Diceva Brener nel '97: 'Voglio che l'arte sia ricca. Il linguaggio simbolico
è stato veramente usurpato. All'inizio dell'arte contemporanea si cercava
di fornire alla creatività una visione molto ricca di significato. Questo
linguaggio è stato poi reso estremamente statico.
Solo attraverso il movimento l'arte si troverebbe a recuperare una condizione
sana e normale di vita'.
Se il segno del dollaro tracciato da Brener intendeva significare una realtÃ
in cui tutto è tradotto in denaro e la stessa opera d'arte un'informazione
sul denaro, che cosa si può intendere oggi come opera d'arte nella nostra
società '
Intervento della serata:
Alexandere Brener e Barbara Schurz anticipano il contenuto dell'incontro
di giovedì 30 ottobre:
Dalla nascita della Nuova Sinistra e dal concetto di Controcultura nel 1960,
la questione centrale della 'Resistenza Culturale' è stata la congiunzione
della teoria critica istituzionale (marxismo, psicanalisi, post-strutturalismo,
teorie femministe) con l'attivismo politico (lotte anti-colonialiste, rivolte
studentesche, azioni pacifiste, black power, movimenti delle donne,
mobilitazioni
per i diritti di gay e lesbiche). La dialettica tra teoria e pratica ha
influenzato profondamente il campo dell'arte (arte femminista, critica
istituzionale,
arte pubblica, ecc.).
Tuttavia, dalla metà degli anni Ottanta, prende piede un processo di totale
istituzionalizzazione e commercializzazione di ogni tipo di arte. Attualmente
il sistema artistico non è nient'altro che un meccanismo di completa
normalizzazione
e depoliticizzazione.
E' per questo che il compito attuale degli 'artisti politicizzati' è di
andare oltre il sistema dell'arte dominante per attaccarlo; bisogna riconoscere
la necessità di relazionare con altri tipi di pubblico, di solidarizzare
con gli oppressi, gli esclusi, le persone e i gruppi sociali emarginati.
Che tipo di teoria possiamo quindi utilizzare' Che tipo di azione può essere
intrapresa' Quale prospettiva temporale può avere questo tipo di progetto'
Cenni biografici:
Alexander Brener è nato nel 1961 in Kazakistan. Attualmente vive e lavora
a Mosca, anche se spesso afferma di non avere casa per libera scelta. Si
considera comunque un artista russo perchè cerca di parlare con tutti.
Durante il regime comunista si occupava di poesia e il suo approdo all'arte
figurativa è avvenuto dopo essere immigrato in Israele. Qui si esibiva in
performance di strada, in nessun modo però collegate all'ambiente culturale
israeliano.
Legato anche artisticamente dagli anni '90 a Barbara Schurz, lavora a progetti
espositivi e conduce un'attività giornalistica, affrontando thopos quali
la Resistenza Culturale e l'Autoorganizzazione.
Prossimi appuntamenti:
20 novembre 2003 Michelangelo Frammartino
18 dicembre 2003 Antonio Marras
29 gennaio 2004 Enzo Umbaca
26 febbraio 2004 Franco Battiato*
24 marzo 2004 Mandyae N'Diaye
29 aprile 2004 Luigi Ontani
27 maggio 2004 Beppe Finessi
*Sono in fase di definizione sia l'incontro con Franco Battiato sia quello
con lo scrittore Tahar Ben Jelloun
Corso di aggiornamento per Docenti: 'Modi e forme dello scrivere', a cura
di Michele Rossi
(giovedì 6, 13, 20, 27 novembre; giovedì 4, 11 dicembre 2003)
Ufficio Stampa:
Emanuela Filippi
02/45479017
Palazzo Panella, Palazzolo sull'Oglio.